giovedì 5 Giugno 2025

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

IL BOICOTTAGGIO

Referendum sui cinque quesiti su lavoro e cittadinanza dell’8 e 9 Giugno: la premier Giorgia Meloni andrà a votare, ma non parteciperà alla consultazione rifiutandosi di ritirare le schede. Una formula in apparenza contraddittoria, che mira invece a colpire al cuore il meccanismo referendario: si chiama astensione attiva. In realtà un boicottaggio in piena regola.

“Vado a votare e non ritiro la scheda”, ha detto la presidente del Consiglio in via dei Fori Imperiali, a Roma, dove si trovava per le celebrazioni del 2 Giugno, la festa della Repubblica nata proprio con un referendum, nel 1946, grazie alla grande partecipazione degli italiani e, per la prima volta, delle italiane.

LE REAZIONI. Non si sono fatte attendere. Per Giuseppe Conte, leader del M5S, “da Meloni è arrivato un vergognoso messaggio di astensione.  Una scelta che indigna ma non stupisce. Non ritirerà la scheda e quindi non voterà al referendum dell’8 e 9 Giugno in cui si sceglie se aumentare i diritti e le tutele dei lavoratori contro precarietà, incidenti sul lavoro, licenziamenti. In fondo in quasi 30 anni di politica non ha fatto nulla per tutelare chi lavora e si spacca la schiena ogni giorno, i ragazzi precari che non hanno la fortuna di aver fatto carriera in politica. Una scelta resa nota proprio in un giorno simbolo del nostro Paese: il 2 Giugno”.

Per Nicola Fratoianni, di Alleanza Verdi e Sinistra, “evidentemente Meloni ha tempo da perdere per prendere in giro gli italiani. Ma le persone comuni invece non hanno né tempo né occasioni né diritti da buttare. L’8 e il 9 Giugno andranno al seggio e non faranno la pantomima vergognosa di non ritirare la scheda”.

Per Riccardo Magi, di +Europa, promotore del referendum sulla cittadinanza “Giorgia Meloni dice che andrà a votare ma non ritirerà le schede: una dichiarazione furba ma falsa perché non si può andare a votare non ritirando le schede di alcun referendum. Un invito di fatto all’astensione quindi, che fa impallidire soprattutto perché fatto durante la cerimonia del 2 Giugno, quando gli italiani con un referendum scelsero al Repubblica. I cittadini sono liberi di andare a votare e i leader politici di dare le proprie indicazioni, ma che la premier mandi messaggi confusi che invitano alla non partecipazione al voto è agghiacciante: è evidente ormai che Meloni e tutta la sua maggioranza temono il voto”.

IL BOICOTTAGGIO

Nei referendum abrogativi, perché il risultato sia valido, è necessario che alle urne si rechi almeno il 50% + 1 degli aventi diritto. Un traguardo sempre più difficile da raggiungere negli ultimi anni. Chi non ritira la scheda – pur risultando presente al seggio – non viene conteggiato nel quorum. In pratica, è un modo per “esserci senza contribuire al raggiungimento della soglia di validità”. E’ del tutto legale.

La decisione di Meloni non arriva isolata. È in linea con quella della gran parte della Destra al governo, da Ignazio La Russa ad Antonio Tajani, che hanno invitato gli elettori a non dare forza alla consultazione. L’unico partito di centrodestra a dissociarsi è Noi Moderati, che ha scelto la via del “No” su tutti i quesiti. In assenza di una vera campagna pubblica a favore o contro, il non-ritiro della scheda diventa una forma di boicottaggio strutturato, una strategia di silenzio istituzionale che punta a svuotare la partecipazione. In tempi di scarssissima affluenza alle urne appare una scelta grave e contraddittoria per una classe politica, soprattutto a destra, che non brilla per coraggio e coerenza.

Chi si reca al seggio può scegliere di non prendere la scheda, oppure prenderne solo alcune. Il rifiuto può essere verbalizzato dal presidente del seggio, su richiesta dell’elettore. In quel caso, la tessera elettorale non viene timbrata e la presenza non conteggiata ai fini della validità del voto. Chi invece prende la scheda e la lascia in bianco o la annulla, sarà considerato un “votante”. Quindi, anche una scheda nulla contribuisce al raggiungimento del quorum.

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