mercoledì 25 Giugno 2025

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

PIAZZA ARIOSTEA / Il sindaco Alan Fabbri: “Il disagio è il prezzo da pagare, continueremo così con i concerti”

Avuto sentore della mobilitazione di cittadini contro la scelta di piazza Ariostea per ospitare i concerti e gli spettacoli del Ferrara Summer Festival, il sindaco Alan Fabbri, finora un muro di gomma, ha spiegato i perché di tale scelta. Ecco che cosa ha scritto su Facebook.
“Perché i concerti non li fate allo stadio? Rispondo a una delle domande che mi fate più spesso, perché giustamente, per chi non è del settore, può sembrare la soluzione più logica.
Ci sono diverse motivazioni tecniche e di opportunità. In primis, il luogo è determinante per la scelta di una città da parte delle agenzie e degli artisti. Tra uno stadio a Bologna o Padova e uno stadio a Ferrara, secondo voi quale sceglierebbero? Con Piazza Ariostea, Ferrara ha scoperto di avere una carta importantissima da giocare per aggiudicarsi gli artisti, e intendiamo, oggi e domani, sfruttarla al meglio.
Capienze. Lo stadio di Ferrara non ha la capienza richiesta per i concerti di moltissimi artisti. Sarebbe comunque sempre inferiore a quella di Piazza Ariostea. Lo stesso, chiaramente, vale per piazza Castello.
Erba. Non sono impazzito . Parlo anch’io di erba, ma questa volta con cognizione di causa. Il manto erboso di uno stadio non è la gramigna del Parco Urbano: va tenuto in un certo modo e va preservato, soprattutto in vista della ripartenza della SPAL.
Residenti e parcheggi. In zona stadio ci sono molti più residenti rispetto a Piazza Ariostea e il circondario dispone di molti meno parcheggi.
Marketing. Fare concerti in una piazza e non in uno stadio, o in un campo di papaveri lontano da tutto, oltre a darci una corsia preferenziale con le agenzie, ci consente di far conoscere la città. Ed è proprio questo il motivo per cui organizziamo grandi eventi. Gli artisti – e i partecipanti, che arrivano da tutta Italia e anche dall’estero – pubblicano contenuti dell’evento sui propri social. Potete immaginarne la diffusione: parliamo di milioni e milioni di visualizzazioni per ciascun concerto. Una pubblicità che una città come la nostra non potrebbe mai ottenere altrimenti, nemmeno pagando milioni di euro in sponsorizzazioni.
Come sapete lo stadio, fino ad oggi, è stato in concessione alla società Spal srl. I concerti si cominciano a preparare come minimo un anno prima, e nessuno, all’epoca, poteva immaginare un esito del genere.
E poi resto convinto di questo: la piazza è – da sempre – il centro degli eventi, delle manifestazioni, delle espressioni collettive e individuali. La piazza è di tutti. Non solo dei residenti, ma anche di chi vuole passare una serata diversa, magari con il suo artista preferito. Pagando, chiaramente, perché fare eventi è un lavoro come tutti gli altri, che alimenta l’economia di un territorio, anche attraverso lavoratori e fornitori locali, che grazie a questo mantengono le proprie famiglie.
Qualcuno dice che Ferrara è troppo piccola per ospitare questi eventi. Qui mi sento di fare un discorso più ampio. Durante la prima campagna elettorale – forse ancora prima che decidessi di candidarmi – sentivo ovunque un senso di sfiducia e rassegnazione. Gli stessi ex amministratori lo dichiaravano apertamente: Ferrara aveva già dato il massimo e più di così non poteva fare.
Questo stato d’animo era diffuso, nelle strade, nei locali, tra i commercianti e quando ho cominciato a parlare alla città, persona per persona, frazione per frazione, nel 2019, ho capito che Ferrara si era posta un limite. Un limite mentale, non reale. E oggi ne abbiamo sempre più consapevolezza: si poteva fare molto di più, in tutti i settori, anche negli eventi.
Abbiamo infatti ospitato il concerto più grande di sempre per la nostra città e battuto ogni record turistico. E li batteremo ancora, perché i dati continuano a crescere, ma soprattutto ci crediamo.
È chiaro a tutti che, per ottenere risultati, servono impegno e sacrifici. Sarebbe molto più facile per me non fare nulla. Invece io, in prima persona, ci metto sempre la faccia e tutto me stesso, portando avanti i progetti che ritengo all’altezza degli obiettivi della città. Non solo quelli di riqualificazione, che continuate a vedere e avete visto in questi anni, ma anche quelli di cui hanno bisogno le attività, i giovani, e chi ha a cuore lo sviluppo e il futuro di una città che, per troppo tempo, era rimasta ferma.
Questa è la direzione che avete scelto nel 2019 e riconfermata ampiamente nel 2024. Una direzione molto chiara, che guarda avanti, che mette davanti a tutto il bene della città e non dei singoli, ma soprattutto che non si accontenta. Una direzione che non punta al consenso degli scontenti per accaparrarsi qualche voto, come dimostra quanto accaduto qualche giorno fa in Parco Massari, dove il Partito Democratico, con un gran numero di propri esponenti, è riuscito a strumentalizzare una riunione che sarebbe dovuta essere apolitica e riservata ai soli residenti, i quali esprimevano legittimamente un disagio.
Un disagio che non tutti sono disposti ad accettare, anche se temporaneo. Ma anche questo è il prezzo del cambiamento, della crescita, del coraggio di scommettere su Ferrara.
Cercheremo di migliorare sempre di più tutti gli aspetti su Piazza Ariostea, con i tecnici e con il dialogo, e continueremo a farlo con chi ci crede, con chi ha la consapevolezza che la nostra città non è “troppo piccola”, ma solo troppo a lungo è stata fatta sentire tale.
Io non ci ho mai creduto. E i risultati, oggi, parlano per tutti noi.

Articoli correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

CATEGORIE ARTICOLI

Articoli recenti