mercoledì 3 Settembre 2025

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GIORNALISTI / Mai così tanti bocciati all’esame di Stato per la professione. L’Ordine: “Ignoranza disarmante”

Gli esami di idoneità per diventare giornalisti professionisti (è stata la sessione numero 141) offrono due segnali significativi, confermando un allarme che già l’anno scorso era stato lanciato dal Segretario della commissione esaminatrice, Saverio Cicala, circa la disarmante ignoranza dei candidati, in maggioranza provenienti dalle università rispetto a chi ha concluso il praticantato in una redazione.

Il primo segnale che arriva dall’ultima sessione è che la selezione è tornata ad essere molto dura, come forse non era mai stata. Su 228 candidati, ben 111 non hanno superato lo scritto e altri tredici non hanno superato la successiva prova orale. I promossi sono dunque 104, meno della metà, il 45,6 per cento, percentuale mai raggiunta nella storia di questa prova.

Il secondo elemento riguarda le Scuole di giornalismo riconosciute dall’Ordine, che danno la possibilità di affrontare l’esame, equiparando la frequentazione biennale al Praticantato. Su 65 candidati provenienti dalle Scuole, 31 sono stati bocciati allo scritto. Ad esempio, fra i giovani della Scuola di Torino, intitolata a Giorgio Bocca, solo 8 su 20 hanno superato lo scritto. Considerando che per due anni gli studenti frequentano lezioni di teoria e pratica di giornalismo scritto, televisivo, radiofonico e online, il risultato non appare incoraggiante.

Negli ultimi anni, al contrario, le percentuali totali dei promossi agli esami si erano alzate molto. Andando a ritroso, nella penultima sessione era stato promosso il 74,3 per cento dei candidati, nella precedente l’85 per cento (87,8 per cento fra gli studenti delle Scuole), nelle precedenti l’85,9 (Scuole 76,6) e il 61,6 per cento (Scuole 72).

La percentuale più bassa degli ultimi anni era stata raggiunta nel novembre 2020, con il 54,7 per cento di promossi.Da molti anni si viene ammessi agli esami non soltanto con il classico Praticantato nelle redazioni, ma anche (e sono ormai maggioranza) con dichiarazioni dei Presidenti degli Ordini regionali, ove venga certificata l’effettiva pratica professionale non riconosciuta però dai datori di lavoro. 

L’esame scritto si basa su un elaborato di cronaca (per il quale vengono fornite agenzie) o su uno dei temi dei vari argomenti (politica, economia, esteri, interni, sport, spettacoli, moda) basati sull’attualità, su un riassunto da un articolo di giornale e su sei domande che riguardano la professione, il diritto, il funzionamento degli organismi italiani e internazionali).  L’orale si incentra sulla cultura generale, in particolare sulla procedura penale, le tecniche giornalistiche, i fatti storici e del momento.

Più nel dettaglio: l’esame di Stato si articola su tre prove: un articolo, una sintesi e le risposte aperte a sei quesiti relativi alla professione e le sue Regole Deontologiche, al Diritto Pubblico e al Diritto Penale. Chi le supera, accede alla prova orale, che prevede domande (da parte di una commissione di magistrati e giornalisti) di cultura generale e sugli aspetti tecnici, professionali e giuridici della professione. L’articolo della prova scritta è – a scelta – un esercizio di cronaca (per il quale vengono fornite agenzie di stampa da rielaborare), o un esercizio su temi proposti nei vari settori (dallo sport, alla politica, all’economia, agli esteri, agli spettacoli), che però si basa solo sulla memoria dei candidati: non si possono usare supporti di alcun genere, come invece avviene nello svolgimento normale della professione.

Nella 138esima sessione degli esami, cominciata il 24 ottobre 2023 e terminata il primo di febbraio 2024, si è registrato il record di promossi all’esame di Stato per diventare giornalisti: 195 su 201 ammessi all’orale (97,01%) i candidati dichiarati idonei. Cento donne e 95 uomini.

In base ai dati forniti sempre l’anno scorso da Saverio Cicala, storico Segretario delle commissioni d’esame, nelle ultime 14 sessioni, dall’aprile 2017, si sono presentati all’esame 4.079 candidati e l’abilitazione all’esercizio della professione è stata ottenuta da 2.617, pari al 64,9 per cento dei candidati. Ci sono state anche sessioni con poco più del 50 per cento dei promossi. Esempio: nel novembre 2020 gli idonei furono il 54,74 per cento, con 142 bocciati allo scritto e 20 al successivo orale.

Negli ultimi anni sempre meno sono i candidati che arrivano all’esame attraverso il classico percorso del praticantato (assunzione in una redazione). Molti ottengono una dichiarazione sostitutiva del praticantato dall’Ordine regionale, oppure viene riconosciuto il ”ricongiungimento”, in seguito a collaborazioni continuative, oppure hanno frequentato una delle Scuole riconosciute dall’Ordine.

Nel suo intervento al corso di formazione dell’Ordine del Lazio (“Giornalisti tutte le regole da cambiare”) del 30 gennaio, Cicala ha ricordato che “oggi su 100 candidati non più di 20, a voler largheggiare, sono in possesso di un contratto regolare con conseguente iscrizione nel registro dei praticanti e adeguata retribuzione e contribuzione”.

Ha poi segnalato “la preparazione culturale drammaticamente scesa a livelli a dir poco mediocri, come confermano il lessico spesso usato nelle prove scritte e l’ignoranza disarmante dimostrata dai più, in particolare della storia politica e sociale, anche recente, del nostro Paese, per non parlare degli eventi che si sono succeduti nel mondo che ci circonda”.

“Fenomeno molto preoccupante – ha detto – che non riguarda solo i giovani che tentano di affacciarsi alla professione giornalistica, ma investe molti altri settori della nostra società, dalla magistratura all’avvocatura, settori nei quali i pubblici concorsi e gli esami di abilitazione confermano le difficoltà che incontra la scuola italiana nello svolgere il suo ruolo educativo”. (In collaborazione con professionereporter.eu)

Foto: una sessione della prova scritta (repertorio)

 

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