lunedì 27 Ottobre 2025

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

NUCLEARE ADDIO / Abbattute con l’esplosivo le due torri della centrale di Gundremmingen in Germania – video

Le torri di raffreddamento della centrale nucleare di Gundremmingen, in Baviera, sono state fatte esplodere sabato davanti a circa trentamila spettatori. Con l’abbattimento si chiude un capitolo lungo più di quarant’anni: le torri, visibili dal 1980, erano diventate parte del paesaggio. L’impianto, inattivo dal 2017, è uno dei simboli della svolta tedesca verso l’abbandono del nucleare, avviata nel 2011 dopo il disastro di Fukushima. Per la demolizione sono stati utilizzati seicento chilogrammi di esplosivo in oltre milleottocento fori; il materiale sarà riciclato come inerte per l’edilizia. RWE, la società energetica che ha gestito l’impianto, assicura che le torri non sono mai entrate in contatto con la radioattività durante la loro fase operativa.

Per molti residenti si è trattato di un momento storico, come ha raccontato alla Reuters Elisabeth Kostolnik: “Era un punto di riferimento, e ora è storia”. Ma l’evento ha anche riacceso un dibattito che in Germania non si è mai sopito. Con la chiusura definitiva degli ultimi tre reattori nel 2023, il Paese ha completato un processo durato oltre un decennio.

Tuttavia, l’aumento dei prezzi dell’energia dopo l’invasione russa dell’Ucraina e la difficoltà di garantire approvvigionamenti stabili hanno spinto parte della classe politica a chiedersi se la rinuncia al nucleare sia stata una scelta lungimirante. In Baviera, il ministro-presidente Markus Söder e altri esponenti conservatori si sono espressi più volte per un possibile ritorno all’atomo, posizione che incontra però lo scetticismo degli operatori: secondo l’amministratore delegato del gruppo energetico RWE, Markus Krebber, la costruzione di nuove centrali richiederebbe tempi troppo lunghi per incidere sulla crisi attuale.

In realtà, al di là della scelta di abbandonare il nucleare, ciò che ha influito sulla politica energetica tedesca negli ultimi anni è la dipendenza nei confronti della Russia. Per oltre due decenni Berlino ha legato la propria sicurezza energetica alle forniture di gas russo, promuovendo progetti come Nord Stream 1 e 2 sotto governi sia socialdemocratici che cristiano-democratici. Una strategia che ha garantito per anni gas a basso costo all’industria tedesca, ma ha anche creato una forte dipendenza da Mosca. Dopo il 2022, i nodi sono venuti al pettine

 

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