FERRARA / Giada Zerbini segretaria Pd. Parole d’ordine: trasparenza e nuovo linguaggio

0
77

Il congresso comunale del Partito Democratico di Ferrara si è chiuso con un risultato inequivocabile: la vittoria di Giada Zerbini, con il 55,5% dei consensi raccolti tra iscritti ai circoli. Sono 323 voti a favore contro i 258 raccolti dallo sfidante, Leonardo Uba. I punti sui quali ha insistito la neosegretaria del Pd cittadino sono stati: partecipazione, ascolto, trasparenza, organizzazione e discontinuità.

Giada Zerbini ha 36 anni ed è  laureata in Storia. Attualmente è bibliotecaria. Ha costruito la sua affermazione maturando esperienza come volontaria nelle Feste dell’Unità. E’ entrata nel Partito democratico poco prima delle ultime primarie, conquistando consensi grazie a una proposta centrata su partecipazione, trasparenza e discontinuità rispetto al recente passato non certo luminoso per i dem.

Durante la sua campagna ha puntato sull’ascolto e sulla valorizzazione delle diverse sensibilità del partito. La neosegretaria ha dichiarato che il risultato rappresenta un segnale importante: la partecipazione ampia dimostra la volontà degli iscritti di essere protagonisti attivi nella vita del partito e della comunità ferrarese.

Obiettivo: la prossima sfida amministrativa del 2029, costruendo un’alternativa all’attuale amministrazione di centrodestra. La Zerbini ha più volte sostenuto che Ferrara ha bisogno di una forza politica capace di dare risposte ai bisogni della città. Ha ribadito l’intenzione di guidare un PD inclusivo, all’altezza dei tempi, e di voler coinvolgere anche chi ha sostenuto il candidato sconfitto.

Tra i punti qualificanti del programma è da rimarcare la trasparenza, la più impellente. La neosegretaria vi ha insistito poiché – ha scritto – la politica non è fatta solo di belle parole. È fatta di verità, anche scomode. E perché è fondamentale la trasparenza? Senza trasparenza, la gente non si fida più. Serve un bilancio sociale pubblico ogni anno. Serve chiarezza su come si scelgono le priorità politiche, le battaglie da fare e i candidati, chi decide, su quali basi. I circoli e i loro iscritti devono essere coinvolti nei momenti topici come la costruzione del programma per le amministrative.
“Cosa vuol dire per Ferrara? – si è chiesta – Le scelte vanno spiegate ai cittadini, i progetti vanno raccontati prima, non dopo.

Se un piccolo deficit comunicativo grava sulla nuova generazione dei dirigenti dem, chiamati, vista la deriva dei tempi, a un lavoro difficile, non può che essere il linguaggio, ossia l’esposizione e relativa comprensione del cosiddetto progetto politico. Nonostante i profondi cambiamenti intercorsi negli ultimi anni, si può definire quello di una certa sinistra progressista un linguaggio da ciclostile, da militanza anni Novanta, che spesso ha finito con il contagiare le prime file del partito, facendole scadere nella stucchevole retorica dell”esposizione di problemi, progetti, iniziative e, soprattutto, dei perché delle scelte.

Le cose da raccontare vanno fatte anche comprendere e assimilare. Da insegnante e da storica, la Zerbini si trova a dover mutare, e in ciò le premesse ci sono tutte, la comunicazione agli iscritti, ai simpatizzanti, ai potenziali elettori, alla città, abbracciando la semplicità del discorso – semplice, mai elementare – la sintesi, l’asciuttezza della forma e la forza dei contenuti. Una neodirigente dem non può non tenere in massima considerazione il modo di comunicare il suo pensiero e la sua strategia, evitando che ciarlatani, arruffapopoli, e mettiamoci anche i giornalisti servili, “usino le parole – come ci avvertiva secoli fa Marc’Aurelio – per rendere i fatti vaghi e confusi”. La nuova generazione del Pd ha, invece, il compito di renderli precisi, chiari e vincenti.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui