Il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, è indagato per corruzione dalla procura di Catanzaro. A rivelarlo, con un video, è stato lo stesso presidente: “Per la prima volta nella mia vita ho ricevuto un avviso di garanzia. Mi dicono nell’ambito di un’inchiesta più ampia che coinvolgerebbe più persone, ma ho ricevuto un avviso di garanzia per corruzione”. Non si sa quale sia la vicenda che vede protagonista il governatore calabrese, che è anche il vicesegretario nazionale di forza Italia.
Sono indagate anche altre quattro persone. L’avviso di garanzia è stato consegnato venerdì dalla Guardia di finanza. L’indagine sarebbe partita da alcune inchieste pubblicate da Enrica Riera sul quotidiano Il Domani in cui si faceva riferimento agli affari tra Occhiuto e un suo collaboratore. Le Fiamme gialle, coordinate dalla Procura di Catanzaro, avrebbero condotto una serie di accertamenti che hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati di Occhiuto, di un suo collaboratore e di altre tre persone. La grana giudiziaria riguarda anche un fedelissimo del governatore, il manager Paolo Posteraro, oggi capo segreteria di Matilde Siracusano, sottosegretaria del governo Meloni e compagna del presidente della Regione. Non si conoscono ancora i contorni dell’inchiesta.
Occhiuto si dichiara estraneo a qualsiasi fatto contestato: “In questi anni ho gestito la Regione con un rigore assoluto, non ho mai fatto niente che si avvicinasse neppure lontanamente all’ipotesi di corruzione”. Quindi il presidente va all’attacco: “Solitamente si dice: ‘Sono sereno, confido nella magistratura’. Sono sereno un piffero, perché essere iscritto nel registro degli indagati per me è una cosa infamante: è come se mi avessero accusato di omicidio”.
Nel video pubblicato Occhiuto si rivolge ai magistrati: “Ma io non faccio come quelli che quando passano dall’altra parte cambiano opinione. In questi anni ho detto ai magistrati e agli inquirenti che in una Regione come la Calabria bisogna indagare, indagare, sempre indagare fino in fondo. Fate la stessa cosa: indagate, indagate, indagate col massimo rigore, controllatemi tutto, perché io non ho fatto nulla di male”.