martedì 4 Novembre 2025

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

FEROCIA / 15enne con deficit cognitivo torturato e gettato nelle acque gelide del Po da due ragazzi e una ragazza

La cronaca racconta oggi un caso di bullismo estremo che ha visto vittima un ragazzo di 15 anni, con un disagio cognitivo, torturato e gettato nelle acque gelate del fiume da una baby gang di suoi coetanei, due ragazzi di 14 e 15 anni, e una ragazza di 16. L’episodio di indescribile ferocia è avvenuto nella notte della festa di Halloween a Moncalieri, nel Torinese.

Il 15enne è stato prima adescato, poi chiuso in un bagno per ore dai suoi tre “amici” che gli hanno rasato sopracciglia e capelli, spento una sigaretta sulla pelle e poi, sotto la minaccia di un cacciavite,  costretto a immergersi nelle acque gelate del fiume.

Un vero e proprio incubo per il ragazzo preso di mira dalla banda di baby-bulli. Nuovi terribili dettagli stanno emergendo di quanto accaduto quella notte in cui un ragazzino invece di andare dal nonno, con cui doveva passare la serata, è stato convinto da tre coetanei a partecipare a una ‘festa’.

È stata la madre del ragazzino-vittima a denunciare l’accaduto ai carabinieri, quindi a lanciare l’allarme dai social, aggiungendo in queste ore un altro drammatico elemento alla vicenda già terribile. Potrebbe infatti esserci anche un video in circolazione che riprenderebbe il ragazzino vittima anche di abusi sessuali, sempre realizzato ad Halloween: i suoi tre aguzzini lo avrebbero minacciato di non dire nulla di quella notte, se non voleva che quel filmato fosse poi girato nei gruppi di messaggistica o sui social.

La Procura dei minori di Torino sta già indagando per sequestro di persona e violenza privata tre minori, due ragazzi e una ragazza, rispettivamente di 14, 15 e 16 anni. I tre sarebbero già stati accusati in passato di atti vandalici e danneggiamento.

In un gruppo social, la madre ha raccontato nei dettagli quanto denunciato poi, l’indomani delle violenze, ai carabinieri di Moncalieri, esprimendo tutto il suo dolore per quanto accaduto al figlio. “Tra la sera del 31 ottobre e la notte del primo novembre i tre bulli, due maschi e una ragazza, hanno adescato mio figlio facendosi passare per ‘amici’, perché mio figlio, con un’invalidità, pensava ciò”, spiega la donna. I tre “se lo sono portati prima in una casa a Torino, dove non c’erano adulti, quindi gli hanno levato il telefono e bloccato i numeri di noi genitori che lo chiamavamo con insistenza- prosegue- L’hanno chiuso in una casa, la porta chiusa con una catena!”. E ancora: “Dopo di che, dentro l’abitazione questi mostri lo hanno torturato picchiandolo, chiudendolo in un bagno per ben due ore a chiave”.

Una volta aperta la porta, “lo hanno preso con forza, minacciato con un cacciavite, lo hanno rasato lasciando ciuffi di capelli, poi hanno preso una lametta e gli hanno rasato le sopracciglia, tutte, facendo dei tagli pure sulla palpebra dell’occhio, gli hanno spento una sigaretta sulla caviglia”, va avanti il racconto delle torture. Quindi, “sempre sotto minaccia del cacciavite, lo hanno portato nel Po gli hanno fatto togliere la maglia e, a petto nudo, lo hanno fatto entrare in acqua”. E “non soddisfatti lo hanno fatto mettere sotto una fontanella con il getto sulla schiena tra sputi e offese varie”. Lo hanno riportato in casa fino alle 13 dell’indomani, “finito di torturarlo lo hanno riportato alla stazione di Porta Nuova e gli hanno rilasciato il telefono”. La madre è finalmente riuscita a contattare il figlio “ma quando l’ho visto è stato uno shock“.

La donna continua quindi ponendosi delle domande, anche sul ruolo dei genitori dei tre ragazzi: “Perché a un ragazzo la madre gli lascia le chiavi di un alloggio dove non ci sono maggiorenni? Perché tutta questa cattiveria a questa età verso un ragazzo debole? Perché tutto questo?”. E ancora: “Io ringrazio a Dio che mio figlio sia vivo, ma ora voglio solo giustizia”, manda a dire.

A quel post ne è poi seguito un altro, in cui la madre del ragazzino vittima dei baby bulli ha aggiunto altro dell’orrore subìto: “Ho paura per mio figlio. Ora scopro che, oltre ad averlo torturato, rasato e minacciato con un cacciavite ci sarebbe online anche il video di una violenza sessuale. Ho paura che si uccida”, sono le ultime disperate parole della donna che, dopo la denuncia fatta ai carabinieri, accompagnando il figlio, pensava già che fosse stato toccato il fondo.

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