domenica 27 Luglio 2025

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

CIBI SCADUTI da venti anni, deiezioni di topi, ragnatele: chiuse dai Nas quattro locande sull’Appennino bolognese

Oltre “700 chili di carni (daino, cervo, cinghiale, bovino), trote salmonate, salumi, latticini, bevande ed altri alimenti scaduti anche da oltre 20 anni, in attesa di essere somministrati o utilizzati nella preparazione dei piatti da servire” sequestrati, per un valore complessivo di circa 35.000 euro, con immediata segnalazione alle Ausl per l’emissione dei provvedimenti di competenza. A questo si aggiungono la sospensione di quattro attività di ristoro, per un valore che si aggira sui 2,6 milioni di euro, e sanzioni per un totale di 27.000 euro. Questo, fanno sapere i Carabinieri del Nas di Bologna, il bilancio dei 16 controlli svolti nell’ultimo mese in “rifugi, punti di ristoro e locande di montagna dell’Appennino“.  Di tutte le attività controllate, solo quattro sono state “pienamente promosse”, mentre nelle altre sono emerse “irregolarità anche molto gravi“. Delle locande chiuse non vengono indicati né il nome né la località.

Per quanto riguarda le condizioni igienico-sanitarie, i Carabinieri “spesso si sono trovati davanti ad animali come gatti e cani di grossa stazza liberi di muoversi nei magazzini alimentari e anche, in alcuni casi, tra i piani di lavoro con le pietanze in preparazione”. In altri casi, le cucine “risultavano totalmente annerite dal fumo dei fuochi e gli intonaci delle pareti e dei soffitti distaccati e anche caduti sui piani di lavorazione e sui fornelli”. Diversi magazzini erano poi “letteralmente invasi da ragnatele e muffe, che li rendevano assolutamente insalubri per gli alimenti freschi che vi erano conservati, spesso anche in assenza di adeguata copertura e protezione”.

Tra le situazioni più gravi, dal Nas segnalano che “nelle pertinenze di una locanda di montagna è stata accertata la presenza di un magazzino di alimenti e bevande e di un laboratorio per la preparazione di pasta all’uovo ricavati abusivamente in un garage in pessime condizioni igieniche, con decine di deiezioni di roditori sul pavimento”. Un altro magazzino di bevande e alimenti (anche deperibili come le uova) era invece “stato fatto in una legnaia semi-aperta“, e “un congelatore a pozzetto contenente carni di cervo e funghi è stato trovato nel bagno privato“. Sono poi state trovate, nel corso dei controlli, “affettatrici con residui rancidi di salumi, non sanificate da tempo, e impastatrici mai deterse a seguito dei continui impieghi per produrre impasti per pasta fresca e panificati”.

In alcune circostanze sono stati rinvenuti “alimenti scaduti anche da anni“. Ancora, in tre rifugi “venivano preparate confettura e verdure sottolio in vasetti senza adeguate procedure di pastorizzazione, necessarie per evitare rischi legati al botulino”. I militari hanno poi “riscontrato la frequente abitudine di congelare irregolarmente (senza avvalersi di opportuno abbattitore di temperatura) e conservare carni e altri alimenti per anni prima di servirli ai clienti”, e molte carni, soprattutto di cacciagione, sono risultate “irrintracciabili e non attribuibili a canali di fornitura ufficiali”. Infine, in un rifugio sono stati trovati “oltre cinque chili di tartufo nero estivo privo di indicazioni sul canale di approvvigionamento”, e in un’altra struttura “sei chili di porcini essiccati dai gestori”, che non sono stati in grado di esibire “documenti che ne attestassero l’avvenuta verifica sulla commestibilità e salubrità eseguita dall’ispettorato micologico dell’Ausl”.
Fonti: Nas Arma dei carabinieri, Agenzia Dire – www.dire.it, 

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