di Sara Di Antonio

Eppure non sembra di essere altrove, tra le lettere cirilliche e l’assenza totale di mondanità. I viali alberati e pieni di turisti dell’Est, il Mar Nero che ci guarda severo come quando arriviamo di fronte al mare vero, serio, che sia quello del Nord o a Santa Maria di Leuca.
I nostri denti affamati affondano nel cibo, riconoscendo i sapori greci e turchi, ringraziando per un buon caffè, definendo idealmente il prezzo impossibile che pagheremmo per analoghi piatti, in Europa.
Perché qui, effettivamente l’Europa entra di soppiatto e a malincuore, biascicando un inglese che, sia per noi sia per i bulgari, non è una lingua madre e neppure quella del cuore. Eppure qui ci regalano una marea di sorrisi, essendo noi forse gli unici italiani a Varna, da un po’, ed essendo noi sempre così precari e gesticolanti.
E non mi sono mai sentita così riconoscente, accudita e grata, come di fronte a questa Madonnina lenta, che ascolta paziente le nostre litanie e accetta tutti i tipi di segni della croce, quello cattolico e quello ortodosso tutto alla rovescia, pur di alleggerirci il cuore e farci trovare la pace.