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NOTA. Questa tregua non convince affatto. Si è scherzato troppo con la nostra fanciullesca ingenuità. I dubbi: gli ayatollah resteranno al potere? E il cambio di regime? I ragazzi e le ragazze di Teheran saranno ancora una volta lasciati soli con il loro coraggio (questo sì, altro che il coraggio appeso alle bombe), continueranno a rischiare l’impiccagione? Ma Khamenei non doveva andare via? addirittura essere ucciso? Quale compromesso è stato raggiunto tra i nemici?
A casa mia, le guerre si cominciano anche per cambare le cose, molti, diciamoci la verità, ci speravano, anche se è quasi impossibile esportare con le bombe la democrazia e la libertà. Penso che il lancio di missili sulla base Usa in Qatar (furbi i sottanoni tagliagole sciiti) e la minaccia di chiudere lo Stretto di Hormuz (il petrolio sopra ogni cosa) abbiano convinto Trump a non continuare la guerra, che pochi in America vogliono. Gli americani devono pensare alla profonda crisi che li attanaglia, altro che potenza che guida il mondo. La banda asserragliata alla Casa Bianca – con appena dodici “petardi” lanciati dall’Iran non senza l’avvertimento al nemico yankee – ha avuto paura del conflitto. Le parole e i proclami sono aria fritta, i fatti ci riportano sempre sulla nuda terra, alla realtà.