Il problema della sicurezza a Ferrara, nonostante l’introduzione degli street tutor, si può riassumere in una parola: maranza. Per intenderci, sono i giovanissimi che si riuniscono in gruppi di strada, chiassosi, smargiassi, spesso sguaiati e con la tendenza ad attaccar briga. Spesso ricorrono a un linguaggio volgare e vestono in modo appariscente. Sono gli italiani di seconda generazione, o immigrati di origine nordafricana, soprattutto da Marocco e Algeria. Inutile nascondere che il loro comportamento finisce con il favorire pregiudizi, non solo sui media, anche di carattere razzista.
Sui maranza si registra una presa di posizione del sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, che in una lunga nota sui social, ammette che la città è davanti a un problema a cui non si può più sfuggire, i maranza appunto, con una forte connotazione islamica in quanto spesso sono ostaggio di predicatori integralisti. “Molti sono onesti lavoratori, parte integrante della nostra comunità – scrive Fabbri – io stesso ricevo messaggi (in arabo e in italiano) da giovanissimi studenti che chiedono campi da calcetto, reti ai canestri, cantanti da ospitare al Ferrara Summer Festival e nuove opportunità. Con loro cerco di avere sempre un dialogo costante, perchè voglio che abbiano fiducia nelle istituzioni. Ma altri – aggiunge – soprattutto tra i ragazzi di origine magrebina, tendono a isolarsi, a fare branco, a rifiutare le regole e l’autorità. Lo vediamo nei video che circolano in rete e apprendiamo ogni giorno notizie simili dalla stampa: comportamenti aggressivi, disprezzo per i valori occidentali, ostentazione. Il tutto può essere alimentato anche da sedicenti predicatori integralisti o da ciò che ascoltano in famiglia”.Per il sindaco di Ferrara è arrivato il tempo di intervenire per contrastare il fenomeno che assilla parecchi residenti, soprattutto del centro storico. “È una tendenza che cresce e che non possiamo più ignorare – è scritto ancora nella nota – Se non interveniamo ora a tutti i livelli, mettendo da parte le ideologie politiche, rischiamo di perdere la nostra identità, la nostra libertà e tutti quei valori su cui si fonda la nostra democrazia.
