venerdì 7 Novembre 2025

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

IL CASO / Famiglia isolata nel bosco senza luce né acqua. La Procura chiede l’affidamento dei 3 bambini / E’ giusto?

CHIETI.  E’ giusto togliere tre bambini a due genitori che hanno deciso di vivere nei boschi dell’Abruzzo, in provincia di Chieti, lontani dalla civiltà, senza luce né acqua e affidandosi all’istruzione in casa fuori dal contesto scolastico tradizionale? Il caso, che sta dividendo l’opinione pubblica, è scoppiato dopo la scoperta che in un casale isolato nel bosco, nel Vastese, vive  una famiglia intenzionata a “preservare il rapporto uomo-natura” e a non farsi influenzare dalla società contemporanea che considera “tossica”.

La coppia ha tre figli, tra i 6 e gli 8 anni, e ha deciso di stabilirsi nel casolare in un bosco, dove hanno sistemato alcune roulotte con l’intenzione di vivere lontano dalla città. Dopo aver vissuto nel “mondo civilizzato”, hanno deciso di crescere i loro tre figli in un ambiente incontaminato, lontano dalla tecnologia e a stretto contatto con la natura. È così che l’ex cavallerizza australiana Catherine Birmingham, 45 anni, passaporto maltese, e l’ex chef e poi imprenditore nella vendita di mobili pregiati Nathan Trevallion, britannico, 51 anni, (nella foto pubblicata dal Messaggero) hanno abbracciato – come ha scritto la giornalista Silvia Pollice – il mito del cosiddetto “buon selvaggio” di Jean-Jacques Rousseau, scegliendo di rinunciare a tutte le comodità della società contemporanea. I due genitori sostengono che «questa società è troppo tossica, noi vogliamo solo stare di più con loro”. La svolta si è avuta quattro anni fa. “I nostri ragazzi non sono isolati dal mondo, ma hanno socializzato”.

La vicenda riporta al film Captain Fantastic con Viggo Mortensen (nella foto, una scena del film) che parla di una famiglia che ha creato per i sei figli in una foresta quello che consideravano in piccolo paradiso.  L’uomo insegna ai figli le competenze necessarie per sopravvivere nella fitta foresta, impartendo loro anche una rigorosa educazione fisica e intellettuale.

La scoperta della coppia che vive nel Vastese è avvenuta dopo un’intossicazione di funghi. La Procura minorile dell’Aquila  ha chiesto però un intervento urgente per “grave pregiudizio” nei confronti dei minori ma la famiglia rivendica, attraverso un avvocato, la “scelta di vita” per “preservare il rapporto tra uomo e natura”.

L’’intossicazione è stata dovuta da funghi raccolti nei boschi che fatto scoprire un’intera famiglia con figli piccoli in un casale sperduto e malridotto del tutto isolata dal mondo esterno. Una situazione che, come ha ricostruito il giornale Il Centro, va avanti dallo scorso anno, quando la scoperta del nucleo famigliare ha portato all’intervento dei servizi sociali e poi dell’autorità giudiziaria. Dopo il ricovero per l’intossicazione, sul posto è stato fatto un sopralluogo che avrebbe portato alla luce un contesto di forte criticità: un casale fatiscente e la mancanza di acqua e bagni, unita alla totale mancanza di istruzione scolastica dei piccoli, ha messo in allarme le autorità del posto che si sono mobilitate per dare sostegno.

I tentativi degli assistenti sociali si sono rivelati un fallimento perché l’intera situazione in realtà non è frutto di problemi economici ma di una scelta della coppia. I genitori si sono trasferiti nella zona isolata e nel casolare fatiscente e non agibile per applicare i principi dell’un-schooling, l’educazione a casa, non permettendo ai figli di frequentare liberamente altri bambini perché ritenuti influenzabili. La legge in Italia consente ai genitori di istruire i propri figli fuori dal contesto scolastico tradizionale.

Tra i vari tentativi di dialogo, il caso nell’aprile scorso è finito cosi sulla scrivania del magistrato con una relazione allarmante. Secondo gli assistenti sociali, la famiglia vive in due piccole roulotte senza bagni né elettricità con solo una stufa a legna e materassini a terra per dormire. Non solo, a preoccupare è il grave isolamento, con i minori che non frequentano la scuola né altre attività e soprattutto non avrebbero nemmeno un medico.

La famiglia però si difende e attraverso un legale sottolinea che non c’è violenza e i piccoli stanno bene, rivendicando una “scelta di vita” per “preservare il rapporto tra uomo e natura” per evitare una società “avvelenata”. “Non si è in presenza di violenza”, né di quel “disagio o devianze che caratterizzano certi nuclei famgiliari”, ha spiegato l’avvocato, aggiungendo che i genitori sono economicamente indipendenti e che i piccoli stanno bene.

La palla passa nelle mani dei giudici dopo che la Procura dell’Aquila ha chiesto un intervento urgente per “grave pregiudizio” nei confronti dei bambini. Il pm ha chiesto l’affidamento dei tre bambini e una limitazione della responsabilità genitoriale per la coppia che però è pronta a difendersi in tribunale. La vicenda ha diviso l’opinione pubblica, scatenando sui social reazioni contrastanti tra chi difende la scelta della famiglia e chi invita ad allontanare i bambini dalla coppia.

FOTO: cortesia del Messaggero

 

Articoli correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

CATEGORIE ARTICOLI

Articoli recenti