lunedì 5 Maggio 2025

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

ISRAELE approva la conquista definitiva di Gaza: “Nostra per sempre”. I coloni: “La Bibbia decide i confini”

“Gaza sarà nostra”. E’ l’obiettivo di Israele che ieri sera ha approvato l’espansione militare per conquistare  tutta la Striscia. Il gabinetto di sicurezza israeliano non ha fatto registrare alcun voto contrario dei ministri (Likud di Netanyahu ed estrema destra religiosa) e degli alti ufficiali che ne fanno parte. Il ‘Piano per la conquista di Gaza’ punta a “espandere e intensificare l’operazione militare” ancora in corso, sebbene non vi sarebbero garanzie per riportare in vita gli ostaggi. Lo scrive, non smentito, il Times of Israel.

Il piano, chiarisce la testata israeliana citando funzionari informati del dossier, dovrebbe scattare dopo la visita del presidente Donald Trump nella regione mediorientale che, come ha riferito la testata statunitense Axios citando fonti della Casa Bianca e di di due Paesi del Golfo, dovrebbe essere prevista a metà maggio. La destinazione del viaggio, come informa ancora Axios, sarà l’Arabia Saudita, segnando la prima missione ufficiale di Trump in Medio oriente. In questa occasione il capo della Casa Bianca – che ha già pubblicamente approvato la presa di Gaza da parte di Israele – potrebbe tenere altri incontri con i leader della regione.

A illustrare il piano militare – informano le agenzie di stampa internazionali – è stato il capo di Stato maggiore, il tenente generale Eyal Zamir, secondo cui oltre alla “conquista” della Striscia seguirà anche “il mantenimento dei territori” senza far morire di fame i palestinesi. Nel frattempo, ha aggiunto il generale Zamir, la diplomazia israeliana continuerà a lavorare a un cessate il fuoco con Hamas per riottenere gli ostaggi ancora a Gaza, ma sul punto ha avvertito che l’escalation militare potrebbe mettere a repentaglio la loro sopravvivenza: “In un piano per una manovra su vasta scala, non necessariamente raggiungeremo gli ostaggi” ha detto il responsabile, stando a quanto riferisce l’emittente Channel 13. “Tenete presente che potremmo perderli”. Ancora 59 israeliani sono prigionieri a Gaza, a cui si dovrebbero aggiungere 35 senza vita.

A conferma dell’intenzione di Tel Aviv di accelerare la conquista di Gaza, si accompagna la decisione di richiamare decine di migliaia di riservisti nelle file dell’esercito israeliano. La testata Haaretz sostiene che i riservisti sostituiranno i militari di leva posizionati sui fronti di Libano e Cisgiordania, che a loro volta saranno trasferiti nella Striscia.

Il 18 marzo Israele ha rotto il cessate il fuoco con Hamas e ripreso a bombardare la Striscia, causando centinaia di nuovi morti e occupando vaste porzioni di territorio ai confini con l’enclave, con l’obiettivo di creare delle zone cuscinetto di sicurezza. Secondo le Nazioni Unite, l’esercito ha così costretto allo sfollamento centinaia di migliaia di residenti palestinesi, mentre dal 2 marzo continua il divieto totale all’ingresso di aiuti umanitari, tra cui acqua, cibo e farmaci.

Il gabinetto per la sicurezza si è pronunciato anche sulla questione degli aiuti, approvando un piano, presentato il mese scorso e ampiamente respinto dalle Nazioni Unite, secondo cui gli aiuti saranno distribuiti da soggetti privati sotto la supervisione dell’esercito, bypassando le agenzie umanitarie e raggiungendo direttamente le cosiddette “zone militarizzate” da Israele. Tale strategia secondo il governo di Tel Aviv mira a impedire che Hamas si accaparri le forniture. Un’accusa che l’Onu ha sempre rigettato.

LA GUERRA DELLA FAME: il reportage di Francesca Mannocchi dalla Striscia di Gaza realizzato alcune settimane fa e drammaticamente attuale.

 

Il movimento politico-militare Hamas ha reagito bocciando il progetto, affermando che gli aiuti vitali alla popolazione debbano essere “gestiti da organizzazioni governative internazionali o locali competenti” e non utilizzati come “strumento di ricatto politico”. Il nuovo meccanismo sarebbe “un’estensione della politica di fame e distrazione” per “commettere crimini di genocidio”.

La Rai ha intanto trasmesso un reportage dalla Cisgiordania dove si racconta una giornata con i coloni ebraici: “Dio ci ha dato questa terra, dal fiume al mare” dicono all’inviata di RaiNews24, Veronica Fernandes.  Per i coloni è la Bibbia a decidere i confini di Israele, non il diritto internazionale. “I palestinesi – dicono – non esistono, Dio ha mandato la guerra, e Donald Trump deve dichiarare la sovranità israeliana su tutti i territori occupati”.

 

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