Nella giornata del nuovo assedio israeliano a Gaza, Netanyahu ha affermato che, anche se Hamas accettasse l’accordo per una tregua, Israele proseguirebbe comunque nell’operazione di conquista dell’enclave palestinese e di eliminazione dei membri dell’organizzazione. Ne ha parlato in un’intervista rilasciata a Sky News Australia. “Lo faremo comunque. Non c’è mai stato alcun dubbio sul fatto che non lasceremo Hamas lì. Credo che il presidente Trump l’abbia espresso al meglio, dicendo che Hamas deve scomparire da Gaza“, ha detto Netanyahu commentando la notizia secondo cui Hamas avrebbe accettato le condizioni per una tregua. L’operazione militare è stata chiamata da Israele “I Carri di Gedeone”
“Ma ho detto che questa guerra potrebbe finire oggi. Può finire se Hamas depone le armi e libera i restanti 50 ostaggi, almeno 20 dei quali sono vivi, e questo è il nostro obiettivo: liberare tutti gli ostaggi, disarmare Hamas, smilitarizzare Gaza e dare un futuro diverso ai suoi abitanti“, ha aggiunto il primo ministro parlando di cessate il fuoco. “Si tratta di liberare Gaza, liberarla dalla tirannia di Hamas, liberare Israele e altri dal terrorismo di Hamas, dare a Gaza e a Israele un futuro diverso, e penso che siamo vicini a riuscirci”, ha affermato ancora Bibi, aggiungendo che l’obiettivo principale non è mai stato l’occupazione del territorio. “Naturalmente, ciò significherà conquistare le ultime roccaforti di Hamas, che non dovrebbero essere lì. Lo capiscono tutti”, ha sostenuto. “Penso che siamo sul punto di completare questa guerra, una guerra su sette fronti che include l’Iran e i suoi alleati. E quando ciò accadrà, penso che avremo grandi opportunità di espandere la pace“, ha dichiarato.
Netanyahu ha fatto sapere di aver “dato istruzioni di avviare immediatamente negoziati per il rilascio di tutti i nostri ostaggi e la fine della guerra, a condizioni accettabili per Israele. Queste due cose, la sconfitta di Hamas e la liberazione di tutti i nostri ostaggi, vanno di pari passo“.
THE GUARDIAN: GAZA, L’83% DEI MORTI SONO CIVILI
Nella Striscia di Gaza, però, continuano a morire civili. Secondo Al Jazeera, oggi sono almeno 40 le persone uccise durante i raid e – secondo i dati dell’esercito israeliano ottenuti da un’inchiesta del quotidiano inglese The Guardian e della rivista palestinese +972 – i civili vittime degli attacchi a Gaza sono l’83%. Nel database solo il 17% erano segnati come combattenti. I dati indicano che 5 palestinesi su 6 uccisi dalle forze israeliane sono civili. Dati che, dopo la pubblicazione, l’esercito israeliano ha dichiarato essere non corretti. Nel frattempo, il governo britannico ha convocato Tzipi Hotovely, ambasciatrice d’Israele nel Regno Unito, a seguito del progetto di insediamento della Cisgiordania approvato dallo Stato ebraico. Il progetto d’insediamento in Cisgiordania è stato duramente criticato da 22 Paesi, tra cui l’Italia.
FONTI: Agenzia Dire – www.dire.it The Guardian Al Jazeera