giovedì 18 Settembre 2025

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

UNIVERSITA’ PER POCHI? / Studenti alle prese con affitti non più sostenibili

Vuoi studiare in una università milanese o di Roma? Dovrai convivere con un affitto proibitivo ormai destinato a raggiungere il tetto massimo, anche se la situazione non è più rosea nelle altre città sedi di atenei, soprattutto del Centro Nord. A questa sconfortante conclusione arriva il report sul mercato delle locazioni universitarie per studenti (e professori) stilato da SoloAffitti. (Nella foto, una recente protesta degli studenti per il caro affitti).

In molte città del Nord la prospettiva è di stabilità, con la sola Milano che, come spesso accade, anticipa i trend nazionali: le stanze singole oscillano tra i 650 e i 700 euro, con un leggero segnale di contrazione. Nel capoluogo lombardo si è registrato però uan richiesta di affitto per una stanza di 730 euro. C’è da segnalare però, tra il 2022 e quest’anno,  una forte contrazione delle richieste di affitto in città: – 63 per cento, mentre gli immobilki disponbili sono cresciuti, sempre negli ultimi tre anni, del 38 per cento. Dati che dimostrano il fatto che i canoni richiesti dai proprietari di immobili non sono più alla portata delle famiglie degli studenti che preferiscono altre soluzioni, ovvero alloggi in periferia o, addirittura, ricorrere al penodlarismo.

Tra le altre grandi città – si legge nel rapporto – Torino, Trieste e Genova presentano i prezzi più accessibili in assoluto al Nord, con stanze singole comprese tra i 300 e i 400 euro, e punte fino a 450-500 euro per soluzioni di qualità superiore o in posizione strategica. In generale, però, l’aumento degli affitti pesa sulle tasche degli studenti e delle loro famiglie per 150 euro al mese. Non viene risparmiata dal caro affitti anche Bologna una delle più importanti città universitarie d’Europa che propone agli studenti canoni elevati anche per locali di modeste dimenioni e qualità non all’altezza della sua antica fama. Un’inversione rispetto agli anni passati che chiunque può toccare con mano.

Al Centro, Roma è la più costosa, con canoni intorno ai 600 euro. A seguire, Firenze e Pisa, dove si prediligono zone centrali o ben collegate, con prezzi tra i 300 e i 350 euro in media, e punte fino a 450 euro per stanze con bagno privato.

“La media di 613 euro per una stanza singola mette in evidenza un tema che porta a definire la situazione  insostenibile da parte dell’Udu, l’Unione degli studenti universitari.Un caro prezzi che colpisce non solo gli studenti. Ad esempio Uil Scuola denuncia per l’anno scolastico 2025-2026 gravi difficoltà a Firenze per trovare alloggi a prezzi sostenibili per i docenti e gli impiegati amministrativi.

SITUAZIONE GENERALE DEGLI AFFITTI

Qual è il fattore che incide sui canoni di locazione in generale? In primo luogo il bisogno dei proprietari di ricavare il massimo reddito, sia in presenza di studenti sia di famiglie di lavoratori, poi l’incubo della morosità, fenomeno abbastanza diffuso nel nostro Paese, stando a un’indagine sugli insolventi condotta nel 2024.

Un inquilino su due lascia l’immobile senza aver pagato l’affitto e la percentuale di chi paga in ritardo, in Italia, è del 62%. Questa la fotografia scattata alcuni mesi fa da SoloAffitti, gruppo che opera da oltre 25 anni nel mercato della protezione della rendita immobiliare.

La maggior parte degli inquilini che interrompe il pagamento del canone d’affitto è di genere maschile (68,8%) ed è concentrata nelle fasce d’età 40-49 anni (31,7%), 50-59 anni (25,4%) e 30-39 anni (22,8%); la morosità tende a scendere per inquilini più “anziani” (12,1% per la fascia d’età 60-69 e 6,3% per gli ultrasettantenni), ed è molto contenuta nella fascia d’età 18-29 anni (1,8%). A differenza di quanto si potrebbe pensare, dunque, la morosità è legata principalmente alla fascia d’età attiva e lavorativa, generalmente associata al raggiungimento della stabilità economica e all’aumento del reddito.

Altro dato inaspettato riguarda la distribuzione percentuale della morosità per fasce di canone di locazione previsto dal contratto d’affitto: la stragrande maggioranza delle segnalazioni di morosità (il 63,9%) è infatti concentrata nella fascia più bassa di canone, fino a 500 euro, mentre il 29,9% riguarda canoni compresi fra 501 e 750 euro e solo il 6,3% riguarda canoni superiori ai 750 euro mensili. Inferiore è il canone da pagare, dunque e maggiore sembra essere la probabilità di un mancato pagamento.

L’attuale situazione generale di mercato – sottolinea Silvia Spronelli, Ceo di SoloAffitti – vede un forte squilibrio fra una domanda di case in affitto in forte crescita (+229% solo nell’ultimo anno secondo l’Ufficio Studi SoloAffitti) e un’offerta inadeguata a soddisfare la richiesta. Le case in realtà ci sarebbero: sono oltre 6 milioni, infatti, gli immobili residenziali di proprietà di persone fisiche potenzialmente destinabili all’affitto, cioè non abitati dal proprietario e non concessi in uso gratuito a parenti. Uno dei motivi per i quali questi immobili vengono tenuti sfitti risiede proprio nel timore dei proprietari di incappare in inquilini morosi, paura che si è acuita negli ultimi anni come conseguenza del blocco degli sfratti attuato nel periodo Covid. Secondo l’Ufficio Studi SoloAffitti, la paura della morosità rappresenta oggi la causa del mancato affitto degli immobili nel 30% dei casi, insieme al timore di non poter rientrare in possesso dell’immobile in caso di necessità e alla volontà di tenere libero l’immobile per esigenze future.

C’è da aggiungere che nel caso degli universitari fuori sede tali timori in gran parte svaniscono poichè la locazione rientra in una casistica meno legata a vincoli soprattutto temporali e che vede una diffusa mobilità degli studenti, anche nella stessa città sede di ateneo. La situazione nelle varie città evidenzia, inoltre, l’insufficienza delle residenze universitarie che vengono assegnate tramite bandi pubblici e i cui costi sono molto contenuti rispetto alle cifre che si registrano sul libero mercato immobiliare.

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