Una riflessione sulla dignità e la sicurezza del lavoro ci viene riproposta da un’esponente dem. Vuole ricordarci, a pochi giorni dal referendum di domenica 8 e lunedì 9 giugno, che il lavoro degli altri ci riguarda e che si può sempre scegliere di dare un segnale, soprattutto nelle urne (fuori non vale).
di Laura Bonaffini *

L’ultimo insulto alla dignità e sicurezza dei lavoratori è vedere, nel bel mezzo di un’alluvione, i riders che consegnano pizze a domicilio.
Ottobre, la sera di sabato, siamo a Bologna dove le forze dell’ordine e i residenti stanno affrontando la slavina d’acqua che da ore batte la città allagando negozi, garage, case. Strade come fiumi, circolazione interrotta, tanti disagi e soprattutto apprensione, paura. L’allerta meteo del giorno precedente e le conseguenti ordinanze sindacali diramate anche su tutti i canali social, impartiscono in tempo reale aggiornamenti, chiedendo ai cittadini di non uscire di casa e di non utilizzare le auto in nessuna zona della città.
Ma i riders no. Quelli possono continuare ad andare avanti tra torrenti di acqua melmosa e consegnare regolarmente le ordinazioni (nella foto, Bologna, ottobre 2024). Le piattaforme di food delivery (ad eccezione di Just Eat), non hanno sospeso, infatti, il servizio e l’algoritmo che gestisce tempi di consegna valutando anche le loro prestazioni, funziona al pari di una piacevole e soleggiata giornata autunnale.
Così come un freddo algoritmo, le aziende di delivery hanno calcolato esclusivamente i profitti, totalmente incuranti dei pericoli a cui hanno esposto le vite dei loro riders e della gravità della situazione sottoposta a chiare ordinanze comunali. Per questi episodi il sindacato della Cgil ha presentato un esposto in Procura affinché vengano accertate eventuali responsabilità penali.
Da un punto di vista etico, invece, l’accaduto è ben più grave e sconfina a mio avviso in un’evidente responsabilità anche delle pizzerie e dei clienti che più o meno incoscentemente hanno offerto e richiesto il servizio. Una brutale dimostrazione di come solidarietà, dignità, sicurezza non hanno evidentemente lo stesso valore per tutti i lavoratori e di come, in fondo, una margherita consegnata comodamente a casa in piena emergenza, vince su tutto.
Uno spaccato reale di come le richieste di certi clienti, o direi più fatalmente i banali capricci di chi non ha saputo organizzarsi la cena per tempo, contribuiscono ad alimentare costantemente quel modello tossico di produttività ad ogni costo che mette a rischio la vita degli altri.
A mio avviso, chi contribuisce alla sostenibilità di un lavoro è sicuramente in primis il datore a cui fanno capo precise responsabilità, ma per quanto possibile, siamo tutti chiamati a tutelare e rispettare i diritti altrui perché non è sempre giusto o etico approfittare di un servizio che sia esso gratuito o a pagamento.
Il buon senso civico ci aiuta, invece, a tenere ben saldi certi principi; può anche salvarci dai pericoli di un’esondazione e vale molto di più di quelle mance che qualcuno, quel sabato sera, avrà pensato di concedere per aggiustarsi un po’ la coscienza.
* Segreteria Provinciale Partito Democratico di Mantova