lunedì 16 Giugno 2025

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

DONALD “CORLEONE” / Il coraggio del Guardian: Trump peggio del Padrino

“Donald Corleone”: “Il presidente degli Stati Uniti si comporta come un boss mafioso, ma senza i principi di un boss della Mafia”. Il Guardian “esita a fare il paragone, non da ultimo perché a Donald Trump piacerebbe”. Ma anche perché tutto sommato “il Padrino è un archetipo di forza e fascino macho mentre Trump è debole, fa costantemente regali ai nemici dell’America senza ottenere nulla in cambio”.

In un editoriale di Jonathan Freedland il giornale inglese scrive letteralmente che “Trump sta trasformando l’America in uno stato mafioso”. Per Freedland le minacce di Trump “suonerebbero meglio in siciliano originale”. Quella a Zelensky è “un’offerta che non potevano rifiutare”, “una rivoltella russa alla tempia dell’Ucraina”. Stesso modus operandi per la Groenlandia o il Canada, il Guardian le definisce “tentativi di estorsione”.

È una tecnica familiare negli angoli più oscuri dell’industria edile del New Jersey: una serie di incendi sfortunati che si fermano solo quando un concorrente recalcitrante si sottomette. Sia la sostanza che lo stile sono pura mafia. Notate l’ossessione per il rispetto, dimostrata nel confronto della scorsa settimana nello Studio Ovale con Zelensky”. JD Vance e Trump sembravano “il permaloso Tommy DeVito, il personaggio di Joe Pesci in Quei bravi ragazzi. Da notare anche l’umiliazione dei subordinati”.

Il trumpismo non limita le tattiche di Cosa Nostra agli affari esteri. Questa settimana Reuters ha riferito che diversi giudici federali nell’area di Washington DC hanno ricevuto pizze inviate in forma anonima a casa loro, un gesto che la polizia ha interpretato come “una forma di intimidazione volta a comunicare che l’indirizzo di un bersaglio è noto”. Un membro del Congresso democratico afferma che i colleghi repubblicani gli hanno detto che non criticheranno Trump perché si preoccupano per la loro sicurezza fisica e quella delle loro famiglie”.

“Almeno i Corleone erano guidati dal loro presunto codice d’onore. Credevano che un atto di servizio dovesse essere ricordato e, col tempo, ricambiato. Ma Trump è andato in tribunale piuttosto che pagare i fornitori per il lavoro già svolto per il governo degli Stati Uniti e non ha memoria di coloro verso i quali gli Stati Uniti hanno un debito molto più grande”. “Queste sono persone spregevoli, prive persino della moralità del teppista, e ora governano il paese che abbiamo considerato il nostro migliore amico sin dall’epoca edoardiana”.

Ecco il testo integrale dell’editoriale

di Jonathan Freedland *

— Ecco Donald Corleone, il presidente degli Stati Uniti che si comporta come un boss mafioso – ma senza principi. Naturalmente si esita a fare questo paragone, anche perché a Donald Trump piacerebbe. E perché il Padrino è un archetipo di forza e fascino macho, mentre Trump è un debole che fa continuamente regali ai nemici dell’America senza ottenere nulla in cambio. Ma quando il mondo cambia così velocemente – quando una nazione che è stata amica per più di un secolo si trasforma in un nemico nel giro di poche settimane – è utile avere una guida.

Il mio collega Luke Harding ha chiarito la natura della Russia di Vladimir Putin quando l’ha bollata come Stato-mafia. Ora dobbiamo attribuire la stessa etichetta agli Stati Uniti, sotto il più devoto ammiratore di Putin.

Si consideri il modo in cui la Casa Bianca di Trump si comporta, lanciando minacce e improperi che suonano meglio nell’originale siciliano. Questa settimana il presidente ha detto che un accordo che ponga fine alla guerra della Russia contro l’Ucraina “potrebbe essere fatto molto velocemente”, ma “se qualcuno non vuole fare un accordo, penso che quella persona non sarà in giro molto a lungo”. Non c’era bisogno di un traduttore per capire che la persona che aveva in mente era Volodymyr Zelenskyy.

Giovedì Trump era sicuro che gli ucraini avrebbero presto eseguito i suoi ordini “perché non credo che abbiano scelta”. Quasi come se avesse fatto loro un’offerta che non potevano rifiutare. Cosa che ovviamente ha fatto. Ponendo fine alla fornitura di aiuti militari e alla condivisione di informazioni statunitensi, come ha fatto questa settimana, ha di fatto puntato una pistola russa alla tempia dell’Ucraina, la cui impronta è stata a malapena ridotta dalla dichiarazione odierna di Trump che sta “prendendo fortemente in considerazione” le sanzioni bancarie e le tariffe contro Mosca, una mossa che è sembrata molto simile a quella di un uomo che finge di essere ugualmente duro con le due parti, ma che non dovrebbe ingannare nessuno. Si aspetta che Zelenskyy ceda un’enorme fetta dei minerali dell’Ucraina, come i rivali di Corleone cedettero i loro mezzi di sostentamento per salvarsi la vita.

È così che gli Stati Uniti operano nel mondo. Senza troppe formalità, durante il suo discorso annuale al Congresso di martedì, Trump ha ripetuto la sua minaccia di accaparrarsi la Groenlandia: “In un modo o nell’altro, la prenderemo”. Questo ha ricordato il suo precedente avvertimento a Copenaghen di dargli ciò che vuole o di affrontarne le conseguenze: “Forse dovranno accadere delle cose rispetto alla Danimarca che hanno a che fare con le tariffe”. È un bel posto quello che avete; sarebbe un peccato se vi succedesse qualcosa.

Si tratta dello stesso controllo che sta attuando nei confronti del vicino settentrionale degli Stati Uniti. Il primo ministro uscente del Canada, Justin Trudeau, lo ha detto chiaramente questa settimana, accusando Trump di cercare di organizzare “un crollo totale dell’economia canadese perché così sarà più facile annetterci”, aggiungendo che: “Non saremo mai il 51° Stato”. È una tecnica familiare negli angoli più oscuri dell’industria edilizia del New Jersey: una serie di incendi sfortunati che si ferma solo quando un concorrente recalcitrante si sottomette.

Sia la sostanza che lo stile sono puramente mafiosi. Si noti l’ossessione per il rispetto, dimostrata nel confronto della scorsa settimana nello Studio Ovale con Zelenskyy. Tra loro, JD Vance e Trump hanno accusato per tre volte il leader ucraino di avergli mancato di rispetto, sembrando meno dei leader mondiali che del permaloso Tommy DeVito, il personaggio di Joe Pesci in Quei bravi ragazzi.

Da notare anche l’umiliazione dei subordinati. Nel suo discorso al Congresso, il presidente ha presentato il segretario di Stato Marco Rubio come l’uomo incaricato di riprendersi il canale di Panama. “Buona fortuna, Marco”, ha detto Trump, con una risatina. “Ora sappiamo a chi dare la colpa se qualcosa va storto”. Il resto dei sottoposti, sollevati per un attimo dal fatto che non si trattava di loro, si è messo a ridere con ansia.

È difficile per gli aiutanti e gli oppositori tenere il passo, perché il potere viene esercitato in modo arbitrario e incoerente. Le tariffe vengono imposte e poi sospese. In effetti, uno dei motivi per cui le tasse sulle importazioni piacciono tanto a Trump è che possono essere applicate istantaneamente e per ordine presidenziale. Ciò si estende alle esenzioni che Trump può offrire alle industrie statunitensi favorite. Come ha osservato Chris Hayes della MSNBC: “È evidente che si tratterà di un racket di protezione, in cui Trump può, con un tratto di penna, distruggere o salvare la tua attività a seconda di quanto tu sia conforme”.

Perché, naturalmente, il trumpismo non limita le tattiche di Cosa Nostra agli affari esteri. Questa settimana la Reuters ha riferito che diversi giudici federali dell’area di Washington DC hanno ricevuto pizze inviate anonimamente a casa, un gesto che la polizia ha interpretato come “una forma di intimidazione volta a comunicare che l’indirizzo di un bersaglio è noto”. Già scosso da una raffica di messaggi di Elon Musk che denuncia come “corrotti” e “malvagi” i giudici che si sono opposti alla sua demolizione di ampie porzioni del governo federale, il potere giudiziario teme ora per la propria sicurezza. “Non ho mai visto i giudici così a disagio come ora”, ha detto John Jones, che si è ritirato dal tribunale nel 2021.

Sia che si tratti di castrare i giudici – “Grazie ancora, non lo dimenticherò”, ha detto Trump a John Roberts, presidente della Corte Suprema, mentre gli dava una pacca sulla spalla questa settimana – sia che si tratti di controllare la stampa, tutto è uscito direttamente dal libro dei giochi di Corleone. L’effetto è stato straordinariamente rapido, con uno strano silenzio che è calato sulla piazza americana. Un deputato democratico dice che i colleghi repubblicani gli hanno detto che non criticheranno Trump perché temono per la loro sicurezza fisica e per quella delle loro famiglie.

Ma non ci sono solo i politici. “I presidenti delle università che temono che milioni di dollari di finanziamenti federali possano scomparire si tengono alla larga. Gli amministratori delegati, allarmati da tariffe che potrebbero danneggiare le loro aziende, sono in silenzio”, secondo il New York Times, che ha citato ancora una volta la crescente ansia tra gli aspiranti critici che gli attacchi online di Musk e Trump potrebbero portare ad aggressioni violente contro se stessi o i propri cari.

Tutto questo protegge Trump, incoraggiandolo a scimmiottare la corruzione e l’insensibilità di un mafioso. Si veda quanto palesemente fa pagare le persone per cenare con lui a Mar-a-Lago: 5 milioni di dollari per un incontro individuale, 1 milione di dollari per far parte di un gruppo. Nel caso in cui non abbiate capito il messaggio, Trump ha annunciato che gli Stati Uniti non applicheranno più il Foreign Corrupt Practices Act, che proibiva agli americani di corrompere funzionari stranieri, mentre il suo procuratore generale ha sciolto tutte le task force sulla cleptocrazia presso il Dipartimento di Giustizia. Per quanto riguarda l’insensibilità, si noti la gioia di Musk nel dare in pasto l’agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale “alla cippatrice” (macchina impiegata per ridurre il legno in trucioli o schegge sottili da utilizzare per usi varî, nota del traduttore), assicurando così la morte ai malati e agli affamati che si affidavano alle medicine e al cibo statunitensi.

Almeno i Corleone erano guidati dal loro presunto codice d’onore. Credevano che un atto di servizio dovesse essere ricordato e, col tempo, ricambiato. Ma Trump è andato in tribunale piuttosto che pagare i fornitori per il lavoro già svolto per il governo degli Stati Uniti e non ha memoria di coloro verso i quali gli Stati Uniti hanno un debito molto più grande. Come potrebbe il suo vicepresidente dimenticare così disinvoltamente il sangue versato dagli alleati dell’America, compreso il Regno Unito, quando ha respinto l’offerta di “20.000 truppe da un Paese a caso che non ha combattuto una guerra in 30 o 40 anni”?

Si tratta di persone spregevoli, prive persino della moralità di un teppista – e ora guidano il Paese che abbiamo considerato il nostro più caro amico fin dall’epoca edoardiana. Alla luce di tutto ciò, è ovvio che la politica britannica dovrebbe prendere in considerazione una nuova direzione radicale, che si tratti di un’economia riarmata o di un riavvicinamento all’Unione Europea, dato che il mondo del voto sulla Brexit del 2016 è svanito e rimanere separati dai nostri vicini più prossimi è ora non solo stupido, ma anche pericoloso. Quando il Paese più potente del pianeta è diventato uno Stato mafioso, si fa tutto il necessario.

* The Guardian

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