Tredici anni fa, il 20 e 29 maggio 2012, le due violentissime scosse che sconvolsero l’Emilia, e il 2025 sarà l’ultimo anno in cui sarà decretato lo stato di emergenza sia per l’Emilia, sia per la Lombardia. Oggi si può confermare – scrive la Regione – che la ricostruzione degli immobili privati, cioè abitazioni e attività produttiva, è completata. Dopo le scosse e i durissimi mesi che seguirono, i numeri ribadiscono il lavoro svolto, grazie un investimento complessivo pari a 8 miliardi di euro, dei quali oltre 7 dei quali già liquidati.
Il 29 maggio, in occasione dell’anniversario della seconda scossa, il presidente della Regione Emilia-Romagna De Pascale sarà a Concordia sulla Secchia, in provincia di Modena, dove presiederà il Comitato istituzionale, con gli amministratori dei 59 Comuni colpiti. Sarà presente anche l’assessore con delega alla Ricostruzione delle aree colpite dal sisma.
“Quello di quest’anno è per me il primo anniversario che vivo nel ruolo di presidente della Regione e Commissario delegato per la ricostruzione post-sisma– commenta il presidente della Regione – e avverto la forte responsabilità di raccogliere l’eredità di chi, in questi anni, ha saputo trasformare una tragedia enorme in un’occasione di rinascita, facendo della ricostruzione un modello nazionale e internazionale, tanto che questo territorio oggi ha un Pil superiore a quello di 13 anni fa”. “Quei giorni difficili – e non dimenticheremo mai chi perse la vita – ci hanno insegnato che la forza di questa comunità sta nella sua capacità di reagire insieme, di ripartire più solida e coesa – aggiunge De Pascale – Una caratteristica che abbiamo ritrovato anche dopo le drammatiche alluvioni degli ultimi due anni, eventi epocali che richiedono un nuovo approccio strutturale e condiviso, così come è accaduto dopo il terremoto del 2012, che cambiò radicalmente il nostro modo di affrontare il rischio sismico con la necessità di rendere le nostre comunità più sicure. Oggi– conclude- ricordare il sisma significa anche ribadire l’importanza di fare tesoro di quelle lezioni e continuare a investire su sicurezza, prevenzione e qualità dei servizi pubblici. Solo così potremo onorare davvero la memoria di chi ha sofferto e costruire una Regione ancora più forte, coesa e capace di affrontare con coraggio le sfide del futuro”.
I numeri della ricostruzione
Circa 20mila abitazioni sono state ripristinate e 28mila persone rientrate nelle proprie case; 570 scuole ripristinate o ricostruite ex novo senza che sia mai stata persa un’ora di lezione. Oltre 6.800 piccole attività commerciali, artigiane e dei servizi sono state rese di nuovo agibili, 3.359 aziende industriali e agricole ristrutturate e altre 2.155 imprese hanno messo in sicurezza i propri stabilimenti o spazi di produzione. Sono quasi 10.000 gli interventi della ricostruzione di edifici privati a prevalente utilizzo abitativo e si attesta a circa 3,2 miliardi di euro l’ammontare dei contributi concessi per la loro realizzazione. A oggi, la quasi totalità dei cantieri risulta conclusa o prossima alla conclusione: gli interventi ammessi a contributo ma non ancora completati sono il 5% del totale. Circa 1.200 interventi già conclusi e un nuovo bando in corso, per i centri storici, per la riqualificazione o nuove aperture di botteghe, uffici, attività artigianali e professionali. Delle 441 chiese (479 interventi) inserite nel Programma opere pubbliche e beni culturali ne furono chiuse perché inagibili 321, lasciandone completamente o parzialmente aperte 120.
Intanto, proseguono i lavori per completare la realizzazione del Piano delle opere pubbliche e dei beni culturali, condiviso con Soprintendenze e autorità ecclesiastiche, più complessa anche per i vincoli storici e architettonici esistenti. Nelle prossime settimane, per consolidare l’accelerazione della ricostruzione pubblica, facendo fronte al caro materiali e rispondendo alle esigenze di liquidità dei cantieri in corso affinché non si fermino, il Commissario metterà in campo risorse per circa 10 milioni di euro. Una stessa misura per fare fronte all’aumento dei prezzi delle materie prime era stata adottata anche nel 2023: uno stanziamento aggiuntivo di 10 milioni di euro per la ricostruzione pubblica che nel corso del 2024 ha permesso di sbloccare cantieri e lavori per oltre 130 milioni di euro.