di Paolo Boldrini
“Specchio, specchio delle mie brame, qual è la Gazzetta più antica del reame?”. In attesa di conoscere la fine della favola, una risposta arriva da questa ricerca che regala qualche sorpresa. Nel braccio di ferro editoriale tra Mantova e Parma, infatti, spuntano un terzo e un quarto incomodo. La prima prova è sul libro di Paolo Murialdi, “Storia del giornalismo italiano”.
Capitolo 1. “Negli Stati della penisola, Firenze e Genova sono le prime ad avere una Gazzetta: ma di quella fiorentina, che sarebbe nata nel 1636, non c’è traccia sicura mentre l’avvio della genovese nel 1639 è documentato”. Un’affermazione che scombussola i piani di chi ha sempre creduto che il titolo di giornale più antico d’Italia spettasse alle Gazzette di Mantova e di Parma.
Qualche lettore con i capelli bianchi ricorderà le sfide televisive alla fine degli anni ’80 tra i direttori dei gloriosi quotidiani: Rino Bulbarelli e Baldassarre Molossi. Le rispettive tesi sono note: la Gazzetta di Mantova è nata nel 1664 e ha interrotto le pubblicazioni nel ventennio fascista per cause di forza maggiore (lasciando la piazza alla Voce di Mantova) per tornare nel 1946. La Gazzetta di Parma dal 1735 non è mai mancata.

La Gazzetta di Genova, quattro foglietti, si presenta con articoli in corsivo, di difficile lettura. Non ci sono testata, titoli, firme. Tutto anonimo, a parte una nota nell’ultima pagina: “In Genova, per Pier Giovanni Calenzano”. Era lo stampatore. Gli articoli sono brevi, spesso le notizie arrivano dall’estero; grande importanza ai porti e ai loro traffici di navi. Nel numero più antico, del 29 luglio 1639, si legge tra l’altro: “Fu hieri dal Maggior Consiglio creato Duce di questa Serenissima Repubblica il serenissimo signor Giovanni Battista Durazzo, personaggio in cui oltre all’essere già il terzo della sua famiglia concorrono tutte le virtù principesche come pietà, prudenza, giustitia, vigilanza…”-
Nel 1642, 30 agosto, si parla dei Gonzaga: “La settimana passata s’avanzò il marchese di Bagnasco con un nervo di gente francese nelle Langhe di cui doppo qualche contrasto s’impadronì delle terre di Bisagno, obbligando quelli difensori a ritirarsi nel castello, del quale non li riuscì l’acquisto, perché fu sopraggiunto Vincenzo Gonzaga con 800 cavalli e circa mille fanti lo necessitò a ritirarsi….”. Il protagonista è Vincenzo Gonzaga (1605-1694) del ramo cadetto di Guastalla, figlio di Ferrante II Gonzaga, avventuriero e uomo di guerra. Fu anche viceré e consigliere del governatore di Milano. Poco prima di morire a Salamanca si fece frate.
Da un mare all’altro, a Rimini come annunciato troviamo una Gazzetta con una particolarità: è l’unica dell’epoca con la testata, Rimino. La più antica conosciuta finora è del 10 agosto 1660. La raccolta arriva fino al 26 dicembre 1662, ma ci sono esemplari custoditi in altre città (a Forlì, del 2 agosto 1690).
Come per la Gazzetta di Genova si tratta di quattro fogli senza titoli e firme. Unica indicazione lo stampatore, in ultima pagina: “In Rimino con licenza de’ Superiori per lo Simbeni”. In prima pagina e all’interno notizie da Venezia, Milano, Parigi, Londra, Colonia, Vienna. I giornali del Seicento avevano un orizzonte internazionale. Come anticipato, la prima Gazzetta d’Italia in assoluto sarebbe uscita a Firenze nel 1636, dalla tipografia del forlivese Amadore Massi in società con Lorenzo Landi. Seguirono Genova (1639), Roma (1640), Milano e Bologna (1642), Torino (1645), Venezia (1646), Napoli (1661). Ma di queste ultime manca la prova cartacea.
Le Gazzetta di Mantova e Parma, in conclusione, possono considerarsi i giornali più antichi d’Italia ancora in edicola. Ma non in assoluto.
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Paolo Boldrini, giornalista, ha diretto La Gazzetta di Mantova