martedì 29 Luglio 2025

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

DAZI / Miliardi agli Usa per armi e gas: l’Europa ha ceduto ai ricatti di Trump / Elly Schlein: “L’Italia sarà travolta”

Dalla Scozia Trump e von der Leyen hanno siglato un accordo commerciale tra Usa e Ue: dazi fissi al 15 per cento, acquisti di armamenti americani da parte dell’Europa e 600 miliardi di investimenti europei negli Stati Uniti. La premier Meloni si mostra tiepida ma si dice soddisfatta del raggiungimento di un accordo. Orban dichiara che Trump ha mangiato la presidente della Ue a colazione. Critica la sinistra, mentre Calenda dà della scolaretta a Von der Leyen che andrebbe mandata subito a casa.

L’accordo commerciale con gli Stati Uniti “potrebbe essere il più importante di sempre”, ha dichiarato Von der Leyen in Scozia. “Sì”, ha annuito Donald Trump al suo fianco.L’intesa, ha aggiunto la presidente, ridarà “stabilità” ai rapporti transatlantici. “L’Unione europea accetterà di acquistare dagli Stati Uniti energia per un valore di 750 miliardi di dollari”, ha annunciato Trump secondo il quale gli investimenti rappresentano una svolta epocale nei rapporti economici transatlantici.

L’accordo prevede un’imposizione del 15 per cento sui dazi. Lo hanno annunciato Donald Trump e Ursula von der Leyen al termine del loro incontroa porte chiuse  di domenica nel resort di golf Turnberry, di proprietà dello stesso Trump, nella contea di Ayrshire, in Scozia. “Ce l’abbiamo fatta”, ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen al termine del bilaterale. “Grazie alle squadre di entrambe le parti. Come ho detto, è stato l’inizio di un lavoro pesante da fare. Hanno lavorato a lungo e duramente”. Scongiurata dunque l’ipotesi del dazio al 30%, che sarebbe scattato automaticamente dal 1° agosto. In cambio, Bruxelles si è impegnata a investire 600 miliardi di dollari nell’economia americana e ad acquistare 750 miliardi di energia statunitense.

La trattativa non riguarda, almeno per il momento, i temi di acciaio e alluminio (con dazi ancora al 50%), così come vanno ancora affinati i piani sul settore farmaceutico: i dazi al 15% tra USA e UE puntano a «riequilibrare un disavanzo che era a nostro favore», spiega Von der Leyen nel presentare il «più grande accordo che l’Europa potesse fare».

In particolare, l’UE farà investimenti per 600 miliardi di dollari negli Stati Uniti, acquistando anche «750 mld di dollari in armi ed energia americana», sottolinea Trump parlando dell’enorme quantità di «equipaggiamento militare», con la Presidente UE che aggiunge come tale accordo rimarrà per la durata del mandato di Trump alla Casa Bianca. È una partnership strutturale quella ribadita da Von der Leyen e Trump, con la prima che ammette come le tariffe al 15% siano «tutto il massimo che siamo riusciti ad ottenere», anche perché vengono abbassati i dazi allo 0 su «tutti i prodotti strategici».

Ci sarà una forte apertura europea sul settore auto ai vari pick-up, SUV e prodotti agricoli americani, come conferma lo stesso leader repubblicano nella dichiarazione stampa conclusiva: «Faranno tanti soldi con noi», afferma, parlando di nuove opportunità per allevatori e costruttori Usa ma anche di una «maggiore amicizia transatlantica», con i cittadini europei che potranno scegliere quali marche meglio li soddisfino tra i prodotti USA e UE.

Raggiunta dai cronisti a margine degli incontri ad Addis Abeba dove si trova in visita ufficiale, Giorgia Meloni commenta positivamente l’accordo sui dazi tra USA e UE, anche se rimane “tiepida” sui dettagli dato che «finché non li vedo non sono in grado di giudicare nel merito», ma resta «positivo che si sia raggiunti un accordo».

Elly Schlein parla di un’Europa subalterna a Trump.Quello raggiunto dall’UE – ha scritto la segretaria del Pd – non è un buon accordo come sostiene il governo Meloni. Ha i tratti di una resa alle imposizioni americane, dovuta al fatto che il governo italiano insieme ad altri governi nazionalisti totalmente subalterni a Trump, hanno spinto per una linea morbida e accondiscendente che ha minato l’unità europea e indebolito la posizione negoziale dell’UE.  Il 15% di dazi senza alcuna reciprocità sulla stragrande maggioranza dei prodotti italiani, unito alla svalutazione del dollaro, porterà a danni da stimare attentamente ma secondo le prime stime superiori ai 20 miliardi di export e a oltre centomila posti di lavoro a rischio”. 
A questo aggiungiamo l’impegno per maggiori acquisti europei di energia e di armamenti in USA pari a 750 miliardi, più 600 miliardi di investimenti delle imprese europee negli Stati Uniti.  Anziché lottare per rinnovare i 750 miliardi di investimenti comuni europei del Next Generation EU, Meloni e i suoi sodali ne regalano uno identico per portata agli Stati Uniti di Trump.  Noi avevamo ottenuto risorse per l’Italia, mentre i nazionalisti li regalano a Trump. E tutto questo dopo aver già ceduto sulla esenzione dalla tassa minima globale per le multinazionali americane e l’assurdo aumento delle spese militari al 5%. Altro che ponte con gli Usa, questa amicizia a senso unico di Meloni con Trump avrà un costo altissimo per le imprese e lavoratori italiani. Il governo italiano chiarisca subito quali misure intende mettere in campo per attutire i danni e rilanciare la domanda interna.  Giorgia Meloni farebbe bene a iniziare già da adesso a preoccuparsi di come porre rimedio agli effetti economici della sua subalternità ideologica. E L’Unione Europea ora capisca che se non rimette in campo investimenti comuni europei per un grande piano industriale, sociale e ambientale europeo rischiamo di essere travolti”.

 

Molto critiche le componenti di sinistra tra le opposizioni contro la posizione assunta da Von der Leyen, ma anche il centrista Calenda reputa pessima la “figura” fatta dall’Europa: secondo grandi parti del “campo largo” infatti l’Europa avrebbe “capitolato” nei confronti degli Stati Uniti. «Stasera mi vergogno di essere europeo. La von der Leyen ha fatto la figura della scolaretta e dovrebbe essere mandata via seduta stante», conclude Calenda su X mettendo in forte pressione la posizione del Pd che sulla Presidenza Von der Leyen e sul piano dazi (come sul riarmo) è diviso al suo interno.

Ricapitolando quanto emerso dalla prima bozza di accordo sui dazi esposta oggi da Von der Leyen e Trump in conferenza stampa, allo stato attuale delle trattative, i dazi al 15% restano su auto (che scende dal 25% attuale), semiconduttori e farmaceutico, e sui prodotti in generale delle due superpotenze, mentre restano appunto al 505 su acciaio e alluminio dove si cerca ancora un difficile accordo tra le parti. “Penso che sia l’accordo più grande mai concluso,” ha detto Trump dopo il summit. “Abbiamo un’intesa tra le due maggiori economie del mondo. È un accordo importante. È un accordo enorme,” ha commentato von der Leyen.

Il compromesso ricalca il modello già adottato con il Giappone una settimana fa, con la stessa aliquota, la garanzia di massicci investimenti nell’economia USA — nel caso nipponico da 550 miliardi — e la supervisione della Casa Bianca sulla destinazione dei fondi. Anche in questo caso, i farmaci restano fuori dall’intesa e Trump ha ribadito che la soglia minima sarà il 15%, senza eccezioni.

Il Vecchio Continente era già da tempo finito nel mirino con dazi americani al 50% su acciaio e alluminio e al 25% su auto e componenti. In assenza di accordo, il prelievo sarebbe salito a 30% su tutte le merci (prima dell’approdo di Trump alla Casa Bianca era in media del 4,8%). In previsione del peggio, Bruxelles aveva preparato contromisure su oltre 100 miliardi di esportazioni USA, inclusi bourbon, auto e aeromobili – riservandosi inoltre la possibilità di colpire le Big Tech. Secondo il segretario al Tesoro Scott Bessent, a sbloccare il negoziato sarebbe stata proprio l’offerta d’investimento, come già accaduto con Tokyo.

Intanto, altri partner guardano con preoccupazione alla scadenza del primo agosto. “Non ci saranno ulteriori proroghe,” ha avvertito domenica il segretario al Commercio Howard Lutnick. Unica eccezione la Cina. Secondo fonti diplomatiche, Washington e Pechino avrebbero concordato un’estensione di 90 giorni della tregua commerciale, con nuovi colloqui tra Bessent e il vicepremier He Lifeng in programma da lunedì a Stoccolma.

“Penso sia stato giusto concludere un accordo oggi invece di continuare a giocare,” ha dichiarato Trump. Gli ha fatto eco von der Leyen: “Porterà stabilità e prevedibilità, ed è fondamentale per le imprese su entrambe le sponde dell’Atlantico.”

Nel 2024, sommando beni e servizi, l’interscambio commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea è stato di 1.680 miliardi di euro, con un surplus complessivo di circa 50 miliardi di euro a favore di Bruxelles (che sale a circa 200 miliardi di euro considerando solo i beni).Dai leader Ue reazioni caute sui dazi. Orbán: “Donald si è mangiato Ursula a  colazione”. C’è soddisfazione per una “guerra commerciale” evitata, ma in generale si teme che Bruxelles esca sconfitta dall’accordo con Trump. E si attendono i dettagli.

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