Israele ha lanciato raid contro l’Iran e ha affermato di aver colpito il “cuore” del programma nucleare iraniano, rendendo noto che si è solo all’inizio di una guerra. Chiuse tutte le ambasciate nel mondo. Netanyahu si aspetta ora un’ondata di attacchi da parte di Teheran che minaccia di aprire” le porte dell’inferno” a Israele. Teheran ha risposto con centinaia di missili balistici ai raid israeliani. Numerose esplosioni a Tel Aviv e Gerusalemme e almeno 40 feriti, due versano in gravi condizioni. Il contrattacco di Teheran è arrivato nella tarda serata. Sono stati lanciati centinaia di missili.
Sotto attacco in Iran la residenza di Khamenei, la massima guida spirituale. Intanto, Teheran fa sapere di aver abbattuto due caccia nemici e di aver catturato una soldatessa. Sessanta invece i feriti causati dai raid con i quali l’Iran ha risposto a Israele. Due di loro sono in condizioni serie. E c’è anche la prima vittima israeliana: è una donna. All’Onu l’ambasciatore israeliano ha affermato: “La nostra attesa è finita, smantelleremo il programma nucleare di Teheran”
La prima ondata di fuoco iraniana è stata diretta verso tutto il territorio israeliano. Le immagini in diretta hanno mostrato esplosioni e colonne di Fumo su Tel Aviv. Boati uditi anche a Gerusalemme. Secondo quanto riferito dall’Idf, una seconda ondata di missili è in arrivo verso Israele. Secondo i soccorritori ci sarebbero almeno 40 feriti di cui due gravi. A Tel Aviv si contano almeno sette siti di impatto. L’operazione lanciata nelle prime ore di venerdì da Israele, chiamata “Rising lion” (leone nascente), aveva incluso omicidi mirati di comandati militari e di scienziati iraniani. Il bilancio tra Teheran e il resto del Paese è di decine di morti e centinaia di feriti.
LA CRONADA DELL’ATTACCO A TEHERAN
Secondo i media di Stato, nei bombardamenti sono stati uccisi vari alti esponenti del regime iraniano, tra i quali Hossein Salami, capo delle Guardie rivoluzionarie islamiche dell’Iran, corpo di elite delle forze armate. A perdere la vita anche diversi scienziati nucleari. Bilancio della prima ondata di attacchi: 78 morti e 324 feriti.
La popolazione israeliana si è svegliata sotto shock: “Non abbiamo bisogno – dicono in molti – di un’altra guerra”. L’Iran promette una durissima ritorsione militare e ha già lanciato 200 droni su Tel Aviv. Il commento di Donald Trump che ha escluso un coinvolgimento diretto degli Stati Uniti, pur essendo a conoscenza dell’inizio della guerra: “Teheran può fermare il massacro firmando l’accordo. Gli attacchi di Israele sono stati eccellenti, i prossimi saranno più brutali””. Giorgia Meloni ha convocato una riunione di governo, mentre Salvini ha subito dichiarato: “Il diritto alla sopravvivenza di Israele è sacrosanto e l’Iran vuole cancellarlo”.
I VIDEO DEGLI ATTACCHI DI ISRAELE
Netanyahu ha riferito che si è trattato di “un’operazione militare mirata per contenere la minaccia iraniana alla sopravvivenza stessa di Israele”. Secondo il capo di governo, “se non fermato, l’Iran potrebbe produrre un’arma nucleare in brevissimo tempo”. A Tel Aviv è stato dichiarato lo stato di emergenza in previsione di possibili rappresaglie “nell’immediato futuro”. Netanyahu ha aggiunto: : “Andremo avanti per giorni”. L’esercito israeliano: “Situazione sotto controllo, intercettati i droni iraniani”. L’annuncio del ministro della Difesa Katz: “Stato d’emergenza, reagiranno”. Uccisi comandante delle Guardie della rivoluzione, capo delle forze armate e scienziati.
Khamenei, la guida spirituale dell’Iran: “Israele avrà una dura punizione”.
Nei primi raid contro l’Iran sono stati impiegati 200 caccia e sono stati colpiti oltre 100 obiettivi: lo ha riferito Effie Defrin, portavoce delle forze armate di Israele. L’ufficiale ha parlato di bersagli centrati “in tutto” il Paese. Già sganciate, secondo Defrin, “oltre 330 munizioni di vario tipo”.
Defrin ha sostenuto che i bombardamenti israeliani fanno parte di “un’operazione precisa e sincronizzata” e che i piloti “stanno ancora colpendo obiettivi militari e legati al programma nucleare in diverse aree dell’Iran”. Il segretario di Stato americano, Marco Rubio, ha affermato che gli Stati Uniti non sono stati coinvolti nei raid di Israele contro l’Iran e che non hanno fornito alcun tipo di assistenza. Le sue dichiarazioni sono state rilanciate dalla Cnn e da altre emittenti degli Stati Uniti. “La nostra priorità principale”, ha aggiunto Rubio, “è proteggere le forze americane nella regione”.
Israele minaccia da anni attacchi militari contro i siti nucleari, sostenendo che l’Iran sia molto vicino alla creazione di una bomba atomica che metterebbe in pericolo la sicurezza nazionale israeliana. Quanto l’Iran sia vicino davvero non è del tutto chiaro, ma da tempo è evidente che il regime iraniano non sia interessato esclusivamente allo sviluppo del nucleare per fini civili.
Se Israele si è deciso ad attaccare proprio adesso, è perché – sostengono molti analisti militari e non – si sono realizzate alcune condizioni. Da una parte da alcune settimane sono ripresi i negoziati tra Iran e Stati Uniti per un accordo che consentirebbe all’Iran di mantenere un programma nucleare a uso civile, per produrre energia elettrica: Israele si è sempre opposto ai negoziati e considera anche quest’ultimo come una minaccia che va fermata. Dall’altra l’Iran è rimasto senza alleati ed è più isolato e vulnerabile di prima. Ed è rimasto senza alleati perché nell’ultimo anno Israele ha distrutto e indebolito buona parte dei suoi nemici nella regione, tutti allineati con l’Iran e parte del cosiddetto “Asse della resistenza”.