Pier Luigi Bersani, in libreria con “Chiedimi chi erano i Beatles”, compie oggi 74 anni. Un esponente politico di spessore, di lunga militanza e di grande spessoreche ha saputo fare delle riforme di grande impatto sulla società italiana e roppo spesso bistratato dagli avversari.
Il buon compleanno a Pierluigi Bersani – esponente di primissimo piano del Pd, profondamente liberal – è arrivato da migliaia di ammiratori sui social e da vari esponenti del mondo progressista. “L’unico – è stato ripetuto in questi giorni – che riesce a dire in una battuta quello che altri non dicono in un comizio di due ore”. “Tanti auguri Bersani – è stato scritto ancora – continua non infierire sulle menti altrui”.
Ma chi è stato e chi è il piacentino Pier Luigi Bersani? Presidente della Regione Emilia, ministro dell’industria con Prodi, segretario del Pd, oggi in pensione come volontario progressista, assiduo frequentatore delle Feste dell’Unità. Un personaggio che non esita a definirsi “comunista italiano” o, per meglio dire, “comunista emiliano”, ovvero di quella sinistra che dal dopoguerra a oggi ha saputo costruire un modello di sviluppo e di comunità invidiabile, il cosiddetto modello Emilia.
Signficativo il testo che ha diffuso sui social Ettori Ferrini. “Chi è nato dopo il 2000 non lo sa, ma nel secolo scorso c’era un unico gestore dell’elettricità, un monopolio di fatto, che cessò poco prima che nasceste voi.
Nel vostro primo giorno di scuola, nel 2006, avvenne un’altra piccola rivoluzione; la vendita dei farmaci da banco nei supermercati. Un altro monopolio stroncato con conseguente calo dei prezzi. Lo stesso giorno vennero liberalizzate anche le licenze dei tassisti, aprendo il mercato a tutti. Pensate che fino ad allora il numero dei taxi era chiuso e oltretutto c’era pure il privilegio dell’ereditarietà della licenza, ovviamente fu abrogato anche quello.
Vi sembrerà fantascienza ma noi all’epoca pagavamo una tassa per ricaricare i cellulari! Cioè, te pagavi 10 euro per ricaricare un cellulare e ne ricevevi solo 8 di traffico, ne sborsavi 30 e ne ricevevi 25. Non solo, avevi pure l’obbligo di restare fedele all’operatore di telefonia, altrimenti pagavi una penale. E la pagavi anche se chiudevi un conto in banca o se estinguevi un mutuo prima del tempo. Assurdo, no?
Pensate che le aziende, tutte le aziende, furono costrette a indicare nelle loro offerte il prezzo “reale”, sì perché prima di quei giorni potevano preparare le loro pubblicità senza indicare eventuali spese, tasse e oneri aggiuntivi, fregando un sacco di gente.
Voi a questo punto vi starete chiedendo chi è stato a cambiare tutto questo. È stato un tizio apparentemente ordinario ma con le idee chiare, uno che da ragazzino mentre faceva il chierichetto organizzò uno sciopero per protestare contro il suo parroco sulla destinazione delle offerte.
Eh lo so, vi viene da ridere, eppure si levò la tunica, la fece togliere anche ai suoi compagni e organizzò la sua prima piccola rivoluzione. Pensate che a soli quindici anni era a spalare insieme agli “angeli del fango” a Firenze e poco dopo fondò una sezione di Avanguardia operaia. La famiglia era disperata e di fronte al suo spirito di sinistra, nonché al suo dichiarato ateismo, richiamò suo fratello, sacerdote missionario, perché tornasse a casa a cercare di fargli cambiare idea, ma non ci fu verso.
Questo signore, l’unico che io rammenti aver fatto qualcosa di concreto per la gente negli ultimi anni si è preso gli insulti dai grillini quando provò a formare un governo con loro e perfino gli auguri di morte quando venne ricoverato, e poi ovviamente è stato umiliato ed estromesso pure dai renziani, che si presero il “suo” partito per poi distruggerlo e abbandonarlo.
E ora, mentre si dibatte sul come sia possibile che l’Italia sia finita in mano ai fascisti, a nessuno viene in mente che in mezzo a tutti questi mostri forse sarebbe stato il caso di puntare su una persona per bene. Auguri a lui ma soprattutto a noi”.