“Denunciate con forza la stretta anti-immigrati di Donald Trump”. Questa la direttiva che il Papa ha rivolto mercoledì ai vescovi degli Stati Uniti in visita al Vaticano. “E’ una questione che mi preoccupa personalmente” ha aggiunto Leone XIV. A riferirlo sono alcuni dei partecipanti all’incontro che si è svolto a porte chiuse, che ha riunito esponenti del clero e operatori sociali in gran parte provenienti dal confine meridionale USA-Messico. Finora la Santa Sede non ha confermato ufficialmente la notizia né rilasciato dichiarazioni in merito al meeting.
Secondo l’agenzia di stampa Reuters, a Prevost sarebbero state recapitate decine di lettere scritte da immigrati che documentano la paura di essere deportati da un giorno all’altro a causa della stretta sui clandestini. In una delle missive, scritta in spagnolo, una famiglia senza documenti avrebbe chiesto esplicitamente al vescovo di Roma di “parlare apertamente contro le retate e i maltrattamenti che la nostra comunità sta subendo”.
“Il Santo Padre è molto coinvolto personalmente in queste questioni”, ha commentato Mark Seitz, vescovo progressista di El Paso. “Ha espresso il desiderio che la Conferenza Episcopale degli Stati Uniti si esprima con forza su questo tema. Sapere che ci incoraggia a farlo significa molto per tutti noi.” Martedì sera Papa Leone aveva già ricevuto, sempre a porte chiuse, un centinaio di cattolici americani impegnati nella pastorale dei migranti, ringraziandoli per il loro lavoro.
Nativo di Chicago e primo pontefice statunitense della storia, Leone conosce bene anche l’America Latina, avendo prestato servizio per quasi quarant’anni come missionario agostiniano e poi come vescovo di Chiclayo, in Perù. Nelle ultime settimane il pontefice agostiniano ha cominciato a moltiplicare le sue prese di posizione contro Trump, ad esempio mettendo in discussione la compatibilità delle politiche anti-immigrazione con i principi pro-vita della dottrina cattolica – e arrivando ad equiparare la crociata contro i migranti all’aborto. La traccia morale del suo pontificato potrebbe rendere ancora più teso il già complicato rapporto tra la Chiesa romana e l’ala conservatrice del cattolicesimo americano, già incrinatosi durante gli undici anni di pontificato dell’argentino Francesco.
Negli scorsi giorni, il Palazzo Apostolico non sembrerebbe ad esempio aver gradito troppo le esternazioni del cardinale di New York Timothy Dolan, che ha paragonato il defunto attivista di estrema destra Charlie Kirk all’apostolo San Paolo (“un eroe”).
Dolan, tra i leader religiosi ritenuti più vicini a Trump (e presente alla sua inaugurazione a gennaio), ha presentato negli scorsi mesi le proprie dimissioni per raggiunti limiti d’età. Il successore dovrà essere scelto proprio da Papa Leone, che secondo i media USA starebbe valutando il profilo del vescovo texano Daniel Flores, noto per le sue posizioni contro la violenza armata e a favore dell’accoglienza dei migranti. E a capo di una diocesi, quella frontaliera di Brownsville, composta quasi al 90% da credenti ispanici.
FONTI: Reuters, Vaticano news, Agenzia Dire – www.dire.it, conferenza episcopale Usa