FERRARA – Un infermiere in servizio nel reparto di lungodegenza dell’ospedale di Argenta, Matteo Nocera, di 44 anni, è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario in relazione alla morte di un 83enne, Antonio RIvola, deceduto durante la notte del 5 settembre dell’anno scorso, e per l’ipotesi di maltrattamenti di una cinquantina di pazienti del reparto di Lungodegenza Post-Acuzie Geriatrica Riabilitativa dell’ospedale Mazzolani-Vandini. L’infermiere è per ora soltanto indagato anche per la morte, nello stesso periodo, di una 90enne, Floriana Veronesi.
L’infermiere, nei confronti del quale si sta indagando anche sul conseguimento del titolo di studio, è stato fermato dai carabinieri di Ferrara, dopo che gli inquirenti hanno acquisito elementi tali da far ritenere che l’uomo avrebbe potuto compiere «atti ritorsivi verso i colleghi che avevano segnalato anomalie e sospetti» ha spiegato al Corriere della Sera di Bologna, Luca Treccani, comandante del Nucleo Operativo.
“Abbiamo dovuto agire quindi con la massima urgenza” ha detto il procuratore Andrea Garau. Questa mattina (12 luglio) il gip del tribunale di Ravenna – provincia in cui il 44enne abita – pur non convalidando il fermo per non aver ravvisato pericolo di fuga, ha disposto la misura di custodia in carcere per la gravità degli indizi, per il pericolo di un possibile inquinamento delle prove e per quello di reiterazione del reato.
Al momento i gravi indizi riguardano la sola morte dell’anziano 83enne. In seguito agli esami svolti da consulenti nominati dalla pm Barbara Cavallo sono emerse nel corpo del paziente deceduto tracce di un farmaco – l’Esmeron – un miorilassante che può avere esiti letali, usato per intubare o in casi di emergenza. Viene usato dagli anestetisti e dai medici in emergenza. «Se somministrato al di fuori di queste pratiche, comporta la paralisi dell’apparato respiratorio perché provoca il rilassamento dei muscoli, bloccando il respiro» ha aggiunto il comandante Treccani.
E’ un farmaco non previsto in alcun piano terapeutico, ma, dalle indagini a ritroso su vari periodi eseguite dai Nas, è emerso che dal carrello delle emergenze mancavano quattro fiale. La pm Cavallo indaga anche sull’utilizzo di altri farmaci potenti, tra cui il Midazolam.