giovedì 19 Giugno 2025

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

LA JUVE di John Elkann atterra in silenzio sul pianeta Trump

Maria Galeotti ci informa, attraverso The Voice of New York, su quanto avviene sul pianeta Trump, e riferisce dell’imbarazzante incontro del presidente americano con la squadra della Juventus, accompagnata alla Casa Bianca da un fin troppo entusiasta John Elkann (nella foto) e dal numero uno della Fifa, Infantino.

Transgender, le domande imbarazzanti di Trump. Qualche momento di imbarazzo per i giocatori e lo staff della Juve alla Casa Bianca, quando Donald Trump ha tentato di coinvolgerli in un dibattito sulle donne transgender nello sport. Il club si trova negli Stati Uniti per la Coppa del Mondo per Club (vincerà la prima partita per 5-0). La rosa della Juventus, che comprende anche i nazionali statunitensi Timothy Weah e Weston McKennie, era schierata dietro al presidente.

A un certo punto, Trump — che a febbraio ha firmato un ordine esecutivo che vieta la partecipazione di atlete transgender nelle competizioni femminili — si è girato per chiedere la loro opinione sulla questione. “Una donna potrebbe far parte della vostra squadra, ragazzi?” ha chiesto Trump, tra i sorrisi imbarazzati dei presenti, che non hanno risposto. Quando ha ripetuto la domanda, il direttore generale della Juventus, Damien Comolli, ha cercato di sviare: “Abbiamo una squadra femminile molto forte” (campione in carica della serie A, in effetti). “Ma dovrebbero giocare con le donne”, ha ribattuto Trump, mentre Comolli ha preferito non replicare. “Sta facendo il diplomatico”, ha commentato il presidente.

Tutti gli arresti di Trump contro i democratici: tecniche di intimidazione

Con l’aumento delle tensioni legate alle politiche di deportazione di massa del presidente Trump, la repressione governativa si sta estendendo all’opposizione politica. Mentre i democratici faticano a contrastare l’amministrazione, gli agenti federali hanno arrestato o si sono scontrati con un numero crescente di funzionari eletti del partito. A New York, il revisore dei conti e candidato sindaco Brad Lander è stato spinto contro un muro, ammanettato e fermato per tre ore perché cercava di proteggere un uomo in un tribunale per l’immigrazione. La scorsa settimana, il senatore Alex Padilla, democratico della California, è stato rimosso con la forza da una conferenza stampa tenuta da Kristi Noem, segretaria alla Sicurezza Interna, e ammanettato nonostante si fosse identificato come senatore. All’inizio di maggio, funzionari federali hanno arrestato Ras J. Baraka, sindaco di Newark, in seguito a un confronto che ha coinvolto anche tre membri del Congresso presso un nuovo centro di detenzione per immigrati destinato a svolgere un ruolo centrale nelle deportazioni di massa del presidente Trump. E poi c’è il caso di Hannah Dugan giudice di Milwaukee arrestata con il sospetto di aver “deliberatamente sviato gli agenti federali” da un immigrato ricercato dalle autorità, ha dichiarato l’FBI. Scene di caos che riflettono la natura esplosiva di questo momento politico e le crescenti battaglie nazionali sul giusto processo, lo stato di diritto e il sistema dei pesi e contrappesi.

Perché Trump ha frenato sull’attacco all’Iran

Trump sta valutando se autorizzare un attacco contro l’impianto nucleare iraniano di Fordow, ma nutre dubbi sull’efficacia della bomba anti-bunker GBU-57 nel distruggere il sito, uno dei più protetti del programma nucleare di Teheran. Secondo la testata Axios, il timore che la missione fallisca e apra la porta a un conflitto prolungato in Medio Oriente lo frena dal dare il via libera. Il Pentagono si dice fiducioso, ma lui non sarebbe ancora convinto, e ha affermato di voler decidere “un secondo prima del momento giusto”.
Secondo Bloomberg, l’infrastruttura per un possibile attacco militare contro l’Iran sarà pronta nei prossimi giorni. L’ipotesi di un’azione durante il weekend è sul tavolo e alcune agenzie federali hanno già avviato piani operativi di emergenza. Fonti della Casa Bianca confermano che tutte le opzioni restano aperte, mentre fonti diplomatiche europee riferiscono che venerdì a Ginevra si terrà un incontro tra i ministri degli Esteri di Regno Unito, Francia, Germania e Iran per tentare di salvare l’intesa sul nucleare.

La tensione tra Trump e Tulsi Gabbard, direttrice dell’intelligence

Trump è sempre più irritato con la sua direttrice dell’intelligence nazionale, Tulsi Gabbard, per la sua posizione critica sulla possibile entrata in guerra degli Stati Uniti a fianco di Israele contro l’Iran. Secondo fonti della Casa Bianca, Trump ha rimproverato personalmente Gabbard dopo la diffusione di un video in cui lei accusava le élite politiche di fomentare una guerra nucleare. Ufficialmente, la Casa Bianca nega l’intenzione di rimuoverla, ma Gabbard non è stata invitata ai recenti vertici strategici.

I dazi di Trump minacciano la sicurezza nazionale

La senatrice democratica Jeanne Shaheen ha denunciato con forza le politiche commerciali dell’Amministrazione Trump, accusandole di mettere a rischio la prontezza militare americana e di erodere la fiducia degli alleati nella cooperazione transatlantica. In viaggio verso il Salone Internazionale dell’Aeronautica e dello Spazio di Parigi di questa settimana, la più grande fiera aerospaziale militare al mondo, Shaheen si è chiesta: “Il principale ostacolo alla sicurezza degli Stati Uniti forse non sono la Cina o la Russia, bensì la nostra politica commerciale”. Shaheen ha evidenziato come i nuovi dazi su acciaio e componentistica stiano rallentando la produzione di armi e alimentando ritardi e rincari nella catena di approvvigionamento della difesa: “Se non cambiamo rotta, il nostro ostacolo più grande, saremo noi stessi”, ha avvertito.

Nuova stretta sui visti per studenti stranieri ma con regole severe

Il Dipartimento di Stato ha riattivato i colloqui per i visti studenteschi, introducendo però nuove e severe regole: tutti i candidati dovranno rendere pubblici i propri account social, che saranno esaminati per individuare atteggiamenti ostili verso gli Stati Uniti. Il cable firmato dal Segretario di Stato Marco Rubio fa riferimento a due decreti di Trump, uno contro i “soggetti stranieri ostili” e l’altro contro l’antisemitismo. Il provvedimento, che riguarda tutti i visti F, M e J, solleva timori tra le università americane e rischia di rallentare fortemente le pratiche: nel 2023 sono stati emessi 446.000 visti studenteschi.

Tesla, fuga dai vertici: i nuovi dubbi sulla leadership di Musk

Mentre Elon Musk cerca di rilanciare Tesla dopo l’uscita dal governo Trump, si aggrava l’emorragia interna ai vertici dell’azienda. Secondo The Atlantic, circa un terzo dei dirigenti che due anni fa erano sul palco con lui ha lasciato o è stato allontanato. Solo da aprile se ne sono andati il responsabile dell’ingegneria software, il capo della divisione batterie e quello della robotica umanoide. A questi si aggiungono decine di migliaia di dipendenti licenziati o dimissionari nel 2024. Il fenomeno, definito “brain drain” dagli analisti, alimenta dubbi sulla capacità di Musk di guidare l’azienda in un momento critico, mentre il mercato EV è in affanno e la reputazione del fondatore è compromessa dai legami con Trump e dalle sue scelte politiche.

Via libera al super farmaco anti-HIV, ma i tagli minacciano la prevenzione

La FDA (Food and Drug Administration) ha approvato Yeztugo, un’iniezione semestrale che nei trial ha quasi azzerato la trasmissione dell’HIV. Ma il suo impatto potrebbe essere frenato dai tagli dell’Amministrazione Trump al CDC, alla ricerca pubblica e ai fondi per la prevenzione. Il farmaco è costoso (oltre 14mila dollari a dose) e il suo successo dipenderà dalla copertura assicurativa e dall’accesso garantito a comunità a rischio.

Maria Galeotti (The Voice of New York)

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