lunedì 12 Maggio 2025

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

IL QATAR donerà agli Usa un Boeing da 400 milioni, e Trump lo terrà per sé: “Non accettarlo sarebbe da stupidi”

ll Qatar vuole donare a Donald Trump un Boeing 747-8 da 400 milioni di dollari che potrebbe fungere da Air force one (l’aereo presidenziale) e che il presidente potrà tenere anche dopo aver lasciato la Casa Bianca. Secondo quanto rivelato da Abc News, il Boeing sarà utilizzato come aereo presidenziale fino a poco prima della fine del mandato, per poi essere trasferito alla Fondazione della biblioteca presidenziale Trump: l’organizzazione no-profit che, come da tradizione americana, ogni ex presidente crea per conservare documenti, cimeli e materiali della propria amministrazione.

 

In politica, però, è raro che un’offerta sia davvero disinteressata. ietro questa apparente cortesia diplomatica si celano infatti dinamiche più complesse. Il Qatar, piccolo ma ricchissimo stato del Golfo Persico grazie alle sue enormi riserve di gas naturale, sta cercando di consolidare il suo status di alleato privilegiato degli Stati Uniti, essendo stato designato Alleato importante non-NATO nel marzo 2022. Questo status, simile a quello di cui godono Giappone, Corea del Sud e Israele, garantisce privilegi speciali nelle relazioni militari e di sicurezza con Washington, incluso l’accesso facilitato all’acquisto di armamenti avanzati. Il paese ospita inoltre la base aerea di Al Udeid, la più grande installazione militare americana in Medio Oriente con circa 10mila soldati, e considera fondamentale mantenere eccellenti relazioni con Washington in un’area geografica instabile.

A far storcere il naso a molti oppositori del presidente è stato soprattutto il tempismo dell’offerta. Infatti, nell’aprile 2025, appena un mese prima della rivelazione pubblica dell’offerta dell’aereo, la Trump Organization ha annunciato un accordo di sviluppo da 5,5 miliardi di dollari per costruire un resort di golf di lusso in Qatar, in partnership con Qatari Diar, una società immobiliare sostenuta dal fondo sovrano del Qatar. Questo intreccio tra interessi pubblici e privati alimenta i sospetti che l’aereo possa essere un tentativo di influenzare le decisioni presidenziali a favore del Qatar.

L’accettazione di un regalo così costoso da un governo straniero – scrive Riccardo Piccolo su Wired – non è affatto semplice per la presidenza americana. Il principale ostacolo a questa proposta è la clausola sugli “emolumenti esteri” della Costituzione americana. Si tratta di una disposizione inserita dai padri fondatori nell’articolo I, sezione 9, della Costituzione per prevenire l’influenza straniera sui funzionari pubblici americani. La clausola stabilisce esplicitamente che nessun funzionario statunitense può accettare “qualsiasi regalo, emolumento, carica o titolo, di qualsiasi tipo, da qualsiasi re, principe o stato estero” senza l’approvazione del Congresso, l’organo legislativo federale composto da Camera dei Rappresentanti e Senato.

Questa protezione costituzionale, che risale al 1787, è raramente al centro dell’attenzione pubblica perché tradizionalmente i regali di stato sono di valore limitato e vengono gestiti attraverso protocolli ben definiti: i doni di valore significativo vengono solitamente catalogati e conservati negli archivi nazionali, non trattenuti personalmente dal presidente.

Nonostante queste chiare restrizioni costituzionali, l’amministrazione americana ha individuato un possibile escamotage. Per aggirare l’ostacolo costituzionale, il Dipartimento di giustizia di Trump ha elaborato una strategia sostenendo che l’accordo sarebbe legalmente ammissibile perché il nuovo Air force one verrebbe formalmente fatto al Dipartimento della Difesa, non personalmente al presidente. La questione ha creato una forte divisione politica a Washington con i democratici, all’opposizione, che hanno condannato con forza l’accordo. e parlato di corruzione. Donald Trump ha replicato alle forti critiche dicendo: “Sarebbe da stupidi non accettare il bel regalo del Qatar”.

 

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