Il mese di maggio – con l’avvincente finale per lo scudetto e le prestazioni dell’Inter in Champions League – ha avvantaggiato la vendita dei giornali sportivi e del Mattino di Napoli – ma non ha dato la scossa agli altri quotidiani.
Le classifiche e i trend dei quotidiani elaborate sugli ultimi dati Ads di diffusione della stampa relativi al mese di maggio 2025 ci presentano un quadro ancora negativo. Da notare come alcune testate, sopravvalutate nelle rassegne stampa televisive, in realtà hanno un minimo impatto nell’interesse dei lettori e nelle vendite in generale. Forse resistono alla crisi perché beneficiano delle provvidenze dello Stato. Da segnalare, infine, la crisi acuta di parecchi giornali locali, un tempo punti di forza di gruppi editoriali d’avanguardia.
In particolare, balzano agli occhi le performance negative dei giornali dell’ex gruppo Finegil-L’Espresso (un tempo floridi e redditizi) venduti dalla Gedi di John Elkann a cordate di imprenditori oggi sempre alle prese con cambi di direzione e con piani di ristrutturazione che poggiano su incentivi al pensionamento e sull’alleggerimento delle redazioni. Il che sta rendendo molto tesi i rapporti tra la direzione dei quotidiani e il corpo redazionale. Non sono infrequenti pacchetti di scioperi che le varie assemblee assegnano ai Comitati di redazioni, così come si moltiplicano i casi di ingerenze degli azionisti e degli inserzionisti nella gestione dei giornali. Una situazione resa più drammatica dai continui annunci di chiusura delle redazioni periferiche con il conseguente impoverimentro della vitale presenza dei quotidiani sul territorio.
(Le tabelle per Primaonline.it sono realizzate da Withub)