Il Tar dell’Abruzzo ha accolto parzialmente il ricorso presentato contro il risultato delle elezioni comunali di Pescara del 2024. Il tribunale amministrativo ha quindi annullato la proclamazione del sindaco Carlo Masci, centrodestra, e ha ordinato di ripetere le elezioni in 27 sezioni. Adesso sarà compito della Procura della Repubblica valutare se sia stato commesso un reato.
In seguito al ricorso presentato da una candidata non eletta al Consiglio Comunale di Pescara nelle elezioni del 2024, il Tar dell’Abruzzo ha annullato i risultati delle votazioni per le elezioni comunali in 27 sezioni del capoluogo. Di conseguenza, il tribunale ha annullato la proclamazione del sindaco Carlo Masci, di Forza Italia, e ha limitato i poteri del Consiglio comunale e della Giunta in carica alle questioni correnti. È molto difficile, se non impossibile, che la ripetizione di queste votazioni cambi in maniera sostanziale il risultato delle elezioni comunali di Pescara del 2024, per due ragioni diverse.
La prima è che la città è divisa in 170 sezioni e quindi quelle annullate rappresentano poco più del 15% del totale. La seconda è che Masci ha vinto al primo turno con il 51% circa dei voti, ottenendo 31.500 preferenze contro le 21.192 di Carlo Costantini, il candidato del centrosinistra arrivato secondo.
In particolare, il Tar voleva verificare la discrepanza tra il numero di schede autenticate, quelle verbalizzate e quelle poi effettivamente rinvenute nel plico. La legge prevede infatti che sia ammessa una differenza tra le schede fornite e quelle poi conteggiate nel voto, ma questa deve essere accuratamente verbalizzata per permettere al Tar di valutare l’eventuale annullamento del voto.
Possibile, invece, che cambi il risultato degli eletti ad alcuni singoli seggi del Consiglio comunale, anche se è molto complesso ipotizzare quali. È da oltre un anno che il Tar esamina la questione del ricorso. Ad aprile i giudici avevano richiesto verifiche ulteriori su alcuni dettagli del ricorso.