Oggi pomeriggio, in Vaticano, comincia il Conclave, l’assemblea dei cardinali che deve eleggere il successore di Papa Francesco, morto il 21 aprile 2025. I lavori inizieranno alle 16.30 nella Cappella Sistina, dove i prelati si ‘chiuderanno’ da oggi fino al momento in cui uscirà il nome del nuovo pontefice.
‘Conclave’, dal latino, significa infatti ‘chiuso sotto chiave‘. Per l’elezione serve la maggioranza dei due terzi (quindi almeno 89 voti, essendo 133 i votanti) e ci sono quattro votazioni al giorno (due al mattino e due al pomeriggio) e due fumate nell’arco della giornata, una intorno alle 12 (10.30 se dovesse essere bianca perchè i cardinali hanno raggiunto un accordo con la prima votazione della mattina) e una verso le 19 (17.30 se dovesse essere bianca già nella prima votazione del pomeriggio). Quella di questa sera, quindi, attesa intorno alle 19, sarà la prima fumata del Conclave 2025: ce ne sarà soltanto una, visto che i lavori partono nel pomeriggio.
Nella caldaia della Cappella Sistina verranno bruciate le schede dei due scrutini precedenti, e grazie a sostanze chimiche si può decidere il colore della fumata, che dà indicazioni al mondo sui lavori in corso. La fumata è nera in caso non si sia raggiunto il quorum, bianca in caso positivo. Una fumata bianca già questa sera? Pressoché impossibile.
Il conclave inizia con la celebrazione di una messa chiamata pro eligendo Romano Pontefice durante la quale i cardinali riuniti nella Basilica di San Pietro si riuniscono per invocare lo Spirito Santo affinché li indirizzi nella scelta del nuovo Papa. Il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, poi, pronuncia la frase “Extra Omnes”, ovvero “Fuori tutti”, e così si dà il via alle fasi di voto.
I cardinali restano soli davanti all’affresco del Giudizio Universale di Michelangelo Buonarroti e pronunciano due giuramenti: con il primo si impegnano a rispettare i vincoli della Costituzione, a ricoprire con fedeltà l’incarico di Papa qualora fossero eletti e a tenere il segreto su quello che avviene all’interno della Cappella Sistina. Il secondo è sui quattro Vangeli di Marco, Matteo, Luca e Giovanni: si chiede a Dio l’aiuto per adempiere al meglio il proprio compito. Poi si comincia a votare.
In questi giorni, sono tanti già i nomi dei possibili successori di Papa Francesco che i media e i vaticanisti hanno ripetuto più volte: tra gli italiani ci sono Matteo Zuppi (presidente della Conferenza Episcopale Italiana), Pierbattista Pizzaballa (patriarca di Gerusalemme dei Latini) e Pietro Parolin (Segretario di Stato della Santa Sede), fino a oggi dato da tutti come ‘favorito’ e successore naturale di Papa Bergoglio.
Tra i ‘papabili’ anche il filippino Luis Antonio Tagle e il francese Jean-Marc Aveline. E anche Fridolin Ambongo Besungu, cardinale e arcivescovo della Repubblica Democratica del Congo, Peter Erdo di Budapest, Anders Arborelius, svedese, lo statunitense Joseph Tobin e lo spagnolo Juan José Omella. “Chi entra Papa, esce cardinale” si dice tradizionalmente, ma restano alte attenzione e curiosità per sapere se i pronostici avranno indovinato. Una cosa è certa, gli occhi del mondo restano puntati su San Pietro.