domenica 15 Giugno 2025

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

DIO, PATRIA E LINCIAGGIO

Attaccato per aver pronunciato parole di civiltà, messo alla gogna per aver difeso i diritti e infine diventato bersaglio di un’aggressione politica e mediatica. È il caso di un giovane esponente di Forza Italia che sta provocando aspre polemiche nella maggioranza di centrodestra. Uno scontro con l’area leghista che fa riferimento al controverso generale Vannacci.

Il fatto. Simone Leoni, da poco eletto segretario dei giovani di Forza Italia, ha preso la parola durante un evento pubblico del suo partito per dire che è vergognoso discriminare donne, migranti, persone LGBTQ+, e che le parole, specie quando diventano odio, possono ferire fino al punto estremo. Il suo intervento conteneva anche un chiaro riferimento al generale Roberto Vannacci, divenuto negli ultimi mesi un punto di riferimento per l’estrema destra, con posizioni spesso definite “controverse”, in realtà discriminatorie.

Ma quella semplice presa di posizione,  espressa peraltro in maniera molto civile  ha scatenato un putiferio. Leoni è stato travolto da un’ondata di insulti, attacchi personali, minacce. Fascisti ed estremistidi, dai nostalgici in camicia nera ai leghisti di governo, passando per i cosiddetti “vannacciani”, hanno fatto fronte comune contro di lui soltanto per il fatto di aver difeso valori di rispetto e di inclusione.

Il punto più basso di questa vicenda è arrivato però quando Il Tempo, diretto da Tommaso Cerno – giornalista impegnato nella sua carriera a fare numerosi giri di walzer, da sinistra a destra, con un passato in Senato per il Pd – ha pubblicato una lettera firmata da Silvio Leoni, padre biologico di Simone, con il quale il ragazzo però non ha mai avuto rapporti. Una lettera violenta, usata per delegittimarlo nel modo più meschino, sul piano personale e famigliare. In quelle righe, il padre mai presente lo accusava di “non essere degno nemmeno di spolverare gli anfibi al generale Vannacci”.

Silvio Leoni e Vannacci si sarebbero conosciuti nel 1993, durante la guerra in Somalia. “Vannacci era lì – ha scritto – nelle pattuglie a lungo raggio, rischiando la vita ogni giorno (…). Ed è anche per questo che le gravissime parole di mio figlio mi hanno oltremodo ferito e disgustato”, ha scritto il padre del giovane neosegretario. che si rivolge poi in maniera diretta al figlio Simone: “Sei stato sleale accoltellando alle spalle un alleato”, La lettera del padre di Leoni prosegue citando la nonna ormai defunta del giovane, Gloriana, e il suo testamento spirituale, oltre che valori quali “Dio, Patria e Famiglia”. “Hai osato dare del codardo ad uno dei migliori ufficiali che l’Italia abbia mai avuto (e questo che attinenza ha con le esternazioni discriminatorie del generale? ndr) . A te che infanghi il cognome che porti (…) voglio ricordare che Roberto Vannacci ha servito la Patria”, ha proseguito l’ex paracadutista. Il quale è arrivato, infine, ad affermare: “Tu non sei degno, Simone, neanche di spolverare gli anfibi al Generale Vannacci”.

Usare un padre, che di fatto è un estraneo, per demolire in pubblico un giovane che ha semplicemente detto parole di civiltà è qualcosa che non ha precedenti nel dibattito pubblico recente. È un segnale di allarme: una certa destra sta non solo legittimando, ma anche promuovendo una cultura del linciaggio morale, dove chi si discosta dalla linea del capo viene annientato, anche con metodi che nulla hanno a che vedere con la politica.

Nonostante il linciaggio mediatico, giovane Simone Leoni ha risposto con parole esemplari: «Pur avendo sofferto molto, ancora oggi non provo rancore per Silvio Leoni, con il quale non ho condiviso nulla dei miei 24 anni. E lo perdono per avermi attaccato senza conoscere me e i miei valori»

E’ un segnale importante: in un tempo in cui il dibattito pubblico è dominato da chi urla più forte, Simone Leoni ha scelto la strada della dignità, della compostezza, della fermezza dei valori.  In un Paese dove si moltiplicano le voci che inneggiano allo scontro, il coraggio del giovane di Forza Italia fa paura. E  l’estrema Destra che si riconosce nei luoghi comuni e nelle frasi razziste di Vannacci (dice le cose che Matteo Salvini non può dire) comincia ad averne, di paura.

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