L’Università di Yale ha diffuso un rapporto che demolisce l’immagine di Putin come mediatore di pace: si occupa di migliaia di bambini ucraini rapiti dai russi dall’inizio della guerra di aggressione.
Al momento – sostengono gli esperti dell’università americana – ci sono circa 35.000 bambini ucraini ancora dispersi in Russia. “Dispersi” è una qualificazione successiva: i bambini sono stati rapiti dalla Russia dalle case di cura, dai campi di battaglia dopo la morte dei genitori o direttamente strappati alle loro famiglie nelle incursioni in territorio ucraino durante la guerra, dal 2022. Di questi, stima il team di esperti, solo 1.366 bambini sono stati rimpatriati in Ucraina: altri 35.000 sono trattenuti in Russia e nei suoi territori occupati, mandati in campi militari o in affidamento, o addirittura già adottati da famiglie russe.
Attraverso l’esame di banche dati russe, documenti ufficiali, contatti famigliari e perfino immagini satellitari di siti russi, edifici ufficiali, il team di Yale è stato in grado di stabilire l’identità di migliaia di bambini. Nathaniel Raymond, direttore esecutivo del Laboratorio di ricerca umanitaria di Yale ha detto che “questo è probabilmente il più grande rapimento di minori in guerra dalla Seconda guerra mondiale, paragonabile alla germanizzazione dei bambini polacchi da parte dei nazisti“.