lunedì 22 Dicembre 2025

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

CITTA’ SICURE, VITALI E GODIBILI con l’Economia della Notte

Alle 8 di sera sulle nostre città viene messo un coperchio e… arrivederci a domani. La mancanza di sicurezza, infatti, è troppo spesso abbinata all’oscurità, alla notte che tutto confonde e nasconde, compresi pericoli e malintenzionati. E’ proprio il deserto notturno che riscontriamo nelle nostre città la prima causa scatenante della paura con la conseguente percezione di insicurezza e di violenze sempre in agguato.
Questo luogo comune abbastanza diffuso che a una certa ora ci costringe a rintanarci in casa sta per avere le ore contate in molte città, non tutte metropoli,  che stanno dando vita a progetti per arrivare a un’economia della notte che renda la vita al buio più godibile e, soprattutto, sicura, che scalzi i fattori che le fanno ritenere insicure e piene di insidie. In Italia, le città interessate sono finora Genova, Bolzano, Bologna e Bari, unite nel progetto europeo del 2023 chiamato Cities After Dark (città dopo il buio) con Braga (capofila della rete), Parigi, Tallinn, Varna, Zara, Nicosia di Cipro, Budva, Malaga e Pireo.
Il progetto, co-finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), nell’ambito del programma URBACT IV, ha come obiettivo la promozione di uno sviluppo urbano integrato e sostenibile. Cities After Dark vuole valorizzare l’economia della notte come motore di crescita, sostenibilità e ripresa, garantendo a tutti il diritto di vivere la città anche durante le ore notturne. Al tempo stesso, supporta le amministrazioni locali nella definizione di sistemi collaborativi che governino l’economia notturna.
Ma come impatta la vita nella notte, sui servizi pubblici? È possibile conciliare le necessità di riposo dei residenti con le esigenze di divertimento e di lavoro di operatori commerciali, associazioni, singoli cittadini? E ancora: è possibile sostenere concretamente le famiglie in cui si lavora di notte? La notte pone sfide complesse che richiedono politiche integrate su sicurezza urbana, parità di genere, vitalità culturale, inquinamento acustico e luminoso, regolamentazione della vendita di alcolici, orari di apertura dei locali e, perché no?, di biblioteche, librerie, spazi teatrali e forum.
Genova è la prima città italiana a partecipare al progetto europeo, un’iniziativa ambiziosa che affronta in modo innovativo e concreto il tema della movida, della sicurezza e dell’economia della notte– dichiara l’assessora comunale, Tiziana Beghin- Crediamo che anche la notte sia un tempo da vivere, non da temere. Il diritto di abitare le città nelle ore serali e notturne, in modo sicuro, inclusivo e sostenibile, è parte integrante della qualità della vita urbana. Non si tratta solo di regolare, ma di costruire un equilibrio tra svago, lavoro, socialità e rispetto per chi vive nei quartieri. Il progetto “Cities After Dark” ci offre uno strumento importante per sviluppare modelli di governance condivisi, coinvolgendo attivamente cittadini, esercenti, forze dell’ordine, operatori culturali e sanitari. Vogliamo passare ad un sistema collaborativo e strutturato, che valorizzi l’economia notturna come opportunità culturale, occupazionale e sociale, senza trascurare i bisogni di chi la città la abita ogni giorno, e ogni notte. Genova vuole essere una città viva, moderna, europea. Partecipare a questo progetto significa investire in inclusione, ascolto e innovazione, costruendo insieme una notte che sia uno spazio di diritti, sicurezza e sviluppo sostenibile”.
Le città sono disegnate per essere pienamente funzionali nelle ore diurne, ma numerosi servizi e funzioni prendono vita dalle sei di pomeriggio alle sei di mattina – sottolinea il Lead Expert del progetto, Simone d’Antonio – Non si tratta solo dei settori tradizionalmente legati alla notte, come cinema, teatri, musica dal vivo o ristorazione, ma anche porti, ospedali e servizi pubblici che rappresentano comparti in grado di impiegare migliaia di persone ogni giorno. Con la rete Cities After Dark stiamo accompagnando dieci città europee nella definizione di azioni-pilota e piani integrati che esplorano le potenzialità della notte come dimensione di innovazione, sviluppo e coesione sociale. Dal riuso temporaneo di aree verdi e spazi pubblici per attività culturali e comunitarie nelle ore serali e notturne, all’estensione del trasporto pubblico e degli orari di apertura di asili, negozi e biblioteche, con Cities After Dark stiamo testando nuovi modelli di vivere urbano che garantiscano il diritto alla città di notte per tutti. Allo stesso tempo, Cities After Dark sta promuovendo forme inedite di governance collaborativa della notte, dialogando con città che in Europa e nel mondo stanno affrontando questa tematica e favorendo la trasformazione dei gruppi partecipativi coinvolti nel progetto in vere e proprie Night Commission, dove gli attori del settore, la società civile e il mondo istituzionale possano dialogare e realizzare insieme azioni comuni per rilanciare un settore-chiave per la vivacità economica e culturale delle nostre città”. “L’importanza che la notte assume nella buona salute del comparto non soltanto commerciale ma anche dei pubblici esercizi è un tema particolarmente sensibile a Genova– dichiara Alessandro Cavo, vicepresidente della Camera di Commercio di Genova.
“L’economia delle notte è un passaggio cruciale per approfondire il lavoro che stiamo portando avanti a livello locale – dichiara Nuno Gouveia, senior advisor del sindaco di Braga e capofila del network- Le discussioni sugli schemi di attuazione e sulle risorse sono essenziali per trasformare i nostri Piani d’Azione Integrati da ambizione a realtà. Genova offre il palcoscenico perfetto per riflettere e procedere insieme, e oltre a questo, è una città con cui Braga condivide un forte legame di apprendimento reciproco e cooperazione. Essere il leader della rete Cities After Dark è un elemento chiave della strategia internazionale di innovazione di Braga. Ci consente di imparare, condividere e co-sviluppare approcci sostenibili e inclusivi all’economia notturna, lavorando a stretto contatto con città che affrontano sfide e opportunità simili”.
Il Piano Integrato di Azione prevede la stesura di un documento strategico a medio e lungo termine, da presentare all’amministrazione locale come proposta per una vita notturna più equa e sostenibile per tutti. Anche Bolzano si appresta ad aderire al progetto, così come Bologna che ha già reso nota una ricerca approfondita sulla vita e sull’economia della notte. (Leggi) . Il Comune ha già insediato la Commissione Consultiva per la Notte, presieduta dalla vicesindaca con delega alla notte Emily Clancy.

I PRIMI COMMENTI. Non è solo una percezione: Stefania Baroncelli, consigliera comunale dell’opposizione (è del PD) e professoressa dell’università di Bolzano coinvolta nel progetto, conferma che le aree della città più attive sono tendenzialmente anche le più sicure. Un esempio, dice, è WaltherPark, un’area vicino alla stazione che dopo essere stata riqualificata per ospitare un centro commerciale, uffici, appartamenti e ristoranti è più frequentata ed è migliorata anche dal punto di vista della sicurezza (e della percezione che le persone ne hanno).

La mancanza di vita notturna a Bolzano crea anche altri problemi. Dice Matthias Cologna, consigliere comunale 33enne del partito Team K, di opposizione: «Manca una cultura dell’essere giovane a Bolzano: molti ragazzi tra i 20 e i 35 anni se ne vanno anche perché non c’è un’offerta culturale e di intrattenimento soddisfacente». Anche secondo Zeno Oberkofler, consigliere 27enne dei Verdi, manca un’integrazione tra la vita della città e quella dei giovani, soprattutto degli studenti dell’università.

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