mercoledì 17 Settembre 2025

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

SCHIAVITU’ / Trump vieta anche le immagini della vergogna americana

L’amministrazione Trump ha avviato la rimozione di cartelli e mostre giudicati “non conformi” o “denigratori”, in linea con l’ordine esecutivo firmato dal presidente a marzo, denominato Restoring Truth and Sanity to American History. La decisione coinvolge esposizioni su schiavitù, spoliazione dei nativi e cambiamento climatico, inclusa la celebre fotografia ottocentesca The Scourged Back, che mostra le cicatrici delle frustate su un ex schiavo.

Fonti interne, in forma anonima, hanno confermato che le soppressioni seguono l’ordine presidenziale che invita il Dipartimento degli Interni a eliminare materiali ritenuti portatori di una “ideologia corrosiva” che denigra la storia degli americani. I funzionari del National Park Service, l’agenzia federale che si occupa delle aree storiche, stanno applicando la direttiva in modo ampio, includendo informazioni relative a razzismo, sessismo, segregazione, diritti LGBTQ+ e persecuzioni delle popolazioni indigene.

In seguito alla disposizione, i dipendenti sono stati incaricati di segnalare qualsiasi insegna o articolo dei gift shop potenzialmente “non conformi”. Un tentativo simile ha coinvolto anche i visitatori, invitati a notificare materiali ritenuti offensivi, ma le critiche all’operazione hanno superato le lodi.

Tra le aree prese di mira figurano anche la President’s House di Filadelfia, dove George Washington teneva soggiogate alcune persone durante la presidenza e la Ferry National Historic Park, dove John Brown guidò un raid per armare gli schiavi in una rivolta. Qui oltre trenta cartelli sono stati contrassegnati come “non in linea”, tra cui pannelli sulla discriminazione razziale e sull’ostilità dei bianchi verso gli ex schiavi. Parte del materiale sarà rimosso o coperto.

L’iconica immagine The Scourged Back (La schiena flagellata), che mostra lo schiavo Peter Gordon con le cicatrici inflitte dai suoi padroni prima della fuga, è anch’essa oggetto di asportazione. La foto, scattata nel 1863, ebbe un impatto enorme sull’opinione pubblica, sensibilizzò sulla necessità di combattere la Confederazione. Anne Cross, studiosa di fotografia del XIX secolo, sottolinea come il ritratto abbia avuto un ruolo centrale nella memoria della lotta per la liberazione dei neri, riproposta anche su copertine di riviste contemporanee come New Yorker e Vanity Fair.

Jonathan Zimmerman, professore dell’Università della Pennsylvania, ritiene che l’interferenza rappresenti “un aumento senza precedenti del controllo federale sulle cose che impariamo”, portato avanti da un’amministrazione che tradizionalmente sostiene l’istruzione a livello statale e locale. La portavoce del Park Service, Rachel Pawlitz, ha dichiarato che la revisione degli elementi interpretativi mira a evitare distorsioni, specificando che alcuni materiali enfatizzano sproporzionatamente aspetti negativi della storia o di alcune figure, senza considerare il contesto più ampio e rischiano involontariamente di deformare la comprensione anziché arricchirla.

Ed Stierli, direttore regionale della National Parks Conservation Association, ha sottolineato l’importanza delle esposizioni, spiegando che non si tratta solo di alcuni pannelli sulla schiavitù, ma di siti che raccontano la realtà completa di chi ha vissuto la segregazione in America.

Articoli correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

CATEGORIE ARTICOLI

Articoli recenti