venerdì 27 Giugno 2025

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

STATI UNITI / La Corte Suprema nega il diritto all’aborto, proteste / Trump: “E’ stato Dio a prendere questa decisione”

La Corte Suprema ha stabilito – con una decisione assunta da una maggioranza di 6 giudici a 3 (decisivi i tre giudici nominati da Trump – che la Costituzione degli Stati Uniti non conferisce il diritto all’aborto, operando l’overruling, ovvero l’abbandono dell’indirizzo accolto da una corte nella pronuncia in Roe v. Wade del 1973. Allora era stato riconosciuto il diritto di interruzione della gravidanza anche in assenza di problemi di salute per la gestante, per il feto e per ogni altra circostanza non riconducibile alla libera scelta della donna*. (Leggi la nota in calce).

La Costituzione – sostiene la Suprema Corte americana – non fa alcun riferimento all’aborto e nessun diritto del genere è implicitamente protetto da alcuna disposizione costituzionale”. 6 voti a favore e 3 contrari hanno portato quindi all’annullamento della sentenza che, dal 1973, riconosce alle donne il diritto di abortire. In particolare aveva riconosciuto alla texana Norma McCorvey il diritto di interrompere la gravidanza. Già nel giugno di 3 anni fa una sentenza aveva riconosciuto errato questo diritto perché la Costituzione degli Stati Uniti non fa menzione specifica del diritto all’aborto. Adesso, dopo l’altrettanto storica pronuuncia di queste ore, i singoli Stati applicheranno le proprie leggi interne in materia. Lo stop dei giudici riguarda soprattutto i fondi di Medicaid per Planned Parenthood, la più grande associazione per i diritti riproduttivi nel Paese. Già nel giugno di 3 anni fa era stato riconosciuto errato questo diritto perché la Costituzione degli Stati Uniti non fa menzione specifica del diritto all’aborto.

I sostenitori del diritto all’aborto e i principali gruppi progressisti stanno già organizzando manifestazioni di protesta in decine di città americane dopo la decisione della Corte Suprema di annullare la storica sentenza Roe v. Wade, che riconosceva il diritto all’aborto dal 1973. Lo hanno riferito al New York Times due persone coinvolte nell’organizzazione, precisando che alcune manifestazioni si terranno davanti alle sedi dei tribunali. Sostenitori e oppositori della sentenza si sono già radunati davanti alla Corte Suprema di Washington. Secondo il Nyt, proteste sono previste in città come Miami, San Antonio, Milwaukee, San Francisco e Columbus, Ohio.

Le organizzazioni pro-choice hanno diffuso un comunicato in cui denunciano “ogni tattica e minaccia di gruppi che usano la distruzione e le violenza come mezzo, non parlano per noi, i nostri sostenitori, le nostre comunità e il nostro movimento”, si legge nella dichiarazione di Planned Parenthood, Naral Pro-Choice America e Liberate Abortion Campaign. “Siamo impegnati a proteggere ed espandere l’accesso all’aborto e alla libertà riproduttiva attraverso un attivismo pacifico e non violento”.

L’amaro commento dell’ex presidente Joe Biden: “E’ un giorno triste per l’America, i tre giudici scelti da Trump hanno rovesciato la legge”. Le ex first lady Michelle Obama e Hillary Clinton: “Abbiamo il cuore spezzato, un passo indietro”

Per Donald Trump, invece, “è stato Dio ad aver preso la decisione”. Missouri e Texas tra i primi Stati a vietare l’interruzione di gravidanza. La sentenza, occorre dire, riguarda ben 36 milioni di donne. Il commento di Barack Obama: “La sentenza della Suprema Corte è un attacco alla libertà”.

*****

* NOTA. La sentenza Roe versus Wade è una pietra miliare della giurisprudenza americana sull’aborto. Enunciava due principi: 1) l’aborto è possibile per qualsiasi ragione la donna lo voglia fino al punto in cui il feto diventa in grado di sopravvivere al di fuori dell’utero materno, anche con l’ausilio di un supporto artificiale. Questa condizione si verifica in media intorno ai sette mesi (28 settimane), ma può presentarsi prima, anche alla 24esima settimana; 2) in caso di pericolo per la salute della donna, l’aborto è legale anche qualora la soglia oltre il quale il feto è in grado di sopravvivere al di fuori dell’utero materno sia stata sorpassata. Questa sentenza della Corte ha condizionato le leggi di 46 Stati. La sentenza Roe contro Wade ha influenzato la politica nazionale statunitense, dividendo gran parte del Paese tra pro-choice (per la possibilità di scegliere se abortire o no) e anti-choice (contro la possibilità di abortire) e ispirando gruppi di attivisti su entrambi i fronti.

Secondo l’interpretazione dell’allora Corte Suprema (22 gennaio 1973) – che ottenne una maggioranza di 7 giudici a favore e 2 contrari – esiste un diritto alla privacy inteso come diritto alla libera scelta di ciò che attiene alla sfera più intima dell’individuo. La Corte suprema riconosce il diritto all’aborto in un’ottica di limitazione dell’ingerenza statale. Comunque il diritto ad abortire della donna, anche in questa sentenza, non è definito assoluto, poiché lo Stato avrebbe il dovere di intervenire in talune circostanze, che coincidono in particolare con il tempo di gestazione.

 

Articoli correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

CATEGORIE ARTICOLI

Articoli recenti