di Nicola Perrone
— I palestinesi continuano a morire, uccisi dai soldati israeliani agli ordini del governo Netanyahu. Un governo e un premier che per quasi tutti i paesi del mondo, non solo qualche tribunale, si sono macchiati di veri e propri crimini contro l’umanità, di genocidio. Quante parole ipocrite si sentono dalle nostre parti. A partire da chi parla ancora della soluzione ‘due popoli, due Stati’. Vergognatevi. (Nella foto, il ministro israeliano di estrema destra, Smotrich).
Nei momenti oscuri della storia – e questo periodo è dei più terribili – ci vorrebbero leader politici all’altezza, capaci di trovare soluzioni, almeno di determinare le condizioni per il male minore. Invece nulla. Si parla, ci si scontra verbalmente in Parlamento, nei consigli comunali e nelle strade. Mentre a Gaza, ma non solo lì, gente comune viene massacrata e costretta ogni giorno alla fame, a fuggire in altri luoghi che di lì a poco verranno anch’essi bombardati.
Tutto si può dire del criminale Bezalel Smotrich, oggi ministro delle finanze israeliano, meno che non sia stato chiaro: per lui la distruzione di Gaza è una grande opportunità per i suoi amici palazzinari. Potranno arricchirsi costruendo nuovi palazzi e grattacieli e non fa niente senelle fondamenta ci saranno le ossa delle decine e decine di migliaia di palestinesi assassinati.
I criminali che governano Israele con le loro bombe, la loro distruzione (ma non bisogna mai dimenticare, anzi, bisogna rendere onore a quella gran parte di cittadini che ogni giorno protestano contro Netanyahu chiedendo le sue dimissioni e che venga giudicato in tribunale e messo in galera) hanno mostrato a tutti che per loro ogni palestinese è un possibile terrorista, ogni metro quadrato occupato dai palestinesi va occupato con la forza e ogni palestinese, se non ucciso, va comunque cacciato altrove. E purtroppo appare ormai scontato, se non accadrà un qualche miracolo, che una volta occupata Gaza, una volta mandati in esilio milioni di palestinesi, scaricando quel problema su altri Stati, Netanyahu e la sua compagnia di criminali passeranno anche alla Cisgiordania.
Anche lì il ministro Smotrich ha già messo gli occhi e calcolatrice alla mano sta facendo i conti di quanto frutteranno le metrature immobiliari. Impotenti. Da queste parti tutti sono preoccupati non perché sia chiaro che l’odio che si sta seminando in Medio oriente nei prossimi anni è assai probabile si trasformerà in violenza, violenza che potrebbe arrivare anche da noi. No, qui la preoccupazione è quella di vedere come spostare altrove l’attenzione, fare in modo che tutto proceda fino a quando non ci sarà il vincitore e davanti solo morti e sconfitti senza nemmeno diritto di parola. La forza che diventa diritto.
In questa situazione, lo capite guardando anche a quello che sta capitando dalle nostre parti, non c’è più nemmeno il tempo di pensare, perché bisogna immediatamente schierarsi e scegliere quale elmetto indossare, quale nemico colpire. E c’è da preoccuparsi perché anche noi abbiamo vissuto un periodo tragico di violenza politica.
Il giornalista Giovanni Bianconi ha calcolato che in Italia ci sono stati 350 morti e mille feriti durante i cosiddetti ‘anni di piombo’. Vittime di terroristi neri e rossi, di chi invece del confronto usava bombe, mitra e pistole per imporre il suo volere. Negli Stati Uniti ci sono già degli studi, svolti in ambito universitario, che indicano una preoccupante accettazione e giustificazione dell’azione violenta da parte dei giovani. Secondo gli studiosi sempre più giovani istruiti si sentono tagliati fuori dal percorso di crescita e affermazione sociale e lavorativa. Per questo una parte può diventare violenta, trasformandosi in una sorta sorta di ‘giustizieri’ per i diritti negati. Serve responsabilità, servono parole coraggiose e non oltraggiose. Serve un confronto per soluzioni migliori per tutti, non lo scontro che favorisce qualcuno. Illusione di un momento.
* direttore dell’Agenzia Dire – www.dire.it