martedì 2 Settembre 2025

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

GLOBAL FLOTILLA / I camalli: “Se Israele tocca i nostri ragazzi dal porto di Genova non uscirà più un chiodo”

Global Flotilla, la promessa dei camalli del porto di Genova, gente che non scherza affatto: “Se toccano i nostri ragazzi, da qui non esce più un chiodo” hanno promesso alla folla che la notte scorsa ha assistito alla partenza della flottiglia con gli aiuti a Gaza.

“Qui inizia la parte difficile. E deve essere chiaro a tutti, ma proprio a tutti questo. Intorno a metà settembre queste barche arriveranno vicino alla costa di Gaza, vicino alla zona critica. Se noi, per solo 20 minuti, perdiamo il contatto con le nostre barche e con i nostri compagni, noi blocchiamo tutta l’Europa. Insieme al nostro sindacato Usb, ai lavoratori portuali, e a tutta la città di Genova, da questa regione- dove escono 13-14 mila container all’anno per Israele- non esce più un chiodo, è sciopero internazionale. Bloccheremo le strade, le scuole, bloccheremo tutto. Tutta questa merce, fino all’ultimo cartone, deve arrivare dove deve arrivare”: lo ha promesso davanti a una platea di altre 40mila persone che hanno manifestato ieri sera, domenica 31 settembre, per la Palestina, a Genova, il camallo Riccardo Rudino, in occasione della partenza dal capoluogo ligure delle navi della flotta.

Il discorso ha riscosso i calorosi applausi della folla ‘pro pal’ ma non solo: l’indomani, è diventato virale sui social: un monito rivolto in particolare ai leader europei, se le navi della flotilla si fermano, allora anche l’Europa si fermerà. E i camalli non scherzano mica…

Il vento forte e i capricci del mar Mediterraneo riescono a fermare la Global Sumud Flotilla che aveva lasciato il porto di Barcellona solo ieri, domenica 31 agosto. Sono circa una ventina le navi cariche di cibo e beni di prima necessità, con 300 attivisti a bordo, tra cui Greta Thunberg, partiti per la destinazione “Gaza”, con l’obiettivo di forzare il blocco navale israeliano.

“A causa delle condizioni meteorologiche incerte, abbiamo effettuato una prova in mare e poi siamo rientrati per consentire il passaggio della tempesta”, riferisce l’equipaggio della flottiglia solidale. “Ciò ha comportato il ritardo della partenza per evitare di rischiare complicazioni con le imbarcazioni più piccole- si specifica poi- Dovendo affrontare venti forti, di oltre 30 nodi, e la natura imprevedibile del Mediterraneo, abbiamo preso questa decisione per dare priorità alla sicurezza e al benessere di tutti i partecipanti e per salvaguardare il successo della nostra missione”.

 

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