di Paolo Cordova da New York
— Il mantra è sempre valido: follow the money. Le indagini federali sul maxi-scandalo che ha travolto l’NBA stanno portando alla luce una rete più ampia e articolata di quanto si pensasse. Gli investigatori dell’FBI stanno ricostruendo i legami tra due circuiti paralleli. Il primo è incentrato sul giro di scommesse sportive basate su informazioni riservate fornite da giocatori e tecnici. Il secondo su una rete di tavoli da poker truccati con ramificazioni in undici Stati e contatti diretti con le famiglie mafiose italo-americane di New York.
Al centro dell’inchiesta ci sono finora almeno tre volti noti del basket a stelle e strisce: Chauncey Billups, coach dei Portland Trail Blazers; Terry Rozier, guardia dei Miami Heat; e Damon Jones, ex giocatore e assistente NBA. Tutti e tre sono stati arrestati giovedì mattina nell’ambito di due operazioni coordinate dall’FBI, battezzate “Operation Nothing But Bet” e “Operation Royal Flush”.
I due filoni fanno parte di un’unica regia criminale che tiene assieme insider trading sportivo, tecnologie all’avanguardia e vecchi metodi mafiosi. “Stiamo ancora scoprendo quanto fosse estesa questa rete”, spiega un funzionario federale. “Ogni nuovo documento apre collegamenti con altre persone e altri episodi. È un’indagine che si allarga di giorno in giorno”.
LE SCOMMESSE
Nel primo capitolo dell’inchiesta, i federali accusano Rozier e un gruppo di conoscenti di aver condiviso informazioni riservate sull’impiego dei giocatori per trarre profitto dalle scommesse. In almeno sette partite tra il 2023 e il 2024, i sospettati avrebbero infatti puntato centinaia di migliaia di dollari basandosi su dati segreti, come l’uscita anticipata di un atleta o un infortunio non ancora reso pubblico.
Uno degli episodi più clamorosi risale al 23 marzo 2023. Rozier, allora titolare degli Charlotte Hornets, lasciò il campo dopo appena nove minuti di gioco contro i New Orleans Pelicans. Pochi minuti prima della palla a due, gli inquirenti hanno scoperto che erano state registrate puntate per oltre 200mila dollari sul fatto che l’allora stella avrebbe (stranamente) giocato solo per pochi minuti in quella gara.
Secondo l’accusa, anche Chauncey Billups potrebbe aver fornito indicazioni riservate. Nell’atto d’accusa compare un “complice 8” descritto come “un residente dell’Oregon, ex giocatore NBA dal 1997 al 2014 e allenatore dal 2021”. Caratteristiche che coincidono con il profilo dell’attuale coach dei Blazers. Gli inquirenti ipotizzano che Billups abbia condiviso con gli scommettitori diverse informazioni sulle rotazioni della squadra prima di una gara a Chicago nel marzo 2023, poi effettivamente disputata con quattro titolari lasciati a riposo.
POKER TRUCCATO
Il secondo filone è però quello più cinematografico e a tratti inquietante. Tra il 2019 e il 2024, decine di partite di poker ad altissime poste sarebbero state organizzate in appartamenti e locali privati tra New York, Miami, Las Vegas e gli Hamptons.
Gli ospiti venivano attirati con la promessa di giocare accanto a celebrità dello sport, tra cui Billups e Jones. In realtà, spiegano i procuratori, questi servivano banalmente da “esche” dato che i tavoli erano truccati grazie a un arsenale di dispositivi clandestini, tra cui mescolatori manipolati, telecamere nascoste nei vassoi delle fiches, carte segnate visibili con lenti speciali e persino tavoli a raggi X in grado di leggere le carte coperte.
Le vincite illecite avrebbero superato i 7 milioni di dollari, una parte dei quali destinata a membri dei clan italo-americani Bonanno, Gambino e Genovese, che garantivano protezione e riscossione dei debiti con le maniere forti. In una conversazione intercettata del 2019, i gestori delle partite si lamentavano peraltro del fatto che Billups stesse vincendo “troppo” e che fosse necessario fargli perdere di proposito alcune mani per evitare sospetti.
Finora oltre 30 persone sono già finite in manette in 11 Stati. Ma non è finita qui. “Ogni giorno emergono nuovi messaggi, nuovi movimenti di denaro e nuovi nomi”, ha dichiarato il procuratore federale Joseph Nocella. “Siamo ancora lontani dal quadro completo”.
Per la NBA si tratta del secondo terremoto in meno di due anni, dopo il caso di Jontay Porter, ex ala grande dei Toronto Raptors radiato a vita nel 2024 per uno scandalo di scommesse analoghe. Ora Rozier rischia la stessa sanzione, mentre Billups e Jones sono già stati sospesi con effetto immediato.
Il commissario Adam Silver ha annunciato un’inchiesta interna e ribadito che “l’integrità del gioco resta un principio non negoziabile”. Gli avvocati dei tre imputati intanto respingono le accuse, parlando di un’indagine “spettacolarizzata” e di “eccessi mediatici”. Ma gli investigatori federali sono di tutt’altro avviso: “Quello che era iniziato come un caso di insider betting”, ha detto un agente dell’FBI, “si sta rivelando il manuale di come la criminalità organizzata si è adattata all’era moderna dell’NBA”. (The Voice of New York)
