giovedì 17 Luglio 2025

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

PIOVONO MINACCE

Francesca Albanese, relatrice speciale dell’Onu sui diritti umani nei territori palestinesi occupati, è oggetto di sanzioni ad personam da parte degli Stati Uniti, oltre che di una violenta campagna di delegittimazione che sta culminando in minacce molto gravi e preoccupanti. La sua colpa: aver denunciato le complicità e il tornaconto di grandi aziende occidentali nel “genocidio” in corso  a Gaza.
Fanpage.it ha reso noto di aver ricostruito la campagna pubblicitaria (sì, una campagna pubblicitaria) di Israele contro Francesca Albanese. Consultando il portale Ads Transparency di Google, risulta che il dominio govextra.gov.il abbia sponsorizzato una pagina contro Albanese per la prima volta il 5 luglio, poi l’ha aggiornata l’8.
Da mesi la Israeli Government Advertising Agency – agenzia che opera come gruppo di comunicazione per il governo di Netanyahu – sta cercando di manipolare la narrazione con strumenti propri della comunicazione commerciale. Ha già diffuso video creati con l’Intelligenza Artificiale sugli aiuti umanitari a Gaza, una campagna diffamatoria contro UNRWA, e ora in testa ai risultati di ricerca di Google c’è una pagina sponsorizzata con accuse gravissime contro Francesca Albanese. 

Lei ha così reagito: “Israele l’unica cosa legale che può fare, ai sensi di quanto è stato deciso nel luglio 2024 dalla Corte di Giustizia Internazionale- che ha dichiarato l’occupazione illegale- è ritirarsi da Gaza, dalla Cisgiordania e da Gerusalemme Est. Sono colpita (e commossa) da quante persone stanno prendendo la parola in difesa del mio lavoro – ha scritto su X – Stare uniti contro gli abusi è fondamentale, e ancor più fondamentale è fermare il genocidio. Insieme possiamo”.

Il messaggio arriva in un momento di forte pressione politica: nei giorni scorsi l’amministrazione Trump ha sanzionato la giurista italiana, accusandola di collaborare con la Corte penale internazionale contro cittadini statunitensi e israeliani. Albanese ha definito le sanzioni “oscene” e paragonato le modalità della rappresaglia a “tecniche di intimidazione mafiosa”, ma ha ribadito la sua determinazione: “Continuerò a fare quello che devo”.

Articoli correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

CATEGORIE ARTICOLI

Articoli recenti