“La nomina a professore ordinario all’Università di Verona del figlio dell’ex rettore dell’ateneo è la dimostrazione di quanto ho denunciato in Senato: ogni concorso è fatto su misura per qualcuno. Riccardo Nocini è stato, infatti, l’unico candidato al concorso indetto dall’Università veneta e, a soli 33 anni – a distanza di due anni dal conseguimento della specializzazione – è diventato professore ordinario di otorinolaringoiatria presso il Dipartimento che era stato diretto proprio dal padre Pier Francesco Nocini, poi diventato anche rettore dell’ateneo. Questo caso è l’ennesimo esempio di un sistema marcio dalle fondamenta: ormai tutti sanno che si fanno i bandi ad personam, nessuno si stupisce più”.
«In Italia l’80% del personale docente ha svolto tutta la propria carriera accademica all’interno della stessa Università. La media europea è del 55%, quella del Regno Unito del 35%. Il risultato? Tra le 100 migliori università del mondo non c’è neanche un’università italiana. 40 sono negli Stati Uniti, 10 nel Regno Unito, 7 in Germania e 5 in Francia».
Andrea Crisanti, microbiologo, docente all’università di Padova e all’Imperial College di Londra, senatore del PD, lo scrive sul suo profilo Instagram dove ribadisce la necessità di bandi aperti negli atenei. «Un professore non può studiare, fare ricerca, fare la specializzazione e poi diventare professore a contratto e infine ordinario sempre all’interno della medesima Università, all’estero questa cosa è rarissima. Senza un intervento strutturale, i nostri atenei continueranno a perdere credibilità. Poi non stupiamoci se i ragazzi se ne vanno all’estero e non tornano più». Appena qualche giorno prima che la vicenda di Verona salisse alle cronache, Crisanti aveva postato un intervento fatto in Parlamento sul tema. «In quarant’anni di carriera non sono a conoscenza di un singolo concorso di cui non si sapesse in anticipo il vincitore», dice dai banchi del Senato.
