Migliaia e migliaia di persone in piazza, dal Nord al Sud dell’Italia, al grido di “Palestina libera”: le immagini che arrivano dalle diverse città. Anche a Pescara affollato corteo con lo slogan: “Fermate Erode”

di Diego Giorgi, Davide Landi, Marco Tribuzi, Antonella Salini e Antonio Bravetti dell’Agenzia Dire – www-dire.it
BOLOGNA – Migliaia e migliaia di persone in piazza, dal Nord al Sud dell’Italia – al grido di “Chiuso “per manifestazione”-  hanno bloccato il casello dell’A1 di Calenzano, vicino a Firenze. L’uscita, conferma anche Autostrade sul proprio sito, “è chiusa per manifestazione“. Le persone in piazza sono migliaia: “Abbiamo bloccato l’autostrada da Firenze a Bologna”, dicono gli attivisti negli interventi prima della partenza del corteo indetto dall’Usb e dai Cobas.

 

Una frangia di manifestanti del corteo ha tentato di sfondare gli ingressi: la polizia ha reagito. Danni e treni bloccati, poi la guerriglia. Un gruppo di giovani vestiti di nero ha cercato di entrare nella fermata della metropolitana della Stazione Centrale ed è venuto a contatto con la Polizia. L’ingresso della stazione è devastato. I treni per oltre un’ora hanno saltato la fermata Centrale. Segnalati diversi feriti. Il personale sanitario del 118 ha soccorso una decina di persone.

 

Per dire “basta”.  Lo sciopero per Gaza riempie piazza Maggiore a Bologna: i manifestanti si sono radunati nel cuore della città arrivando da più punti e, oltre alla centralissima piazza Maggiore, riempiono anche la vicina piazza del Nettuno.

“La scuola libera non si censura“: la giornata di protesta per Gaza a Bologna è cominciata presto, con centinaia di studenti ma anche docenti e personale Ata scesi in strada. Davanti alla sede dell’ufficio scolastico regionale di largo Respighi infatti sonoalmeno 300 i manifestantidel mondo della scuola, ma crescono di minuto in minuto, per dire “no al genocidio del popolo palestinese e alle Complicità del governo Meloni”, in vista della manifestazione cittadina che partirà da piazza Maggiore alle 10.30. Per questo, gridano i presenti, si fermano i trasporti, si ferma la società civile, “e si ferma anche la scuola”. Nel frattempo, la Polizia fa sapere che per le proteste i collettivi universitari di Cua e Cambiare rotta nella mattinata hanno transennato gli accessi principali del Rettorato in via Zamboni. Gli studenti scesi in piazza per la Palestina a Bologna si sono trovati prima davanti all’ufficio scolastico, per poi passare davanti al Rettorato, transennato per l’occasione poche ore prima dai collettivi. E infine dritti in corteo verso piazza Maggiore, dove alle 10.30 comincerà la manifestazione cittadina. A Bologna sono a migliaia gli studenti scesi in piazza per la Palestina e . “Blocchiamo tutto”, gridano a ripetizione quelli delle superiori e dell’Università di Bologna, sventolando le bandiere palestinesi in via Zamboni.

 

PESCARA. Affollata manifestazione pro Palestina ieri sera (nella foto da Il Centro). “Siamo tutti equipaggio di terra della Sumud Flotilla, “Viva la Palestina dei bambini”, ‘Fermiamo Erode”, “Sangue di innocenti sulle mani di potenti”: campeggiano su striscioni e cartelli esposti in corteo a Pescara dove corca un migliaio di persone stanno partecipando alla manifestazione organizzata in concomitanza con lo sciopero nazionale indetto da Usb e sindacati di base (Cub, Adl, Sgb) per la Palestina.

Migliaia di persone sono in piazza dei Cinquecento (sotto nella foto) per la manifestazione in sostegno della Palestina. In giro per Roma ci sono decine di cortei che stanno convergendo verso la stazione Termini. La manifestazione, prevista come sit-in, potrebbe diventare itinerante una volta che il numero di persone sarà aumentato con l’arrivo dei pre-concentramenti.

Migliaia di studenti e studentesse delle scuole superiori sono arrivati a piazza dei Cinquecento, di fronte alla stazione Termini, per la manifestazione a sostegno della Palestina indetta dall’Unione sindacale di base (Usb). Sono arrivati dopo aver sfilato lungo via Cavour sventolando bandiere palestinesi. “Vedo una grande adesione, diverse migliaia di persone” sono in piazza, secondo il questore di Roma, Roberto Massucci, a protestare in favore della Palestina. “C’è una grande partecipazione, soprattutto dal punto di vista degli studenti sia universitari che liceali- ha spiegato Massucci a margine dell’evento ‘Presente & Futuro dell’emergenza Urgenza’ organizzato dall’Ares 118 in occasione del suo ventennale- In questo momento stiamo registrando 7 punti di afflusso, che sono sostanzialmente 7 cortei che confluiscono nell’area del preavviso della manifestazione. E’ una giornata in cui sarà importante il senso di responsabilità di tutti, per quanto riguarda le forze dell’ordine abbiamo studiato bene l’approccio e lo scenario operativo e cercheremo di rendere possibile la giornata di protesta e garantire il rispetto degli altri cittadini”.

TRIESTE. Sono quasi tremila (un migliaio secondo la Questura) le persone che oggi alle 10 hanno risposto alla chiamata davanti al varco quattro del Porto di Trieste (Terminal container) dell’Usb, il sindacato che oggi ha proclamato lo sciopero generale per la Palestina. “Siamo una marea umana e questo la dice lunga del senso di convinzione di dover essere qui e protestare e denunciare quello che sta avvenendo in Palestina: un genocidio che noi vogliamo fermare- spiega Sasha Colautti, della segreteria nazionale Usb-. Come vogliamo fermare il rapporto che ha il governo Meloni nei confronti dello stato di Israele. Attraverso Trieste, e siamo qui apposta, c’è un rapporto commerciale verso Israele. Passano materiali, negli altri porti vengono inviate addirittura le armi. Ed è per questo che oggi in tutta Italia ci sono 100 manifestazioni e blocchi in tutte le aree portuali”. La larga parte dei presenti sono giovani, ma vi sono anche rappresentanti di associazioni, di partiti di sinistra e del Movimento 5 stelle e cittadini simpatizzanti, alcuni anche con bambini piccoli. Modesta la presenza delle forze dell’ordine, che si sono posizionate unicamente alla tutela del varco portuale. “Siamo qui oggi per dire basta alla complicità, perché non siamo disponibili a voltarci dall’altra parte, a chiudere gli occhi mentre si sta sterminando un’intera popolazione in Palestina, a Gaza e Cisgiordania”, prosegue Colautti.

“Ovviamente non siamo qui soltanto per la solidarietà, ma anche perché quello che avviene in Medio Oriente ci riguarda direttamente. Le scelte di questo governo e dell’Europa incombono con l’economia di guerra- spiega-: 800 miliardi destinati al riarmo, mentre manca tutto, sulla sanità, sulla scuola, i lavoratori percepiscono oramai salari bassissimi. Noi vogliamo risposte su questo, e oggi tutti devono capire che quello che avviene in Palestina non è così lontano. C’è un’economia del genocidio, e noi questo vogliamo denunciare”. Un breve momento di tensione si è avuto quando l’organizzazione della manifestazione ha annunciato di voler entrare nel Porto. Una trattativa tra i rappresentanti Usb e la Digos ha scongiurato lo scontro. Tuttavia il presidio ha annunciato di voler precedere a un corteo verso la città, non autorizzato, ma a conoscenza delle forze dell’ordine.

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