Nicolas Sarkozy è nella prigione parigina di “La Santé”, il primo ex presidente della Repubblica francese a finire in carcere. Deve scontare la condanna a cinque anni per associazione a delinquere con l’intento di utilizzare fondi libici per la sua campagna elettorale del 2007. “Un errore giudiziario”, lo ha sempre definito Sarkozy.
Sarkozy ha lasciato la sua abitazione a piedi, accompagnato dalla moglie Carla Bruni, tra gli applausi della folla, che pochi minuti prima aveva cantato la Marsigliese. L’ex presidente ha salutato la folla, ma non ha rivolto una parola ai presenti né ai giornalisti, prima di salire a bordo di un’auto. Sui social ha lasciato un messaggio: “Mentre mi preparo a varcare le mura del carcere, il mio pensiero è rivolto al popolo francese. Voglio dire loro con la forza incrollabile che mi è propria che non è un ex presidente della Repubblica quello che viene rinchiuso questa mattina, ma un uomo innocente. Continuerò a denunciare questo scandalo giudiziario, questa via crucis che ho subito per più di dieci anni” si legge prima di aggiungere che “la verità trionferà”, ma il “prezzo da pagare sarà stato soverchiante”.
Il legale di Sarkozy, Christophe Ingrain, ha dichiarato: “Mentre parliamo, la richiesta di rilascio è stata presentata. Non c’è rischio di recidiva, né di distruzione delle prove – non ci sono prove -, né di pressioni sui testimoni”, ha aggiunto giustificando la richiesta di rilascio. La Corte d’appello ha 2 mesi di tempo per decidere in merito alla richiesta di rilascio e il tempo medio a Parigi è di un mese.
Il 25 settembre i giudici francesi hanno disposto l’immediata incarcerazione di Sarkozy per associazione a delinquere, senza attendere l’appello previsto prima dell’estate. Nelle motivazioni si parla di “gravità eccezionale dei fatti”: l’ex presidente avrebbe consentito ai suoi collaboratori Brice Hortefeux e Claude Guéant di avviare contatti con Tripoli per finanziare la campagna del 2007 con fondi dell’allora regime di Muhammad Gheddafi. Pur senza prove di “versamenti diretti”, la corte ha rilevato “movimenti finanziari riconducibili alla Libia”.
In questo contesto il presidente francese, Emmanuel Macron, ha ricevuto all’Eliseo l’ex capo dello Stato prima dell’incarcerazione. “Ho sempre espresso pubblicamente opinioni molto chiare sull’indipendenza dell’autorità giudiziaria nel ruolo che ricopro” ha però tenuto a puntualizzare il presidente. “Ma era normale che, dal punto di vista umano, ricevessi uno dei miei predecessori, in questo contesto” ha affermato. L’incontro, come appreso dall’emittente Bfmtv – da un amico vicino al presidente della Repubblica – si sarebbe svolto venerdì scorso, quattro giorni prima dell’incarcerazione.
Tra l’altro, l’ex presidente avrebbe rifiutato la proposta di una cella singola, nonostante l’amministrazione penitenziaria avesse previsto l’isolamento per ragioni di sicurezza. Sarebbe rinchiuso in una cella di 11 metri quadrati, con una finestra sigillata e un piccolo televisore. Sarà sorvegliato giorno e notte. L’ex capo di stato disporrà di un’ora d’aria al giorno, da solo, e potrà accedere su turnazione alla piccola palestra e alla biblioteca dell’istituto. Sarkozy ha fatto sapere che ha portato con sé 10 fotografie dei propri cari e tre libri: “Il Conte di Montecristo”, in due volumi, e la “Vita di Gesù” di Jean-Christian Petitfils.