sabato 1 Novembre 2025

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

CLIMA / Indiana Jones contro Trump: “E’ il più grande criminale della storia”

Donald Trump? Il “più grande criminale della storia”: lo dice Harrison Ford aggiungendo che l’attacco del presidente alle misure per affrontare la crisi climatica “mi fa una paura fottuta”. Detto da uno che nella vita è stato protagonista di Blade Runner e ha sfidato la Morte Nera di Guerre Stellari e i nazisti come Indiana Jones, potrebbe sembrare un’esagerazione; se non fosse che la realtà distopica di questo 2025 supera di gran lunga le fantasie di Hollywood.

Ford ha parlato al quotidiano Guardian: Trump “non ha politiche, ha capricci. Mi fa una paura fottuta. L’ignoranza, la tracotanza, le bugie, la perfidia. Sa bene come stanno le cose, ma è lo strumento dello status quo e si sta arricchendo a dismisura mentre il mondo va letteralmente in malora.È incredibile. Non conosco un criminale più grande nella storia.”

Da quando è rientrato alla Casa Bianca, Trump ha smantellato le tutele per il clima e la qualità dell’aria, bloccato progetti di energia pulita, esortato le compagnie petrolifere e del gas a “trivellare, trivellare, trivellare” per estrarre combustibili fossili che surriscaldano il pianeta, licenziato centinaia di scienziati cancellandone le ricerche e persino vietato nei documenti ufficiali parole come “cambiamento climatico” o “emissioni”. Il mese scorso, in un discorso alle Nazioni Unite, ha definito il cambiamento climatico “la più grande truffa mai perpetrata al mondo”: “Se non vi liberate di questa frode verde, il vostro Paese fallirà. Servono confini forti e fonti di energia tradizionali se volete tornare grandi.” Trump, che ha nuovamente ritirato gli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi, ha inoltre attaccato le politiche climatiche di altri Paesi: ha spinto il Regno Unito a smantellare le sue “orrende” turbine eoliche in favore di più trivellazioni, e ha chiesto all’Unione Europea di allentare le proprie regole ambientali e comprare più petrolio e gas americani.

Harrison Ford, da anni impegnato nelle battaglie ambientali, ha commentato che l’avversione di Trump per le pale eoliche deriva dal fatto che “non ne ha mai vista una d’oro”, e che la sua eredità in campo climatico sarà “una chiara manifestazione di ignoranza, arroganza e deliberato inganno.”

All’inizio di quest’anno, proprio Ford è dovuto fuggire da casa per gli incendi che hanno devastato Los Angeles; la villa a Brentwood alla fine è stata risparmiata dal fuoco, a differenza di quelle di molti altri personaggi noti.

“Sapevo che sarebbe successo, lo dico da trent’anni,” ha commentato Ford. “Tutto ciò che abbiamo previsto sul cambiamento climatico si è avverato. Perché questo non basta a far capire alla gente che bisogna cambiare comportamento? Per via dello status quo radicato.” Indiana Jones però Ford si è detto fiducioso che la visione di Trump non prevarrà: “Sta perdendo terreno perché tutto ciò che dice è una bugia. Sono fiducioso che possiamo mitigare il cambiamento climatico, guadagnare tempo per cambiare i nostri comportamenti, creare nuove tecnologie, concentrarci davvero sull’attuazione delle politiche giuste. Ma dobbiamo sviluppare la volontà politica e la consapevolezza per capire che gli esseri umani sono capaci di cambiare. Siamo incredibilmente adattabili, incredibilmente inventivi. Se ci concentriamo su un problema, nella maggior parte dei casi riusciamo a risolverlo.”

Ford ha parlato con il Guardian poco prima di ricevere al Field Museum di Chicago, mercoledì sera, un premio per il suo operato per la conservazione dell’ambiente. Il riconoscimento è stato assegnato dalla fondazione dello scomparso biologo E.O. Wilson, che coniò il termine “biodiversità”. Wilson divenne amico di Ford dopo alcune campagne ambientali comuni e arrivò a dare il nome dell’attore a una specie di formica.

“Siamo sull’orlo del baratro,” ha detto Ford, riferendosi alla perdita continua di natura dovuta a deforestazione, inquinamento e altre distruzioni causate dall’uomo. “I popoli indigeni sono i custodi di gran parte delle ultime foreste rimaste e rappresentano la speranza che questi luoghi preziosi possano sopravvivere. La scienza ha dimostrato il valore della loro tutela, ma ciò non li protegge dalle invasioni, e la protezione di cui godono è fragile in molti Paesi dove queste risorse si trovano.”

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