mercoledì 16 Luglio 2025

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

ALTA MODA E CAPORALATO / Abiti costati poco venduti a peso d’oro: Loro Piana in amministrazione giudiziaria

Capi di alta moda in cachemere, realizzati in laboratori gestiti da lavoratori asiatici clandestini, venduti per migliaia di euro con un costo di produzione appena sotto i cento euro. Per il sospetto di sfruttamento del lavoro, il Tribunale di Milano ha disposto l’amministrazione giudiziaria per un anno nei confronti della società “Loro Piana”.

La casa di moda del gruppo Lvmh di Bernard Arnault guidato dal figlio Frédéric Arnault in qualità di Ceo avrebbe avrebbe realizzato capi di abbigliamento in contesti lavorativi di sfruttamento del lavoro, non escluso il caporalato.

Dall’indagine della Procura di Milano emergerebbe che le «giacche in cashmere» della casa di moda verrebbero realizzate in laboratori cinesi al costo unitario di circa un centinaio di euro per ciascun capo e rivendute nei monomarca Loro Piana a prezzi compresi tra i 1.000 e i 3.000 euro.

Loro Piana spa – che per il 20% è ancora della famiglia omonima e vede alla vicepresidenza Pier Luigi Piana, con 2.300 dipendenti e un fatturato di 1,3 miliardi – secondo gli atti proposti dalla richiesta del pm Paolo Storari affidava parte della produzione delle giacche in via diretta alla Evergreen Fashion Group srl, che però, avendo una bella sede a Milano dietro Sant’Ambrogio ma nessun reparto produttivo, subappaltava la produzione alla Sor-Man snc di Nova Milanese che a sua volta, non avendo adeguata capacità produttiva, faceva realizzare i capi di abbigliamento agli opifici cinesi Clover Moda srl (a Baranzate) e Dai Meiying (a Senago)

Opifici che impiegavano in nero operai asiatici per lo più in stato di clandestinità, in ambienti di lavoro insalubri e pericolosi, alloggiati in dormitori abusivi, sottoposti anche di notte o nei festivi a turni lavorativi di gran lunga superiori a quelli contrattualmente previsti e pagati di gran lunga meno dei minimi tabellari, alle prese con macchinari senza dispositivi di sicurezza, senza sorveglianza sanitaria, senza corsi minimi di formazione

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