Nel cuore del Parco del Delta del Po, nel Ferrarese a Goro, l’Isola dell’Amore è una lingua di sabbia nella quale si formano dune che si trasformano e si muovono con le maree e il vento. Si tratta di una riserva naturale dove non esistono sentieri ma si può camminare in libertà, sia sulla spiaggia, sia nella parte più interna, dove si trovano le lagune. E’ una delle migliori spiagge d’Italia, ma ogni anno subisce le conseguenze più nefaste da parte di turisti poco sensibili alla difesa dell’ambiente: lasciano plastiche e rifiuti di ogni genere e, cosa vietata, costruiscono capanne anche di grandi dimensioni.
L’isola si presenta libera, selvaggia, dalla natura incontaminata, ideale per
trascorrere una giornata circondati dalla bellezza di un’oasi naturale e di un faro! Il faro di Goro, costruito negli anni Cinquanta, è l’unica costruzione presente sull’isola che ha sostituito l’ottocentesca Lanterna Vecchia, allontanatosi dal mare a causa dei depositi fluviali. Alto ben 22 metri, è anche l’unico luogo dovesi può trovare un punto di ristoro.
Nel 2017, Legambiente indicò l’Isola dell’Amore come una delle 13 migliori spiagge. Tuttavia, trovandosi alla foce del Po di Goro, non è difficile trovare, passeggiando, rifiuti, spesso trasportati a riva dal mare ma anche dai turisti di cui si diceva. Tra le sue dune crescono numerose specie vegetali, nidificano e vivono anche tante specie quali la rondine di mare e le tartarughe marine.
Ebbene, il Comune di Goro ha aderito al protocollo Plastic Free Emilia e Veneto – firmato dalla sindaca Marika Bugnoli e da Irene Turola referente Plastic Free Goro – e ora per i maleducati non ci sarà più posto. Sabato scorso, sulla spiaggia dell’isola dell’Amore sono arrivati con sacchetti, rastrelli e pinze decine di volontari per pulirla e fare in modo di tornare a farla risplendere e a far respirare l’ambiente.
L’isola è entrata così nel mondo che vuole essere liberato dalla plastica e anche dal comportamento maleducato dei tanti turisti. I rifiuti vengono riversati dal mare, ma in gran parte sono lasciati dai turisti incoscienti, vengono chiamati “i vandali in bermuda”, che si accampano nelle tende anche per il barbecue e nelle costruzioni di legno innalzate in tutta l’isola. “E’ vietato, ma ogni anno il fenomeno si ripete. Tra l’altro è anche pericoloso”, spiega Erik Scabbia, il guardiano del faro, un posto incantato spesso meta delle gite di famiglie e scolaresche.
