Ennesimo cambio per la Gazzetta di Mantova. Dal 1° giugno Massimo Mamoli ha passato il testimone a Corrado Binacchi, 53 anni. Più forma che sostanza, visto che il primo – direttore anche dell’Arena di Verona e di Bresciaoggi oltre che Direttore editoriale di Athesis – a Mantova non si è visto molto e soprattutto in occasioni ufficiali.
Corrado Binacchi, mantovano di Borgoforte, ha iniziato come corrispondente nel 1991. Una volta assunto alla Gazzetta di Mantova si è occupato di sport, cronaca ed economia. È stato il Direttore Enrico Grazioli a promuoverlo capocronista, mentre il Direttore Paolo Boldrini – tornato in patria dopo la direzione della Nuova Ferrara – l’ha promosso Vicecaporedattore e poi Caporedattore. In tutti questi anni Binacchi si è distinto per la sua precisione e per l’equilibrio nei ruoli che ha rivestito. Con la cessione del giornale ad Athesis ha avuto la grande occasione.
Massimo Mamoli, che in teoria avrebbe dovuto ricoprire il ruolo di Direttore ad interim per un mese, è rimasto in realtà un anno e mezzo, lasciando a Binacchi ogni decisione sul campo. Poi l’ingresso nella società della cordata di industriali mantovani (detengono il 40%, ma hanno l’ultima parola su direttore e linea editoriale) ha rimescolato le carte.
Presidente della nuova società Gazzetta di Mantova srl è stato nominato Alberto Marenghi, ex presidente di Confindustria Mantova. Dal passaggio del giornale da Gedi ad Athesis (2023) in poi sono girati molti nomi per la guida del quotidiano più antico d’Italia (1796). All’inizio circolava il nome di Michele Brambilla, attuale direttore del Secolo XIX, ma l’affare non è andato in porto, pare anche per una questione di costi. Nel mentre si chiedevano con insistenza informazioni su Fabrizio Binacchi e Luciano Ghelfi, due mantovani, ex Gazzetta, che hanno fatto una brillante carriera in Rai.
La città è piccola, i poteri forti sono sotto gli occhi di tutti. Tra via Portazzolo (sede di Confindustria) e via Roma (sede del Municipio) i legami sono molto stretti, soprattutto grazie alle relazioni del sindaco Mattia Palazzi (Pd).
Quest’ultimo, secondo fonti politiche attendibili, avrebbe avuto un ruolo decisivo nella partita a scacchi. Da sempre attento a ogni riga che lo riguardi, il sindaco cerca buone relazioni con i mass media. Un nome a lui sgradito avrebbe incrinato i rapporti con l’editore. Il sindaco Palazzi ha sempre avuto un rapporto stretto con l’ex Direttore Enrico Grazioli (che ha ceduto il testimone a Mamoli dopo il passaggio da Gedi ad Athesis e ora è all’ufficio centrale della Stampa), ma un suo ritorno non era praticabile. Altro nome gradito a Palazzi era quello di Stefano Scansani, mantovano, una vita in Gazzetta prima di andare a dirigere Nuova Ferrara e Gazzetta di Reggio. Fresco di pensione, è molto apprezzato in città e in provincia per la sua attività culturale. Scrittore di successo -ha pubblicato anche con Mondadori- conferenziere, ospite fisso di Festivaletteratura, curatore del Museo di Virgilio aperto da poco nel Palazzo del Podestà, collabora con la Gazzetta di Mantova e tiene una rubrica settimanale molto seguita. Un’altra ipotesi sfumata.
Sulla piazza c’era anche Paolo Boldrini, ex direttore della Gazzetta di Mantova, della Nuova Ferrara e del Corriere Romagna. Qualche industriale l’avrebbe voluto alla direzione alla luce della sua lunga esperienza. Ma sarebbero prevalsi i voti contrari: chi gli imputava l’abbondante spazio dato alle vertenze sindacali durante la sua direzione (vedi Cartiera Burgo e Corneliani) e chi l’indipendenza dai partiti.
La decisione finale è caduta su Corrado Binacchi, gradito sia al socio di maggioranza Athesis sia a Confindustria Mantova. Decisione accolta con unanime sodddisfazione dalla redazione e da tutti i dipendenti. A lui ora il compito di rilanciare il giornale, alle prese con un vistoso calo di copie, mentre la concorrente Voce di Mantova ne ha guadagnate 500 in un anno, e di riconquistare la fiducia dei mantovani.
Molti osservatori giudicano il giornale troppo veronese (prime pagine simili all’Arena con gli stessi commenti ogni giorno) e troppo vicino alle posizioni del sindaco Palazzi e di Confindustria. Proprio qualche giorno fa il capogruppo di minoranza in consiglio comunale Stefano Rossi ha pubblicato un post per denunciare la mancata pubblicazione delle sue mozioni. Solo l’ultima lamentela di una lunga serie.
All’orizzonte anche un ricambio dei redattori: dopo le ultime uscite, otto in pochi anni, comprese tre dimissioni, nel 2026 sono annunciati altri tre prepensionamenti con una seria difficoltà a trovare sostituti. Il lavoro non mancherà.
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