Tira aria di vendita per la Repubblica. Oggi il comitato di redazione di quello che è stato uno dei più importanti e diffusi giornali italiani ed europei incontrerà i vertici di Gedi, presieduto da John Elkann, liquidatore di un grande gruppo editoriale (Finegil e L’Espresso) editore improvvisato, abile nello sbarazzarsi dei giornali, ma abilissimo finanziere e ancora sotto procedimento a Torino per la vicenda dell’eredita dell’Avvocato Agnelli. Elkann è diventato un sostenitore di Donald Trump al quale di recente ha portato in visita alla Casa Bianca la squadra della Juventus sottoponendo giocatori, dirigenti e allenatore a un incontro surreale.
La riunione del Cdr con Gedi era stata fissata da tempo per discutere dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale in redazione. Ma è certo che il sindacato chiederà lumi soprattutto sulle sorti di Gedi (che edita anche La Stampa di Torino). In particolare, come ha ribadito la settimana scorsa Il Foglio, riguardo a una possibile vendita del gruppo. Una scelta che potrebbe coinvolgere, secondo alcune indiscrezioni, l’intera società e che invece, ad ascoltare altre versioni, potrebbe portare a uno “spezzatino”: con La Stampa che resterebbe nell’orbita Elkann (magari fuori da Exor), mentre Repubblica, le radio del gruppo (Capital, Deejay e m2o) e la concessionaria di pubblicità Manzoni, verrebbero cedute.
Due le possibili cordate interessate all’acquisto: una italiana (nel frattempo si sarebbe sfilata la francese Vivendi) che ha affidato le trattative a Claudio Calabi, ex ad di Rcs e Sole 24 Ore, e una tutta straniera guidata dai greci del gruppo Ant1 della famiglia di armatori Kyriakou, impegnata anche nel settore tv, radio e carta stampata.
A differenza dei mesi scorsi, quando analoghe voci erano state smentite, questa volta Gedi ha mantenuto il silenzio. Comportamento che potrebbe esser spiegato sia con l’ipotesi di non voler alimentare le voci, sia con quella di chi sostiene che la prudenza nasconderebbe qualcosa di più concreto. Secondo quest’ultima ricostruzione le trattative sarebbero in corso: anche se i tempi di una possibile intesa potrebbero slittare a fine anno. Due i motivi di tale rallentamento.
Il primo riguarderebbe l’importanza per Elkann di mantenere ancora per un po’ il controllo dei due quotidiani in attesa di definire i problemi che riguardano sia la sua vita privata che quella imprenditoriale. Nell’ordine, la crisi di Stellantis, la vicenda dell’eredità Agnelli (Elkann è indagato con i fratelli a Torino), la difficile transizione di Juventus e Ferrari.
Il secondo, invece, è legato alla necessità di ricevere un’offerta congrua per Repubblica che, da sola, è indicata in Exor per un valore attorno ai 100 milioni di euro. All’interno della stessa Exor, infine, nei mesi scorsi i soci che fanno riferimento a fondi d’investimento statunitensi avrebbero sollevato alcuni rilievi: l’impegno diretto della holding nel settore dell’informazione e la presenza nell’azionariato della Juve (con il 10,7%) di Tether che agisce nel discusso mercato delle criptovalute.