Un terremoto di magnitudo 8.8 ha colpito la penisola russa della Kamchatka nelle prime ore di mercoledì, e ha scatenato allerte tsunami in tutto il Pacifico, fino alla Nuova Zelanda e alla California. Secondo il Pacific Tsunami Warning Center e varie agenzia intrùenazionali onde da 1 a 3 metri potrebbero abbattersi sulle zone costiere di Hawaii, Cile, Giappone, Isole Salomone, Russia ed Ecuador.
Secondo l’Accademia Russa delle Scienze, il terremoto è stato il più forte nella regione dal 1952, e ha colpito a una profondità di 19,3 km (12 miglia). Il suo epicentro è stato localizzato a 126 km (80 miglia) a est-sudest di Petropavlovsk-Kamchatsky, una città lungo la baia dell’Avacha. La prima scossa è stata seguita, mezz’ora dopo, da una seconda scossa di magnitudo 7 e da una terza di magnitudo 6.5. In Russia, dopo il sisma erutta il vulcano Klyuchevskoy.
Il colossale terremoto al largo delle coste russe è, secondo l’US Geological Survey, il sesto terremoto più forte mai registrato. Il più potente dopo quello del 2011 al largo della costa orientale del Giappone, che provocò lo tsunami e il disastro nucleare di Fukushima.
Quel terremoto, di magnitudo 9.1, è stato circa 2,8 volte più forte, ha ucciso più di 15.000 persone, provocato 130.000 sfollati e ha generato uno tsunami alto 15 metri che si è riversato nell’entroterra per chilometri alla velocità di una locomotiva, allagando oltre 320 chilometri di costa. Il terremoto più forte mai registrato resta quello di magnitudo 9,5 al largo delle coste del Cile nel 1960. Uccise 1.655 persone provocando due milioni di sfollati.
Tsunami waves hitting Japan.
Pray for them. 🙏
— AmericanPapaBear (@AmericaPapaBear) July 30, 2025
C’è da considerare che per ogni aumento di magnitudo pari a un numero intero, l’energia sismica rilasciata da un terremoto aumenta di circa 31,6 volte. Ciò significa che un terremoto di magnitudo 8,8 produce circa 31,6 volte più energia di un terremoto di magnitudo 7,8.
Le prime segnalazioni di danni sono arrivate dalla Russia ma finora riguardano un asilo nella zona danneggiato e “numerosi feriti” ma nessuno grave. Le prime onde di circa tre metri si sono abbattute nel distretto di Elizovsky. Una prima onda di tsunami ha colpito la zona costiera di Severo-Kurilsk, il principale insediamento delle Isole Curili russe nel Pacifico. Il governatore locale ha affermato che i residenti sono al sicuro sulle alture. Alcune parti della città sono state allagate. Sono stati chiusi porti e aeroporti.
Il Giappone ha emesso avvisi di evacuazione e l’agenzia meteorologica nazionale ha dichiarato che le prime onde (nella foto) hanno raggiunto la costa orientale di Hokkaido. Ma il pericolo potrebbe arrivare da onde di tre metri che potrebbero raggiungere la costa settentrionale giapponese nelle prossime ore. I lavoratori della centrale nucleare di Fukushima – colpita da uno tsunami nel 2011 – sono stati evacuati, mentre il gestore dell’impianto, la Tepco, ha dichiarato che “non è stata osservata alcuna anomalia” sul sito.
“La Farnesina monitora la situazione nell’Oceano Pacifico”. Così il ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale in una sua comunicazione. Nel testo, diffuso anche sul social X, si aggiunge: “Il ministro Antonio_Tajani ne segue l’evoluzione. Per qualsiasi segnalazione, contattare l’Unità di crisi al +39-0636225″.
Fonti: National Tsunami Warning Center, Pacific Tsunami, Accademia Russa delle Scienze, Farnesina, agenzia Dire – www.dire.it, agenzie e tv internazionali, la7, The Guardian, agenzia meteo Giappone