giovedì 5 Giugno 2025

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

PESCARA / Trentenne muore in questura dopo l’utilizzo del taser

Un giovane di 30 anni è morto a Pescara nei locali della questura dopo l’utilizzo del taser da parte della polizia. Soccorso dal 118, il giovane è stato trasferito in ospedale ma nonostante i ripetuti tentativi di rianimarlo è deceduto. Una scarica di taser durante l’arresto, poi il malore e la morte in ospedale. È ancora tutto da chiarire quello che è successo a Riccardo Zappone, trent’anni, di Pescara. È stato fermato dalla polizia in strada, nel quartiere San Donato, per una rissa, in cui sembra essere stato anche colpito. Zappone, che aveva dei precedenti, ha opposto resistenza: a quel punto gli agenti hanno utilizzato la pistola elettrica per bloccarlo. Un intervento “necessario” lo definisce la procura di Pescara, che indaga sull’accaduto.

Stando alla prima ricostruzione dell’accaduto non sarebbe emersa una correlazione accertata tra l’uso del taser e l’arresto cardiaco. Sara’ l’autopsia a chiarire le cause del decesso. Sull’accaduto c’è il massimo riserbo.

Alle 11 circa di oggi, la polizia ha arrestato il trentenne per aver “opposto resistenza a pubblico ufficiale, tanto che è stato necessario l’uso del taser”. Una volta condotto nelle camere d’attesa per compiere gli atti di polizia giudiziaria, il giovane “ha accusato un malore per il quale è stato prima soccorso sul posto dal 118 e, quindi, trasportato in ospedale per le manovre di rianimazione”. I soccorsi non hanno purtroppo potuto impedirne il decesso. Questo è quanto comunica con una nota la Procura di Pescara.

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All’antivigilia di Ferragosto di due anni fa, è morto in un altro caso di utilizzo del taser a San Giovanni Teatino (Chieti) un 35enne, Simone Di Gregorio, che viveva a Pescara: aveva dato in escandescenze ed era stato bloccato dai carabinieri con l’uso della pistola a impulsi elettrici in dotazione a tutte le forze dell’ordine.

L’uomo era stato notato mentre correva nudo lungo le strade della città in evidente stato confusionale. Poco prima aveva danneggiato l’auto della sua famiglia dopo che la vettura si era fermata mentre era al volante. I carabinieri avevano usato il taser e poi hanno chiamato il 118. Il 35enne aveva problemi psichiatrici ed era seguito dal centro di salute mentale di Pescara.

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IL TASER

L’uso del Taser, o pistola a impulsi elettrici, da parte delle polizie di tutto il mondo è sempre più esteso ma episodi tragici riaccendono inevitabilmente le polemiche. In Italia il progetto per la dotazione alle forze dell’ordine era partito nel dicembre del 2014. L’iter è proseguito negli anni successivi con la sperimentazione autorizzata per decreto dal Viminale (era il 2018), di tre mesi in tre mesi, in 12 città capoluogo e, tre anni più tardi, con la conclusione della gara per l’acquisto dei dispositivi e l’avvio alla formazione secondo il nuovo “Manuale operativo”. La pistola ad impulsi elettrici quando viene azionata proietta due piccoli dardi, collegati tramite dei fili elettrici all’arma, che al contatto con il  ‘bersagliò producono una scarica a bassa intensità di corrente provocando una momentanea paralisi dei muscoli: secondo molti potrebbe rappresentare un rischio se impiegato su soggetti ‘a rischiò come chi, ad esempio, soffre di problemi cardiaci.

 

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