di Claudia Zamorani
Sembra una barzelletta, anche se ci sarebbe solo da piangere. Invece è il nuovo regolamento comunale sui mercati negli spazi pubblici. E’ stato approvato dalla Giunta di Ferrara ed e’ appena entrato in vigore. Multe severe per chi non si conforma.
Una crociata in nome del decoro perché non importa cosa succede in città, se l’economia rallenta, i negozi chiudono, le associazioni rimangono senza una sede e i senzatetto dormono all’addiaccio.
L’importante è il colpo d’occhio, che sembri tutto bello, in ordine, ben piegato, che sia in perfetta armonia cromatica e che gli ombrelloni siano bianchi o panna, come la pelle di chi lo ha pensato. Banditi i colori sgargianti, che con la loro vitalità ed esuberanza disturbano l’occhio di chi ci amministra e forse fanno anche un po’ paura.
E’ il ruggito del potere contro le bancarelle dei mercati e in fondo contro i poveracci, che sono troppo colorati e disordinati e stonano con il bianco panna degli ombrelloni e non solo di quelli. Il ruggito contro chi osa esporre le merci in modo disordinato, che chissà se questi ne hanno mai frequentato uno di mercato e se, tra le urgenze della città, non ne hanno trovate di meglio.
Il regolamento prevede che sulle bancarelle le merci debbano essere esposte in modo ordinato. Maglie, mutande e giacche devono essere ben piegate, altrimenti relegate in un apposito angolo delle occasioni, o scatta la multa. Vale anche la delazione? Non è specificato. Ma c’è dell’altro.
Gli ombrelloni e i tendoni che coprono le bancarelle devono avere il giusto pantone: vietati i colori sgargianti, solo tinte tenue, pastello o bianche. E chi ne ha già uno, ma colorato? Semplice, va adeguato. E se gli ombrelloni costano, pazienza. Vorrà dire che gli ambulanti taglieranno un po’ sul superfluo, chessò sul dentista che tanto di carie non e’ mai morto nessuno.
Ma quindi come la mettiamo con la muraglia di gabinetti dai colori sgargianti del Summer Festival, che ogni estate musicale segna in modo così originale il sagrato del Duomo e il Listone? Li bandiamo finalmente per estensione del regolamento sulle bancarelle e sui baracconi?
No, quelli no. Quelli sono un altro discorso.
Perché non esiste solo un decoro. E non esiste solo un discorso. Esiste il decoro per i poveretti e poi esiste il decoro per i potenti impreziosito da una moltitudine di eccezioni: i gabinetti sul sagrato del Duomo, le auto parcheggiate in centro storico e dalle Mura, i cuoricini rossi dell’amore universale incastonati sul sacrario dei caduti della Torre della Vittoria. Eccezioni consentite all’idea di decoro che alla fine finiscono per incarnare.
Esiste un interessante manifesto della città autoritaria (Farinella/Alietti) che ogni volta che lo leggo ci rivedo Ferrara, ogni volta un pezzettino di più. Anche stavolta. Una città che ruggisce contro i più deboli e che non sa neppure distinguere tra fragilità e decoro. L’importante sembra saper nascondere sotto al tappeto, fare pulizia.
Pensassero almeno a rivitalizzare il commercio di un centro storico che muore invece che fare la voce grossa contro chi lavora duro e onestamente e fatica ad arrivare a fine mese.
La nostra solidarietà a tutti gli ambulanti e a tutte le ambulanti, a chi lavora nei mercati e anche nelle botteghe e ai tanti, bellissimi mucchi colorati, disordinati e imperfetti disseminati in giro per la città e per il mondo, di qualunque forma e natura, e che a noi piacciono tanto. Perché, in fondo, siamo tutti e tutte un po’ ambulanti. Se non fuori, nell’anima.

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