giovedì 17 Luglio 2025

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

INCHIESTA sulla Milano dei grattacieli: indagato anche Sala, il sindaco-manager

Anche il sindaco-manager di Milano, Beppe Sala, centrosinistra, è tra gli indagati nell’ inchiesta sull’urbanistica. Il sindaco nella replica punta su aspetti formali e procedurali della vicenda giudiziaria che riguarda invece un malcostume che ha toccato punte preoccupanti in una città per soli ricchi, dove migliaia di famiglie sono in attesa di un appartamento già pagato con mutui e acconti, e dove minuscoli bugigattoli vengono affittati, a studenti e lavoratori, a 700-800 euro al mese. Oggi il mercato immobiliare di Milano è tra i più speculativi in Europa, mentre migliaia di case sono vuote o destinate al lusso.

Sala si preoccupa del fatto di aver appreso dell’indagine dai giornali, ma la responsabilità politica va ben oltre l’aspetto formale che, beninteso, va sempre rispettato. Le ipotesi a lui contestate dalla Procura di Milano riguardano false dichiarazioni in merito alla nomina di Giuseppe Marinoni e presunte pressioni sul progetto di rigenerazione dell’ex edificio ‘Pirellino’. Ma è l’intera politica urbanistica a essere messa sotto accusa, e non da oggi.

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L’inchiesta ha portato la Procura a chiedere sei misure cautelari. Le ipotesi contestate riguardano false dichiarazioni in merito alla nomina di Giuseppe Marinoni alla presidenza della commissione comunale per il paesaggio e presunte pressioni sul progetto di rigenerazione dell’ex edificio ‘Pirellino’, firmato dall’architetto Stefano Boeri e promosso da Coima, il gruppo guidato da Manfredi Catella.

“Trovo allucinante che il sindaco apprenda da un giornale di essere indagato”: così Giuseppe Sala commenta la notizia dell’indagine a suo carico affidata ai magistrati del capoluogo lombardo. Il sindaco lo ha dichiarato al Corriere della Sera, criticando la modalità con cui è emersa la vicenda.

“Il Pirellino lo abbiamo venduto nel 2019, ma i lavori non sono mai partiti. Nessuna induzione, solo una trattativa ferma da sei anni”, sottolinea Sala. Quanto alla Commissione, precisa: “La nomina è gestita da una struttura tecnica, io non ho mai avuto il numero di Marinoni e non ho alcun rapporto con i componenti”. In totale, compreso il sindaco, gli indagati sarebbero 22. L’inchiesta sull’urbanistica milanese vede coinvolti l’assessore comunale Giancarlo Tancredi, per cui sono stati chiesti gli arresti domiciliari, l’imprenditore Manfredi Catella (Coima), Andrea Bezziccheri (Bluestone) e altri esponenti della Commissione Paesaggio. Ma si teme un coinvolgimentoo di altrti politici milanesi di primo piano.

Manfredi Catella, livornese, 57 anni, è uno degli imprenditori più noti di Milano. Laureato in economia e commercio alla Cattolica, una lunga serie di cariche in fondi immobiliari in Italia e all’estero, fino a quella di amministratore delegato di Haines Italia, divisione italiana del colosso immobiliare statunitense, che cercò di salvare anche alcune società di Salvatore Ligresti, re del mattone milanese travolto da inchieste giudiziarie a metà anni novanta.

A inizio 2000 la creazione di Coima holding, che prende il nome dalle aziende immobiliari di famiglia, con la quale Catella diventa uno dei protagonisti del rinnovamento edilizio di Milano. Ereditando tra l’altro, tra i suoi detrattori, proprio il nomignolo di re del mattone. Un gruppo da 4 miliardi e mezzo di investimenti negli ultimi cinque anni e 5 milioni di metri quadri sviluppati.

LA PROTESTA DEL COMITATO FAMIGLIE

“Speriamo che se qualcuno ha sbagliato ne paghi le conseguenze – ha commentato Filippo Borsellino, portavoce del Comitato, parlando con i cronisti – perché finora gli unici che stanno pagando le conseguenze siamo noi famiglie. La nostra situazione è la stessa di un anno fa, con mutui già accesi e prestiti fatti, la situazione rimane bloccata. Per ora le famiglie sono le uniche vittime di questa situazione, non credo sia tollerabile”. “Non abbiamo la presunzione di superare la legge, di imporci sulla legge – ha aggiunto -. È giusto che la procura faccia il suo lavoro, ma è anche giusto che le centinaia di famiglie di Milano vengano tutelate”.

Gli esponenti del comitato hanno tagliato, ironicamente, una torta per ‘festeggiare’ l’anno di sospensione. Più volte hanno chiesto alla politica di trovare una soluzione che inizialmente poteva arrivare dalla legge Salva Milano che poi è stata bloccata dopo l’arresto di un ex funzionario del Comune. “L’idea di oggi era chiedere un tavolo con tutti i soggetti coinvolti sia a livello istituzionale che di tecnici del settore- ha spiegato ancora Borsellino – Capiamo se ci sono ancora i presupposti”. La stima del Comitato è che in questa situazione siano 4.500 i nuclei famigliari bloccati.

I DETTAGLI. Nel terremoto giudiziario che scuote la Milano dei grattacieli e dell’edilizia le ipotesi di reato sono due: false dichiarazioni su qualità personali proprie o di altre persone, in relazione alla nomina dell’ex presidente della Commissione per il Paesaggio del Comune, Giuseppe Marinoni. E concorso in induzione indebita a dare o a promettere utilità relativamente al progetto del ‘Pirellino’ dell’architetto Stefano Boeri e dell’imprenditore Manfredi Catella, presidente del gruppo Coima.

Il Pirellino? L’abbiamo venduto nel 2019 e siamo ancora fermi. Sono passati sei anni e i lavori non sono mai partiti – ribadisce il sindaco-manager – altro che induzione, è stata una continua discussione perché non abbiamo mai trovato un accordo su quello che potevano fare”.  La seconda fattispecie riguarda la nomina di Marinoni. “La composizione della Commissione Paesaggio viene gestita da un’apposita struttura del Comune che seleziona i profili e decide i componenti – dice ancora il sindaco al Corsera – Il rapporto tra sindaco e commissione è praticamente nullo. Aggiungo che non ho mai avuto il numero di Marinoni”. Queste le repliche alle indiscrezioni sull’indagine secondo cui “un piano ombra” di governo del territorio (Pgt) sarebbe stato l’obiettivo di Giuseppe Marinoni, architetto ed ex presidente della Commissione Paesaggio del comune di Milano. Il nuovo filone giudiziario sulla gestione urbanistica di Milano, ha portato a sei richieste d’arresto, tra cui quella per lo stesso Marinoni, e i domiciliari per l’assessore Giancarlo Tancredi e per Manfredi Catella, fondatore di Coima.

LE IPOTESI DI ACCUSA. Secondo i pm milanesi, Marinoni agiva con la “copertura e la consapevolezza” di Tancredi, “perseguendo l’obiettivo di attuare un Piano di governo del territorio (Pgt) ombra”. E, “con alte parcelle” riceveva “incarichi privati dagli operatori della finanza immobiliare e proprietari di aree, coinvolti nei maggiori interventi urbanistico-edilizi” di Milano. Tra le società, c’è la S+J con l’architetto Federico Pella, per il quale è stata richiesta la custodia in carcere, con il quale “stringeva un patto di corruzione”.  Nel decreto di perquisizione personale e contestuale sequestro dei pm milanesi, vengono citati anche Unipol, Redo Sgr, Lendlease, EuroMilano, Hines e Coima. Ci sono riferimenti anche ad “interferenze” su alcuni progetti immobiliari da parte dell’ex assessore alla Casa Pierfrancesco Maran, ora eurodeputato del Pd.

Secondo i pm Petruzzella, Filippini e Clerici, le vicende dell’intervento “nel cortile di piazza Aspromonte della Bluestone”, da cui è partita l’indagine nel 2022 sul “sistema alterato dell’urbanistica milanese”, e il caso delle “torri di via Crescenzago”, sarebbero stati “costellati” di interferenze a favore di quei progetti da parte di Oggioni, l’ex dirigente comunale e vicepresidente della commissione Paesaggio arrestato lo scorso marzo, e “dell’allora assessore Maran”, che non risulta indagato negli atti depositati. In un messaggio, riportato nelle carte, del dicembre del 2020 l’imprenditore Andrea Bezziccheri della Bluestone scriveva ad Alessandro Scandurra, componente della Commissione paesaggio, che “Maran ha fatto forti pressioni anche sulla commissione”.

Manfredi Catella, l’immobiliarista fondatore di Coima, è accusato di corruzione. L’azienda di Catella è coinvolta in progetti immobiliari importanti che stanno cambiando negli ultimi anni lo skyline della città, come Milano Porta Nuova, il Pirellino, lo Scalo di Porta Romana per le palazzine del Villaggio Olimpico e la Biblioteca degli Alberi, in zona Porta Garibaldi-piazza Gae Aulenti. All’imprenditore gli investigatori hanno notificato l’atto mentre stava per partire in aereo per un viaggio programmato.

COIMA. “Abbiamo ricevuto una notifica del Tribunale di Milano per informarci dell’indagine in corso relativamente a un incarico progettuale affidato in passato dalla nostra società all’architetto Scandurra. Dato il ruolo dell’architetto anche come membro della commissione paesaggistica del Comune di Milano fino al 2024, viene prospettata l’ipotesi che l’incarico professionale affidato possa avere influenzato la condotta del professionista nella commissione in merito ai progetti promossi dalla nostra società. Abbiamo provveduto tempestivamente a fornire quanto ci è stato sinora richiesto e a svolgere le verifiche interne per confermare la regolarità in merito, che avremo modo di rappresentare con chiarezza nella sede giudiziaria”. Così Catella in una nota. E prosegue “trasparenza e la legalità” siano “fondanti per il nostro gruppo e per tutti noi, e avremo modo di affermarlo con determinazione anche in questa circostanza”.

LE PRIME REAZIONI

L’urbanistica da anni è il punto dolente dell’amministrazione di centrosinistra presieduta da Beppe Sala. Ieri sono state eseguite 24 perquisizioni domiciliari riguardanti una maxi inchiesta sull’urbanistica con ipotesi di reato come corruziuone, falso e induzione a promettere utilità a carico di pubblici ufficiali appartenenti al Comune di Milano o componenti della Commissione per il Paesaggio, nonché progettisti e imprenditori. Per l’assessore Tancredi è stato chiesto l’arresto.

Contestualmente, a sei tra gli indagati è stato notificato l’avviso, disposto dal gip del Tribunale di Milano, “a rendere interrogatorio preventivo finalizzato a valutare l’applicazione di altrettante misure cautelari personali (custodia carcere o arresti domiciliari), richieste da questa Procura all’esito di nuove e rilevanti risultanze investigative”, fa sapere la Gdf con una nota.

Per la segreteria provinciale e il gruppo consiliare della Lega, “dopo lo scandalo Boeri e i problemi legati all’uso disinvolto della Scia, la richiesta di arresto per un assessore mette a rischio l’immagine della città e il suo sviluppo Milano non può permettersi un altro terremoto urbanistico”. Ecco perché, secondo il Carroccio, “il sindaco Sala deve fare scelte chiare”, in quanto “da mesi chiediamo di riportare regole e trasparenza nella gestione delle pratiche edilizie, ma da Palazzo Marino è arrivato solo silenzio. Ora la misura è colma”. Sala per la Lega “non può continuare a comportarsi come se nulla stesse accadendo, o torna a fare il sindaco davvero, oppure- concludono i leghisti- lasci spazio a chi ha a cuore Milano e la sua economia”.

Gli ultimi sviluppi dell’inchiesta sull’urbanistica scatenano anche una bufera politica sul comune di Milano. Da Roma arrivano le parole del presidente del Senato Ignazio La Russa: “Non sono mai lieto quando qualcuno viene arrestato ma è giusto che la strada della giustizia sia libera”.   Sulla gestione dell’urbanistica da parte di Palazzo Marino, pesanti gli attacchi dei Cinque stelle. Per il capogruppo in regione Nicola Di Marco “il passo indietro di Sala è inevitabile. L’ennesimo terremoto legato all’urbanistica deve essere l’ultimo capitolo della giunta”.  “Attendiamo che chi a Milano ha responsabilità tragga le conseguenze” ha aggiunto il leader Giuseppe Conte. Il coordinamento milanese di Alleanza Verdi Sinistra chiede che l’assessore Tancredi faccia un passo indietro e lo stop alla vendita di San Siro.

Nell’opposizione di centrodestra a Palazzo Marino, è Fratelli d’Italia a chiedere le dimissioni del sindaco, con Sandro Sisler e il capogruppo Riccardo Truppo: “La misura è colma, Milano merita un’altra guida un’amministrazione che non fugga dalle proprie responsabilità” scrivono in una nota: “ll dato politico impone un atto di responsabilità: il sindaco Sala deve rassegnare le dimissioni”. “Sala abbia un sussulto di dignità e rassegni le dimissioni” dice Riccardo De Corato, deputato di Fratelli d’Italia ed ex vicesindaco nelle giunte milanesi di centrodestra.

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